03/08/12

LA FORZA DEL SISTEMISTA


Qual'è il comportamento abituale di un qualsiasi sistemista di roulette?

Un normale sistemista va al tavolo da gioco con un preciso e ben definito sistema. Inizia a rilevare la permanenza del momento ed effettua il suo attacco dopo aver raggiunto una determinata maturazione dello schema che ha davanti. La permanenza è quella che trova e il sistema è quello che nella sua mente dovrebbe vincere.

Sto parlando di un vero sistemista: uno di quelli che, in base alla Legge del terzo, gioca sull'allargamento o sul calore. Non parlo di quei sistemisti che giocano su permanenze continue a favore o contro gli andamenti del momento, o che giocano per 6-9 volte 6 numeri, dopo aver visualizzato i precedenti 12. Non parlo né di gioco su permanenza continua, né di cabale, né di magia. Parlo di un modo di giocare che cerca di trarre un benefico da un comportamento standard della roulette: comportamento che però nel suo sviluppo finale è quantitativamente stabile ma qualitativamente mutevole.

Il normale sistemista (me compreso fino a poco tempo fa) va a un tavolo da gioco e pretende che la permanenza del momento sia adatta al suo sistema; solo perchè la tendenza statistica dice che ciò che lui ha sperimentalmente previsto dovrebbe realizzarsi.

Se però ci rileggiamo il "Principio di Bernoulli", apprendiamo che la "probabilità" e la "media teorica" tendono a realizzarsi con l'aumentare del numero delle prove. Ciò significa che la giustificazione del nostro sistema è corretta solo se consideriamo un quantitativo di prove (quantitativo di spin) ben più grande di quello che nella realtà è già sufficiente a farci sconfinare nella insostenibilità economica, sia per mancanza di cassa, sia per superamento dei massimali del tavolo. In sostanza, la nostra "frequenza relativa" e la nostra "media sperimentale", che sono alla nostra portata, possono non raggiungere la "probabilità" e la "media teorica" in quel breve ciclo che può essere coperto dalla nostra disponibilità di cassa o dai limiti del tavolo.

Ecco che allora la "pretesa" del sistemista è destinata a scontrarsi con l'inevitale, immancabile, scarto contrario. Prima o poi la roulette non farà ciò che era stato previsto dalle nostre innumerevoli prove sperimentali, semplicemente perchè ciò che avevamo previsto è ricercato in un breve quantitativo di spin.

Ma allora, vista l'inevitabile fine di ogni sistema, siamo desitinati a perdere sempre? Le prove da me effettuate, sempre nelle stesse (e particolari) condizioni, dicono di no. Non sono prove fatte virtualmente o testate con programmi telematici. Sono prove reali, giocate in Casinò live con croupier e roulette reali e con un tempo di puntata edeguato (anche se talvolta non sufficiente). Sono prove che non hanno mai fallito perchè io mi sono adeguato alla permanenza e non ho cercato che la permanenza si adeguasse a me.

Gli ultimi due sistemi, distribuiti gratuitamente ai possessori del 3° sovrapposto, sono improntati sull'allargamento e sul calore. Entrambi, se presi a se stanti e nelle loro fasi iniziali, possono in teoria incontrare la permanenza negativa dove i calori o gli allargamenti del momento possono protrarre le vincite (chiusure) a fine ciclo, o addirittura far si che non ci siano chiusure per l'intero ciclo. Nella realtà dei fatti non ho mai incontrato tali permanenze, ma ciò non vuol dire che non si potranno incontrare. Nel gioco della Piramide in vetta i numeri puntati potrebbero coincidere con i numeri destinati a mancare nel ciclo logico. Nel gioco del Panorama i due cicli potrebbero in gran parte coincidere e le poche differenziazioni potrebbero non essere sufficienti. Questa è una probabilità molto remota e perciò non è questo di cui dobbiamo preoccuparci perchè, se giocati in contemporanea, sono complementari e un sistema salva l'altro.

Ciò di cui dobbiamo preoccuparci è "l'adeguamento" del sistemista alla permanenza. Ma come?

Ora vi dico come faccio io: lascio passare 20 numeri che però siano consequenziali e cioè che derivino tutti dalla stessa roulette (mania? Forse!). Per fare ciò utilizzo il "totem" del tavolo che all'inizio contiene i numeri della precedente giornata e durante la seduta quelli precedenti l'ultimo spin. In ogni caso ricorro sempre al "totem" e, in entrambi i casi, lascio sfilare nuovi numeri fino ad annotarne venti. A questo punto osservo la permanenza scritta, nella quale i doppioni saranno stati evidenziati con una spunta o una sottolineatura. Durante il completamento di questa fase non confronto la permanenza con gli schemi per non invogliarmi ad anticipare gli attacchi.

Se la permanenza scritta non ha più di 3 doppioni, inserisco i numeri in uno schema di Panorama che con i tre doppioni già presenti non contenga una chiusura. Se ha più di 3 doppioni tiro numeri nuovi fino alla necessaria condizione ottimale.

Mentre aspetto la condizione ottimale per il gioco del Panorama costruisco il gioco del Ramino (con 4 schemi) perchè ha una maturazione più lunga e le sue 2 vincite scadono quasi sempre a Panorama concluso.

Finora ho giocato con questi due sistemi e già questo mi impegnava completamente. Non potevo aggiungere il sistema della Piramide in vetta, che sarebbe il vero "complementare" al gioco del Panorama, perchè l'intero gioco non sarebbe stato eseguibile con i tempi del tavolo. O si sceglie la Piramide, o si sceglie il Ramino. Dato che ultimamente ho costruito i 4 schemi del Ramino, ho voluto provare l'abbinamento con quest'ultimo. I tempi di maturazione però sono un po' diversi e spesso ero costretto a ritardare il gioco sul Panorama prima che quello del Ramino fosse pronto. Ora posso riprendere il gioco Panorama/Piramide parte prima. Il risultato comunque è sempre lo stesso:

LA VINCITA COSTANTE

Che si giochi Panorama/Ramino o Panorama/Piramide parte prima, le chiusure sono garantite, sia in allargamento che in calore. Ma come mai?

La spiegazione è semplice. Iniziando uno dei due giochi in una condizione ottimale, abbiamo molte probabilità di vincere su quel gioco che deve ancora produrre i suoi risultati standard. Se invece la permanenza prosegue il suo andamento contrario, avremo altrettante probabilità di vincere con il gioco opposto. In sostanza sono io che mi adatto alla permanenza del momento e non viceversa.

Ho preparato la trappola; non mi rimane che attendere che la roulette abbocchi.

Comunque, adottando questo comportamento di attesa, si possono svolgere i due sistemi anche indipendentemente l'uno dall'altro perchè siamo noi che ci adattiamo alla permanenza del momento. Sappiamo che ciò che non è accaduto prima accadrà quantitativamente in seguito, con il completamento del ciclo logico. Se i 20 numeri rilevati non hanno più di 3 doppioni, gioco il Panorama; se ne contengono 6-7, gioco la Piramide in vetta parte prima, oppure il gioco del Ramino con 4 schemi.

Questa è la forza che deve avere il sistemista: quello che sta facendo non è un divertimento ma un lavoro. Il divertimento non paga di sicuro. Il lavoro può pagare sempre. Il segreto è avere la disponibilità di una ventina di colpi della permanenza del momento e decidere quale dei nostri sistemi vi si adatta con maggiori probabilità di successo. Se ci sono doppioni, scegliamo un gioco di allargamento; se non ci sono doppioni scegliamo un gioco di calore. Se vogliamo abbinargli un gioco contrario, dobbiamo essere capaci di gestire l'evolversi della partita.

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