"La solitudine dei numeri primi" è un romanzo di Paolo Giordano
nel quale si racconta la storia di un ragazzo e una ragazza che, divisi da
invalicabili ostacoli di natura esistenzial-psicologica (come ce ne possono
essere a miliardi nel nostro tipo di società) pur essendo attratti l'uno verso
l'altra, non riescono a unirsi. I due sono paragonati a due numeri primi.
La "solitudine dei numeri pieni" è invece una mia divagazione
sull'importanza di giocare esclusivamente numeri pieni alla roulette. Il mio
maestro diceva: "è più facile
vincere giocando un solo numero per volta che non due o più". Anche se
l'affermazione è sacrosanta, è chiaro che non gioco un solo numero per volta,
però ho imparato che i numeri pieni vanno lasciati soli. Se vuoi vincere alla
roulette devi farli vivere in solitudine. A seconda del tuo sistema ne puoi
giocare quanti ne vuoi, ma l'importante è che non devi aggiungere cavalli,
carré o altri rafforzativi attorno a quei numeri. Naturalmente sto parlando
dell'esecuzione di un sistema che si basi esclusivamente sui numeri pieni e non
di gioco a casaccio sulla fortuna.
Nella mentalità generale c'è il
miraggio del "pieno e cavalli" perchè si pensa che se si manca il
pieno, si recupera o anche si vince qualcosa con il cavallo. E' un falso miraggio
per il semplice fatto che il cavallo non paga quanto il pieno e soprattutto è
più dispendioso sostenere un gioco sul pieno con i suoi cavalli che non sul
solo pieno. Certo è una questione di proporzioni fra quanto occupo e quanto
ricevo in pagamento dal banco. Se punto un cavallo occupo due posti ma ricevo
la metà del pieno e così via. Se non ci fosse lo scarto non ci sarebbero
problemi, ma siccome lo scarto c'è, è logico che più numeri si coprono maggiore
sarà l'impegno per superarlo, fino ad arrivare molto più velocemente ai massimi
del tavolo. Questo è soltanto il ragionamento logico che riguarda il solo
puntamento delle combinazioni multiple. Figuratevi cosa può succedere se
applicate queste combinazioni multiple a un gioco sui singoli numeri pieni. Moltiplicate
tutto questo per il numero dei pieni giocati e vi accorgerete come la vostra
disponibilità di cassa scenderà in breve tempo.
Quando ho cominciato a giocare il
sistema che uso attualmente e che si applica ai pieni, un giorno mi ero indispettito
perchè la permanenza mi stava prendendo per il c...... Per la verità avevo già
conseguito una vincita ma, essendo avvenuta tardi, l'utile era soltanto di tre
o quattro pezzi. Ho cercato di vincere di più proseguendo la partita, anche se
c'era stato un periodo di quasi totale allargamento e quindi mancavano i
doppioni che presumibilmente dovevano arrivare di li a poco. E' stato un
azzardo e infatti cominciarono i doppioni, intervallati da pochissimi numeri
nuovi ma non vincenti. A un certo punto persi il senso della misura e cominciai
a rafforzare i numeri del gioco con i rispettivi cavalli, pensando che gli
incassi di questi ultimi mi avrebbero sostenuto fino alla vincita di un pieno
titolare del gioco. Mi resi subito conto che l'incasso di un cavallo non
recuperava neanche i pezzi puntati sugli altri cavalli e inoltre ad ogni colpo
totalmente perdente, una grossa fetta della cassa se ne andava. L'incremento
delle puntate sui pieni, poi, era molto forte perchè, anche se l'incasso è di
35 volte la posta, la quantità dei pezzi che si dovevano aggiungere per il
recupero di ogni colpo era divenuta talmente alta che la cassa di 1000 pezzi
finì prima della conclusione della partita. Comunque ero partito con
quell'andazzo e non ho smesso fino allo stop loss stabilito dalla cassa
destinata alla partita. Verso la fine del ciclo logico è arrivata la svolta,
quando ormai le munizioni erano finite per i pezzi sprecati sui cavalli e anche
qualche carré. Se invece avessi proseguito con il puntamento dei soli numeri pieni,
sarei arrivato agevolmente all'utile della partita, superando anche il periodo
dei doppiaggi.
Morale della favola, a parte
l'errore di continuare su un gioco sull'allargamento dopo una ventina di spin
senza doppioni, se avessi proseguito con i soli numeri pieni sarei arrivato
alla svolta del gioco con la cassa stabilita e avrei concluso vincente quella
partita.
Ecco perchè i numeri pieni devono
restare in solitudine. Se il sistema ha un senso, dobbiamo vincere sul pieno e
non contare su falsi recuperi da cavalli e carré di rinforzo.
Ho finito la stesura del gioco
sul Punto/Banco e oggi l'ho pubblicato nel Sito. Sono 62 pagine e quindi ci
impiega un po' di tempo a scaricare il PDF. E' un gioco che può resistere a
lungo, ma alla fine incontrerà anch'esso il suo contrario e allora si possono
anche raggiungere i massimi del tavolo, riducendo il tutto a una pura e
semplice lotta economica alla pari contro il Banco. E' chiaro che una qualsiasi
montante, per quanto sia blanda, recupera dei precedenti colpi persi e se viene
meno la possibilità di aumentare la posta, bisogna che i colpi vincenti siano
di più dei perdenti. A questo punto bisogna vedere se lo scarto fin li subìto
ha esaurito la sua azione negativa perchè, in caso contrario, non vi è
salvezza.
In questo nuovo lavoro ho creato
un nuovo tipo di Figure che si chiamano "Figure Bivalenti". La considero una bella idea perchè danno
modo di delimitare il campo d'azione soltanto a quattro Figure anziché otto
come nelle normali Figure di 3.
Naturalmente le soluzioni di
gioco sono state tante e qualcuna la pubblicherò più avanti nel tempo, sempre
nello stesso capitolo del Sito.
Il gioco quindi non è sempre
vincente, ma può servire ad altri studiosi per trovare qualcosa di meglio
partendo da queste idee.
CAPITOLO: PUNTO-BANCO
TITOLO: LE FIGURE
BIVALENTI
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Se uno va al Casinò una volta
nella vita, può essere fortunato. Se ci va con una certa regolarità, per lui la
fortuna non esiste.
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