Qual'è
il comportamento abituale di un qualsiasi sistemista di roulette?
Un
normale sistemista va al tavolo da gioco con un preciso e ben
definito sistema. Inizia a rilevare la permanenza del momento ed
effettua il suo attacco dopo aver raggiunto una determinata
maturazione dello schema che ha davanti. La permanenza è quella che
trova e il sistema è quello che nella sua mente dovrebbe vincere.
Sto
parlando di un vero sistemista: uno di quelli che, in base
alla Legge del terzo, gioca sull'allargamento o sul calore.
Non parlo di quei sistemisti che giocano su permanenze continue a
favore o contro gli andamenti del momento, o che giocano per 6-9
volte 6 numeri, dopo aver visualizzato i precedenti 12. Non parlo né
di gioco su permanenza continua, né di cabale, né di magia. Parlo
di un modo di giocare che cerca di trarre un benefico da un
comportamento standard della roulette: comportamento che però
nel suo sviluppo finale è quantitativamente stabile ma
qualitativamente mutevole.
Il
normale sistemista (me compreso fino a poco tempo fa) va a un tavolo
da gioco e pretende che la permanenza del momento sia adatta al suo
sistema; solo perchè la tendenza statistica dice che
ciò che lui ha sperimentalmente previsto dovrebbe realizzarsi.
Se
però ci rileggiamo il "Principio di Bernoulli",
apprendiamo che la "probabilità" e la "media
teorica" tendono a realizzarsi con l'aumentare del numero
delle prove. Ciò significa che la giustificazione del nostro sistema
è corretta solo se consideriamo un quantitativo di prove
(quantitativo di spin) ben più grande di quello che nella realtà è
già sufficiente a farci sconfinare nella insostenibilità economica,
sia per mancanza di cassa, sia per superamento dei massimali del
tavolo. In sostanza, la nostra "frequenza relativa"
e la nostra "media sperimentale", che sono alla
nostra portata, possono non raggiungere la "probabilità"
e la "media teorica" in quel breve ciclo che può
essere coperto dalla nostra disponibilità di cassa o dai limiti del
tavolo.
Ecco
che allora la "pretesa" del sistemista è destinata
a scontrarsi con l'inevitale, immancabile, scarto contrario. Prima o
poi la roulette non farà ciò che era stato previsto dalle nostre
innumerevoli prove sperimentali, semplicemente perchè ciò che
avevamo previsto è ricercato in un breve quantitativo di spin.
Ma
allora, vista l'inevitabile fine di ogni sistema, siamo desitinati a
perdere sempre? Le prove da me effettuate, sempre nelle stesse (e
particolari) condizioni, dicono di no. Non sono prove fatte
virtualmente o testate con programmi telematici. Sono prove reali,
giocate in Casinò live con croupier e roulette reali e con un tempo
di puntata edeguato (anche se talvolta non sufficiente). Sono prove
che non hanno mai fallito perchè io mi sono adeguato alla
permanenza e non ho cercato che la permanenza si adeguasse a me.
Gli
ultimi due sistemi, distribuiti gratuitamente ai possessori del 3°
sovrapposto, sono improntati sull'allargamento e sul calore.
Entrambi, se presi a se stanti e nelle loro fasi iniziali, possono in
teoria incontrare la permanenza negativa dove i calori o gli
allargamenti del momento possono protrarre le vincite (chiusure) a
fine ciclo, o addirittura far si che non ci siano chiusure per
l'intero ciclo. Nella realtà dei fatti non ho mai incontrato tali
permanenze, ma ciò non vuol dire che non si potranno incontrare. Nel
gioco della Piramide in vetta i numeri puntati potrebbero
coincidere con i numeri destinati a mancare nel ciclo logico. Nel
gioco del Panorama i due cicli potrebbero in gran parte
coincidere e le poche differenziazioni potrebbero non essere
sufficienti. Questa è una probabilità molto remota e perciò non è
questo di cui dobbiamo preoccuparci perchè, se giocati in
contemporanea, sono complementari e un sistema salva l'altro.
Ciò
di cui dobbiamo preoccuparci è "l'adeguamento" del
sistemista alla permanenza. Ma come?
Ora
vi dico come faccio io: lascio passare 20 numeri che però
siano consequenziali e cioè che derivino tutti dalla stessa roulette
(mania? Forse!). Per fare ciò utilizzo il "totem"
del tavolo che all'inizio contiene i numeri della precedente giornata
e durante la seduta quelli precedenti l'ultimo spin. In ogni caso
ricorro sempre al "totem" e, in entrambi i casi, lascio
sfilare nuovi numeri fino ad annotarne venti. A questo punto osservo
la permanenza scritta, nella quale i doppioni saranno stati
evidenziati con una spunta o una sottolineatura. Durante il
completamento di questa fase non confronto la permanenza con gli
schemi per non invogliarmi ad anticipare gli attacchi.
Se
la permanenza scritta non ha più di 3 doppioni, inserisco i numeri
in uno schema di Panorama che con i tre doppioni già presenti non
contenga una chiusura. Se ha più di 3 doppioni tiro numeri nuovi
fino alla necessaria condizione ottimale.
Mentre
aspetto la condizione ottimale per il gioco del Panorama costruisco
il gioco del Ramino (con 4 schemi) perchè ha una maturazione più
lunga e le sue 2 vincite scadono quasi sempre a Panorama concluso.
Finora
ho giocato con questi due sistemi e già questo mi impegnava
completamente. Non potevo aggiungere il sistema della Piramide in
vetta, che sarebbe il vero "complementare" al gioco
del Panorama, perchè l'intero gioco non sarebbe stato eseguibile con
i tempi del tavolo. O si sceglie la Piramide, o si sceglie il Ramino.
Dato che ultimamente ho costruito i 4 schemi del Ramino, ho voluto
provare l'abbinamento con quest'ultimo. I tempi di maturazione però
sono un po' diversi e spesso ero costretto a ritardare il gioco sul
Panorama prima che quello del Ramino fosse pronto. Ora posso
riprendere il gioco Panorama/Piramide parte prima. Il
risultato comunque è sempre lo stesso:
LA
VINCITA COSTANTE
Che
si giochi Panorama/Ramino o Panorama/Piramide parte prima,
le chiusure sono garantite, sia in allargamento che in calore. Ma
come mai?
La
spiegazione è semplice. Iniziando uno dei due giochi in una
condizione ottimale, abbiamo molte probabilità di vincere su quel
gioco che deve ancora produrre i suoi risultati standard. Se invece
la permanenza prosegue il suo andamento contrario, avremo altrettante
probabilità di vincere con il gioco opposto. In sostanza sono io che
mi adatto alla permanenza del momento e non viceversa.
Ho
preparato la trappola; non mi rimane che attendere che la roulette
abbocchi.
Comunque,
adottando questo comportamento di attesa, si possono svolgere i due
sistemi anche indipendentemente l'uno dall'altro perchè siamo noi
che ci adattiamo alla permanenza del momento. Sappiamo che ciò che
non è accaduto prima accadrà quantitativamente in seguito, con il
completamento del ciclo logico. Se i 20 numeri rilevati non hanno più
di 3 doppioni, gioco il Panorama; se ne contengono 6-7, gioco
la Piramide in vetta parte prima,
oppure il gioco del Ramino
con 4 schemi.
Questa
è la forza che deve avere il sistemista: quello che sta
facendo non è un divertimento ma un lavoro. Il divertimento non paga
di sicuro. Il lavoro può pagare sempre. Il segreto è avere
la disponibilità di una ventina di colpi della permanenza del
momento e decidere quale dei nostri sistemi vi si adatta con maggiori
probabilità di successo. Se ci sono doppioni, scegliamo un gioco di
allargamento; se non ci sono doppioni scegliamo un gioco di calore.
Se vogliamo abbinargli un gioco contrario, dobbiamo essere capaci di
gestire l'evolversi della partita.
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