25/02/11

DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA


Se prendiamo il Sig. Bernoulli e lo scuotiamo per bene, forse riusciremo a carpire qualcosa di più di quanto traspare a prima vista dal suo Principio. Questo sapientone ha detto cose che, col senno di poi e pensandoci su un pochino, ci appaiono logiche e perfettamente rispecchianti la realtà. Rileggiamo per l’ennesima volta il suo Principio.

“Con l’aumentare del numero di prove effettuate nelle stesse condizioni, la frequenza relativa tende alla probabilità e la media sperimentale tende alla media teorica”.

Se questo signore ha usato per ben due volte la parola “tende”, significa che tutto ciò che va predicando è una “tendenza” e che quindi nulla è certo in un qualsiasi punto isolato avvenga l’esame, ma sarà certo se consideriamo un numero di prove che tende all’infinito.

Ciò significa che anche dopo essere giunti a un milione di prove, la media teorica potrebbe non essere presente in quel momento, ma lo può essere stata prima, anche per più volte e lo sarà certamente dopo, anche per più volte.

Non dobbiamo quindi pensare alla media teorica, dovuta alla probabilità, come un traguardo futuro e statico, bensì come tanti traguardi che si raggiungono e si perdono in continuazione, secondo frequenze casuali. Non so se tali frequenze possano essere calcolate matematicamente, ma senz’altro si dovrà fare i conti con gli scarti casuali che s’incontreranno lungo la strada.

A questo punto bisogna stabilire cosa intende il Sig. Bernoulli con i termini “probabilità” e “media teorica” applicati alla roulette perché, a mio avviso, i due termini producono due effetti che sono due facce della stessa medaglia.

E’ pensiero comune che alla roulette esistano due tendenze: la prima è la“Legge del terzo” e la seconda è “l’equilibrio” dei numeri e delle Chances di qualsiasi tipo dopo un congruo numero di prove (eventi o boules). I due aspetti, che apparentemente sono in contrapposizione, a mio avviso non lo sono per niente.

La “probabilità” è proprio quella che determina la Legge del terzo e ciò lo comprendiamo pienamente ponendoci una domanda:

Che probabilità ha la pallina di visitare una casella non visitata, dopo che le caselle visitate sono aumentate oltre la metà delle disponibili e continuano ad aumentare con il passare degli assalti?

E’ chiaro che a questo punto il rapporto fra il numero dei casi favorevoli e quello dei casi possibili è dato proprio dalla “probabilità” e che quindi sia proprio questa a determinare la realizzazione della Legge del terzo.

Ma come può essere pertinente il raggiungimento della media statistica, e quindi la tendenza alla giusta proporzione dei due terzi, con la frammentarietà delle prove che realizzano questa tendenza? I due terzi tendono a realizzarsi in un frammento di permanenza che è quantificato dal numero delle Chances che di volta in volta sono prese in considerazione e cioè entro il proprio ciclo logico. Come si può conciliare, quindi, la tendenza prodotta da infinite prove con la frammentarietà necessaria alla formazione dei due terzi? La risposta è ovvia. Il risultato perfetto dipende dalle singole tendenze dei frammenti il cui numero tende all’infinito. Più i cicli chiusi aumentano, più il “risultato medio” tenderà alle perfette proporzioni dei due terzi. Attenzione perché non sto dicendo che con l’aumentare delle prove un ciclo ha più probabilità di sviluppare le proporzioni. Sto dicendo che c’è una tendenza alla perfetta percentuale delle proporzioni nella “somma delle prove” e cioè dei cicli. La somma dei risultati si avvicina percentualmente alla perfezione.

Allora il Principio di Bernoulli potrebbe essere così riformulato:

“Con l’aumentare del numero di cicli logici, ottenuti nelle stesse condizioni, le proporzioni relative tendono alle proporzioni assolute, dove i due terzi saranno presenti e un terzo sarà assente”.

In conclusione, la media delle proporzioni contenute nella Legge del terzo tende a realizzarsi pienamente con l’aumentare dei cicli chiusi logici e non dai singoli colpi di roulette. In definitiva la Legge del terzo dipende dal ciclo logico e più cicli si esaminano, più la somma dei risultati tende alle perfette proporzioni. Non si guarda il singolo ciclo che può essere imperfetto, ma la somma dei cicli tenderà percentualmente alla perfezione.

L’altra faccia della medaglia è data dalla “media teorica”.

La tendenza all’equilibrio dei singoli numeri e delle Chances che essi formano si realizza, anch’essa, con l’aumentare delle prove effettuate nelle stesse condizioni.

Significa che dopo un certo quantitativo di colpi, che tende all’infinito, ogni numero e ogni Chance tende ad avere uno stesso quantitativo di presenze e tutto tende a livellarsi. Questa tendenza è l’esatto contrario della precedente che, nella sua singolarità, prevede un certo quantitativo di eventi superiore agli altri (terzo doppiato). Come convivono le due tendenze?

La risposta è semplice e ovvia. Ogni ciclo logico, che fa parte di quella sequenza di cicli che tende all’infinito, è potenzialmente costituito da 12 numeri presenti una volta, 12 presenti due o più volte e 12 che non sono presenti. La stessa cosa è rapportabile alle Chances Multiple con il terzo singolo, il terzo doppiato e il terzo assente. I cicli successivi, pur mantenendo le stesse proporzioni tendenziali, conterranno una diversità nei numeri o Chances che formano i tre gruppi e la loro continua alternanza e transizione dall’uno all’altro gruppo determina la tendenza all’eguaglianza nelle loro presenze. Ciò che in questo ciclo è assente sarà presente nei prossimi e viceversa.

Riformulando ancora una volta il Principio di Bernoulli possiamo dire:

“Con l’aumentare del numero dei colpi effettuati nelle stesse condizioni, le presenze sperimentali tendono all’equilibrio teorico”.

In pratica più le singole boules tendono all’infinito, più le presenze dei numeri o delle Chances tendono all’equilibrio.

In conclusione “equilibrio” e “Legge del terzo” sono due aspetti dello stesso fenomeno che produce risultati diversi secondo com’è considerato: il primo su un’infinità di singole boules; il secondo su un’infinità di singoli cicli logici.

Vi sembra un buon ragionamento?

Oggi ho pubblicato (o forse si può dire postato?) un titolo dove troverete tutti gli schemi necessari per svolgere i sistemi che ho finora pubblicato. Potete stampare la pagina del PDF che vi interessa e poi fare delle fotocopie. Lo scopo è di risparmiarvi la fatica di costruire gli schemi (che a volte sono laboriosi) e rendere così più facili le sperimentazioni. So che qualcuno è, come me, un po’ “sfaticato”.

CAPITOLO: Schemi di tutti i sistemi.
TITOLO: Schemi.

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19/02/11

SPETTANZA PROBABILISTICA


Premetto che io non sono un matematico. Premetto che più che altro sono un intuitivo e che, senza approfondire più di tanto gli argomenti che prendo in considerazione, formulo delle ipotesi che secondo me potrebbero essere vere.

La “spettanza probabilistica” ci dice che qualunque sia il passato, il futuro conserva esattamente le stesse probabilità in ogni evento. Se sono passati 30 rossi, al prossimo colpo, rosso e nero hanno la stessa spettanza probabilistica. Se sono passate 10 terzine diverse, al prossimo colpo ogni terzina ha la stessa spettanza probabilistica. Se sono passati 15 cavalli diversi, il prossimo colpo può sempre produrre uno qualsiasi dei cavalli perché la spettanza probabilistica di ognuno di essi è uguale. La conclusione è che in base a questo principio nessuna scelta ha una valenza probabilistica diversa dal principio stesso e la selezione del colpo non può essere suffragata da un motivo che non esiste.

Concordo pienamente con queste considerazioni che descrivono esattamente ciò che è la spettanza di ogni singolo colpo di roulette. Stiamo parlando, però, del singolo colpo e non di una serie di colpi. Che cosa succederebbe se il principio riguardasse l’insieme di tutti i colpi di un ciclo chiuso?

Al primo colpo tutte le Chances hanno la stessa probabilità e quindi ne esce una qualsiasi. Al secondo colpo hanno tutte la stessa probabilità ma vi è una possibilità che la pallina ricada nello stesso punto. Al terzo colpo hanno tutte la stessa probabilità ma ora vi sono due possibilità che la pallina ricada in uno dei punti precedenti. Al decimo colpo hanno tutte la stessa probabilità ma vi sono 9 possibilità che la pallina ricada in uno dei punti precedenti. E così via. A questo punto direi che, per evitare sempre quei punti già visitati e in continua espansione, la pallina dovrebbe essere teleguidata scientemente perché altrimenti avrebbe bisogno di una fortuna che forse si realizza una volta ogni 500 anni; o forse mai.

A questo punto è facile comprendere che il singolo colpo rispecchia esattamente la spettanza probabilistica, mentre una moltitudine discreta di colpi è soggetta alla Legge del terzo perché la pallina, come non ricorda dov’è andata il colpo prima per evitarlo, non ricorda nemmeno dove non è andata, per andarci.

La pallina, quindi, deve avere una buona dose di fortuna per evitare sempre i punti visitati e se consideriamo i pieni, forse mai ci riuscirà. La cosa è diversa con le sestine, con le terzine e con i cavalli. Ognuna di queste Chances realizza l’allargamento completo nel proprio ciclo logico con una certa percentuale di frequenza, ma qui è facile capire il perché. Le multiple diverse dai pieni sono formate da gruppi di numeri e il loro ciclo logico (6, 12, o 18) comporta un quantitativo di assalti inferiore al ciclo assoluto (36). Come ho già detto in altra occasione, due caselle sui pieni è un allargamento, mentre due caselle della stessa terzina è un calore.

Il prossimo articolo riguarderà due aspetti del principio di Bernoulli. Non lo posto qui per non appesantire troppo le mie farneticazioni.

Sto anche pensando di postare nel sito la variante del sistema sulle terzine in cicli da 1,5 perché certi sviluppi che aspettavo non arrivano. Forse sarà l’oggetto del prossimo post e vi assicuro che sarà un vero regalo.

Pubblico una delle molte mail che ricevo e che mi è sembrata degna della vostra attenzione. Si tratta di una persona che non ha mai giocato in un Casinò o in un Live in Internet; eppure è un appassionato di roulette. Questa persona ci insegna che lo studio della roulette può non essere mirato al mero guadagno di denaro, ma può essere anche un interessante motivo di studio che ci migliora e ci fa vedere gli eventi della vita con un’ottica diversa. Uno studio che ci insegna a tener conto delle varie possibilità; delle ragioni per cui certi eventi capitano; delle ragioni di certi comportamenti delle persone. Chi è abituato a vagliare gli eventi casuali difficilmente farà una cosa a caso, senza pensare alle conseguenze, o difficilmente prenderà una strada senza prima pensare dove lo condurrà.

Buonasera,
Leggo sempre volentieri i suoi articoli, gli ultimi due poi mi sembrano eccitanti, credo che lei sia l’unico che possa disegnare un sistema in grado di giocare contemporaneamente sul calore e sull’allargamento, un sistema che, nel momento in cui entra in crisi, prepara il terreno per un attacco sul fronte opposto. Le auguro un felice stop riflessivo.
Ho letto il suo libro “L’evoluzione finale”, l’ho studiato in autunno, quando la mia stagione lavorativa conosce una pausa, ho giocato virtualmente tutti i sistemi presenti e sono rimasto così colpito dalla forza dei suoi schemi che ho cercato di imitarla inventandone di miei, senza riuscirci veramente.
Devo confessare che non ho mai giocato in un casinò vero e neanche in uno virtuale, però sono affascinato dalla roulette al punto che ho comprato diversi sistemi, ma nessuno ha mai resistito alla verifica come i suoi.
Il suo sistema sulle chances semplici, dove tre chances giocano in mutualità al 50% obbligato, l’ho giocato per 2046 boules di una raccolta del Casinò di Sanremo senza mai saltare, mi ero prefissato un limite di 100 pezzi. Per cinque volte ho toccato il termine 16 della montante, in tutto ho vinto 298 pezzi.
Le parlo di questo sistema perché riesco a giocarlo senza l’ausilio di un quaderno, riesco a seguire l’evoluzione del gioco mentalmente associando immagini particolari alle diverse figure che si formano.
A proposito di questo sistema volevo chiederle un suo parere rispetto a qualcosa che non capisco: quando si aspetta che il gioco si maturi su una chance per la ripetizione di una coppia, a volte succede che la permanenza fa maturare un attacco sulla chance vicina nella riga e la doppi mentre noi stiamo ancora aspettando le condizioni necessarie per attaccare la chance precedente. Quando poi abbiamo finalmente attaccato la prima chance e abbiamo anche perso i due tentativi a disposizione, ci occupiamo della chance vicina nella riga, ed è qui che non capisco, perché dovremmo aspettarci che esca un secondo doppione della figura visualizzata nello schema di partenza se questa figura è già stata doppiata mentre stavamo aspettando la maturazione della prima chance?
Mi scuso con lei per la semplicità dei miei ragionamenti.
Distinti saluti,
Cesare ………….

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13/02/11

LA SELEZIONE DEL COLPO


Quanti pareri abbiamo sentito sulla selezione del colpo?

I sostenitori di questa tecnica di gioco asseriscono che in determinate occasioni certi risultati sono tendenzialmente probabili. Io sono uno di questi, ma aggiungo però che se la selezione non avviene all’interno di un ciclo chiuso, non è più una selezione perché non avrebbe un inizio e una fine di riferimento.

La permanenza continua non può dare indicazioni per una selezione di colpi perché le configurazioni prodotte non hanno confini di delimitazione e la loro durata è imprevedibile. La ragione è lo scarto che non pone limiti alle deviazioni sul continuo dei numeri casuali. In questi casi le configurazioni analizzate per la selezione possono essere costituite da figure in frequenza, continue, o alternate; da quantità omogenee di Chances; da coperture più o meno allargate del tappeto; dal gioco di determinati numeri dopo l’uscita di altri, ecc.

Tutti questi modi di acquisire, analizzare e attaccare una permanenza continua sono soggetti a deviazioni tali da non consentire in alcun modo un efficace sostegno economico, sia a masse pari, sia in montante, proprio per la loro possibile durata. L’unico modo per superare l’empasse sarà la messa in atto di stop loss, o di ripartizioni delle perdite, o la spalmatura degli scoperti in più partite successive; ma la partita sempre vincente sarà una chimera.

Se andiamo contro o a favore di determinate figure, in teoria il contrario si può ripetere molte volte senza limiti di tempo. Se andiamo contro o a favore di una Chance, il contrario può perdurare ben oltre il nostro capitale disponibile (vedi i 29 colpi storici di Chance Semplice). Se facciamo una puntata allargata al 75% del tappeto, nulla vieta che in teoria quel 25% possa uscire per 10-15 volte; sarà solo una questione di tempo. Se puntiamo determinati numeri dopo l’uscita di altri, nulla impedisce che la previsione non si realizzi per lungo tempo. Tutto ciò riguarda il gioco continuo.

Che differenza c’è con il ciclo chiuso?

Un ciclo chiuso, “logico” o “assoluto”, ha un inizio e una fine. Sappiamo che se la configurazione ricercata è certa, saremo soggetti a forti allargamenti delle Chances in gioco. Se è tendenziale, può non realizzarsi ma in ogni caso l’impegno economico avrà uno stop dovuto alla conclusione del ciclo.

Ora che abbiamo davanti queste due strade comportamentali, quale delle due scegliereste? Dov’è che la selezione del colpo ha un senso?

Sono certo che scegliereste il ciclo chiuso, anche se alla roulette ogni colpo è nuovo e anche se la roulette non ha memoria e il colpo successivo non ricorda il colpo precedente.

Il ciclo chiuso non ha bisogno che la roulette ricordi, perché ciò che avviene al suo interno deriva da un aumento di un settore e da una diminuzione di un altro. Il settore delle caselle visitate dalla pallina aumenta e quello delle caselle non visitate diminuisce. E’ questa continua e ripetitiva evoluzione che determina sia i disegni certi, sia quelli tendenziali. Ci potranno essere occasioni in cui la tendenza arriva in ritardo, ma difficilmente ci saranno occasioni in cui non si realizza per niente.

Il gioco continuo invece, che tendenza ha? Quando e dove possiamo prevedere il prossimo comportamento della permanenza, rispetto a quello precedente? Soltanto nelle alternanze fra allargamento e calore, che però non sono assoluti nella loro frequenza.

La tecnica per individuare un disegno tendenziale all’interno di un ciclo chiuso consiste nel verificare ciò che succede in uno schema appositamente creato; quante volte quel disegno si formerà e quante volte mancherà? Se la frequenza è del 99%, il gioco è buonissimo; se è inferiore all’80%, è meglio non prendere in considerazione il gioco.

Naturalmente più ci si avvicina al 99% più ci saranno allargamenti di Chances da giocare; più ci si allontana dal 99% più c’è la possibilità che il disegno non si formi o che si formi verso la fine del ciclo logico o assoluto.

Eppure la Legge del terzo ci da tutte le indicazioni per trarre un vantaggio dalla sua realizzazione. Basta saperla interpretare nei dovuti modi. Diciamo che l’interpretazione è una soltanto, ma le applicazioni sono poi molteplici e tutte vincenti. Sono talmente vincenti che allargamenti e calori possono essere giocati contemporaneamente perché questa interpretazione non permette un allargamento di puntate come in un qualsiasi altro gioco a chiusura con il colpo (o i colpi) selezionato.

Più che selezione del colpo si dovrebbe parlare di selezione di cosa giocare, perché il colpo ce lo indica lo sviluppo del ciclo.

Questo è uno dei tanti utilizzi della Legge del terzo, ma è l’unico che merita l’appellativo di “vero utilizzo” perché ci permette di sfruttare l’unica vera tendenza di tale Legge, sia in caso di allargamento, sia in caso di calore.

Tutto ciò mi ha permesso di fare un gioco che possiamo definire “bidimensionale” perché allargamento e calore, pur essendo antitetici, assicurano la felice conclusione di ogni partita. Se non esce l’uno, esce l’altro, ma senza gli spropositati allargamenti a cui, solitamente, eravamo soggetti.

L’apertura di questa nuova frontiera (anche se da me conosciuta da parecchi anni) m’impone uno stop riflessivo. Quando avrò sviluppato e scritto le varie applicazioni valuterò la loro divulgazione: se per libro o altra forma.

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06/02/11

UNA VIA DI FUGA


Nel suo trattato “L'arte della guerra” il Generale Cin Cin Ciao Lin descrive come deve essere condotta una battaglia che si svolge in campo nemico. Consapevole che il campo di battaglia è sconosciuto a lui e al suo esercito, egli ipotizza determinate azioni di disimpegno nel caso sia necessario il ritiro dalla scena della battaglia. Per non subire una disfatta totale, egli prevede che in caso di difficoltà vi sia una “via di fuga”.

Il sistemista deve prendere insegnamento da questo grande condottiero (per la verità inventato or ora da me) e prevedere quali azioni intraprendere nel caso il gioco che sta facendo cominci a dare i segni dell'imminente fallimento.

Sappiamo che un gioco sempre uguale porta inevitabilmente alla partita che richiede un grande sforzo economico. Ciò rientra nel principio di Bernoulli che ci avverte che, nelle stesse condizioni (gioco sempre uguale), la frequenza relativa (partita in corso) tende alla probabilità (tutte le situazioni possibili). E' chiaro quindi che tutte le configurazioni possibili, prodotte dai cicli chiusi della permanenza, hanno un uguale diritto di presentarsi al nostro gioco e che fra di esse vi saranno anche quelle a noi sfavorevoli.

Se il gioco che pratichiamo è buono, rafforzato dalle dovute giustificazioni, queste partite sfavorevoli si presenteranno frammiste a molte partite favorevoli, che chiudono facilmente e in breve tempo. La cosa, comunque, non è consolante perché a questo punto gli effetti diventano uguali a qualsiasi altro gioco che non abbia le stesse caratteristiche di affidabilità. Potremo contare su qualche giornata vincente, soprattutto se la nostra presenza al tavolo si riduce a una o due ore, ma sappiamo bene che le giornate si legano le une alle altre e che, alla fine, la permanenza contraria dovrà fare la sua comparsa all'orizzonte della nostra “permanenza personale”, proprio in ottemperanza al Principio di Bernoulli. A quel punto, se non abbiamo previsto un giusto rimedio, restituiremo al banco ciò che avevamo incassato con le precedenti partite e forse anche di più.

Prendiamo quindi insegnamento dall'ipotetico Generale Cin Cin Ciao Lin e non affidiamoci esclusivamente a un gioco unico. Cerchiamo di prevedere le nostre “vie di fuga” (non dal Casinò) che ci permetteranno di interrompere gli effetti contrari di quella “permanenza del momento”, e che ci permetteranno di convogliare il gioco su altri risultati. Altri risultati che avranno l’esclusivo compito di rimediare all’esito negativo del primo gioco.

In pratica è un giocatore di riserva che entra in campo se il giocatore titolare s’infortuna (proprio come nel gioco del calcio).

Gli ultimi studi che sto facendo si concentrano su questo concetto: la possibilità di mettere in campo una via di fuga e cioè un rimedio alla situazione deficitaria lasciataci dal gioco “titolare” del sistema. Di solito, per non rischiare la massima scalata nella montante, non adottiamo sul gioco base una riduzione logica e se la vincita tarda a presentarsi, resteremo esposti di qualche cifra. Invece di fare uno stop loss, o di ripartire la perdita sulle partite successive, continuiamo la stessa partita abbandonando il gioco base e passando ai giochi secondari che, con le vincite disponibili, avranno il solo compito di portarci in utile. Mettiamo in campo le “riserve” che sostituiranno il giocatore infortunato.

La prima applicazione di questa condotta di gioco è contenuta nel seguito del sistema che riguarda il 3° sovrapposto su due cicli da 1,5 sulle terzine. Non è ancora stato pubblicato perché sono in attesa di certi sviluppi per un nuovo sito ma, anticipando la sostanza del suo contenuto, posso dire che se la chiusura del gioco primario è avvenuta in ritardo, subentrano due giochi secondari che con la loro disponibilità di vincite recuperano l'esposizione e raggiungono l'utile. I due giochi secondari sono le riserve e intervengono solo se il gioco primario, titolare della partita, fallisce il raggiungimento dell'utile entro i tempi usuali, a causa di una chiusura che scade con un certo ritardo. La sua chiusura è matematica ma, proprio per questo, a volte scade a inserimenti avanzati e con un certo allargamento di Chances giocabili. Questa è la ragione delle molteplici partite vincenti ai primi colpi, che però sono intervallate da sporadiche partite che chiudono a inserimenti avanzati.

Con questo sistema non ci saranno più recuperi da addebitare alle partite successive; ci sarà una naturale continuazione del gioco, spostato però su altri obiettivi.

Grande è l'aleatorietà della roulette!!! Ma è anche superabile se si prendono le dovute precauzioni.

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