27/11/10

A CHE SERVE LA STORIA?


La parte iniziale dell’introduzione al mio primo libro “LA FINE DELL’AZZARDO” iniziava così:

La vastissima letteratura già esistente in materia di “azzardo e vincita costante alla roulette” ha creato in me qualche perplessità sulla validità di ciò che ho appreso in dieci anni di ricerche (sia personali sia di equipe) sull’argomento.
Il mio dubbio, al momento di rendere partecipi altre persone dei risultati conseguiti mediante la pubblicazione del presente libro, era quello di chi, avendo qualcosa da dire, si preoccupa se ciò non sia già stato detto, o se ciò sia cosa di tale poco conto da non meritare di essere presa in considerazione.
Con una certa curiosità, quindi, ho speso parte del mio tempo libero a ricercare e leggere libri e riviste specializzate, nell’intento di verificare il punto di arrivo di altri ricercatori e studiosi in questo campo così vasto e difficile
.”

Seguivano poi i nomi d’illustri studiosi come Chateau, Boll, Pascal, Bernoulli, Marigny, Della Moglie, di cui avevo letto libri e articoli nelle varie riviste specializzate.

Il punto è che, prima di dire la mia, mi sono informato su quanto già fatto da altri; in primo luogo per non imboccare strade già percorse e già fallite ancor prima che io le pensassi e in secondo luogo per evitare di dire banalità e far perdere tempo a chi mi avrebbe letto.

Questo, secondo me, dovrebbe essere il giusto comportamento di un qualsiasi “ricercatore” sui metodi per battere la roulette. Vediamo cosa hanno trovato gli altri prima di noi e poi, eventualmente, esponiamo la nostra idea.

In realtà, invece, leggo a destra e a sinistra una saga di banalità che vanno da metodi di gioco forse applicati da Re Luigi XVI, a invenzioni di “geni della roulette” per i quali questa scienza non dovrebbe avere un background che dura da quasi 300 anni.

Il fatto è che questi “pensatori” riempiono migliaia di pagine in internet creando un mare magnum dove è difficile trovare qualcosa di serio. Espongono le loro idee su come affrontare la roulette, non preoccupandosi di conoscere le leggi naturali del caso, le leggi sulla distribuzione delle figure, il principio di Bernoulli, o la più banale Legge del terzo. Da ciò che scrivono, si deduce che non hanno letto neanche il più piccolo o lontano trattato sulla roulette, o sulle leggi naturali del caso.

A questi signori io dico: perché non perdete un po’ di tempo a leggere i precedenti? Evitereste a voi stessi di dire banalità e a noi di perdere tempo nell’evitarle. Per fortuna, però, fra i tanti, c’è qualcuno che parla con cognizione di causa (e non “condizione di causa”) e che capisce i miei sistemi farraginosi (e non “ferriginosi”).

Oggi ho pubblicato un gioco sulle terzine. Non rientra nelle mie logiche per un attacco ottimale, però l’ho scritto come soluzione a un sistema menzionato in un forum e facente riferimento a un gioco fatto da certi fratelli Gambling. E’ una mia soluzione su come affrontare un gioco che preveda partenze puntando immediatamente più terzine, secondo una configurazione precedente, come dichiarato dai suddetti fratelli. Da quanto riferito, in quel sistema, si inizia puntando d’acchito dalle 7 alle 9 terzine.

In pratica sono stato spinto a scrivere questo gioco per tentar di indovinare ciò che questi famosi fratelli Gambling potevano aver escogitato per il loro sistema. Non so se ci sono riuscito, ma, diversamente, penso di essermi avvicinato, perché l’osservazione di ciò che è avvenuto in un ciclo precedente non da molte soluzioni diverse: o si gioca sul successivo calore o sul successivo allargamento. Almeno, per ora, questo è il mio modo di vedere possibili sviluppi alla roulette. Io ho cercato una via di mezzo.
CAPITOLO: Terzine.
TITOLO: Il terzo sovrapposto su due cicli da 1'5.

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Nino.zantiflore@tiscali.it

19/11/10

50% OBBLIGATO


Solitamente, nei miei sistemi utilizzo lo sviluppo di una permanenza per formare delle configurazioni il cui completamento dovrebbe darci la vincita.

Se questo completamento non si realizza, perché la Legge del terzo non produce i suoi effetti, viene a mancare la condizione necessaria affinché il gioco funzioni e, quindi, restiamo sempre alla mercé di un’imprevedibilità dovuta agli esiti di una tendenza che, essendo tale, non è certa. Se la Legge del terzo funziona, vinciamo; se non funziona, perdiamo, o soffriamo finché non si ristabilisce la tendenza.

La realtà è che nella messa in pratica di un determinato sistema, il nostro gioco si svolge sempre allo stesso modo; sempre per lo stesso tipo di configurazione; sempre contro una sequenza di numeri che, prima o poi, finirà con l'apparire. E' quindi logico aspettarsi che, alla fine, una tale sequenza si presenterà perché non si può essere sempre fortunati e non si può sempre schivare l'evento contrario.

Di solito si tratta di un evento contrario continuo, dove la sequenza dei numeri si incastra perfettamente alla nostra figura giocata, numero dopo numero, per 8-9-10 colpi consecutivi; ma che può anche presentarsi con qualche vincita, intervallata da 3-4-5 perdite. E' chiaro che un simile andamento smonta qualsiasi capitale. In un modo o nell'altro, quindi, la roulette la fa da padrona, magari lasciandoci vincere per giorni consecutivi, ma poi reclamando i suoi diritti con la maturazione di quella figura che ci farà perdere, o soffrire per il recupero dell’esposizione. Questo è ciò contro cui dobbiamo combattere.

Con il sistema pubblicato il 31/10 non ho mai perso, ma ho dovuto subire negative che sono arrivate ai 20 pezzi sulla D’Alembert e ho dovuto impiegare molte partite per il recupero di quell’esposizione. Anche se alla fine sono comunque arrivato all’utile, la cosa non mi piaceva per niente. Ho quindi cominciato a pensare come interrompere quelle sequenze negative e sono arrivato a questa conclusione.

Quando nel nostro gioco inseriamo le figure allo scopo di stabilire il loro doppiaggio, iniziamo con l’inserimento della prima figura per ogni Chance. La seconda figura di ogni Chance è giocata se il primo termine corrisponde con il primo della figura da doppiare. Se è diverso, è inserita la nuova figura, ma su di essa non sarà stato fatto nessun tentativo di doppiaggio. Lo schema si evolve, ma la posizione occupata non ci da la possibilità di chiudere la partita con il doppione. Non ci fa giocare. Ciò succede soltanto in seconda riga, ma questi tre tentativi, che possono mancare, sono proprio quelli che, nella maggioranza delle partite, ci permetterebbero di chiudere il gioco ai primi colpi.

La variante (spero sia l’ultima) che oggi propongo, fa sì che ogni figura inserita nello schema ci dia la possibilità di ottenere il doppione e, quindi, che non ci siano maturazioni di schema senza l’alternativa di vincere o perdere. La somma degli esiti darà il responso.

Spero che questa sia l’ultima variante su questo sistema perché, a dir il vero, mi sono stancato delle Chances Semplici. Forse ci ritornerò più avanti con altri tipi di attacco. Da domani ritornerò sulle terzine.
CAPITOLO: Chances Semplici
TITOLO: Legge del terzo su 3 Chances in Mutualità. 50% obbligato.

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Nino.zantiflore@tiscali.it

12/11/10

QUESTIONI DI RANGE


Con il post del 31/10 ho pubblicato il sistema con il quale ho realizzato, finora, la vincita costante sulle Chances Semplici. Preciso “finora” perché non posso sapere cosa mi riserverà il futuro. In fin dei conti ogni colpo è al 50% con il banco (zero escluso) e nulla impedisce che questi 50% si ripetano per 7-8-9 colpi consecutivi.

Nulla lo impedisce, ma ci sono certi argomenti che giustificano il modo di attacco di questo sistema. La Legge del terzo ci da una tendenza che ha tre occasioni di manifestarsi. Il gioco e la maturazione delle figure passa da una Chance all’altra allo scopo di evitare figure contrarie predeterminate. La montante mista “Martingala-D’Alembert” ci da una capacità di resistenza agli eventi contrari. L’accorgimento della ripetizione di puntata perdente ci da un tentativo estraneo alla maturazione del disegno ricercato e ci può aiutare nei casi devianti. La moderazione sull’utile ci evita di incanalarci in situazioni già sfruttate prima e deficitarie dopo. Tutto il sistema è un insieme di accorgimenti che hanno il fine di evitare l’incontro di una negativa continua e perdurante per 8-9 colpi. Io non so se così la cosa sia totalmente evitabile, ma, per quanto sperimentato finora, lo è.

Il precedente sistema è stato pensato per un gioco da farsi all'interno di un Casinò, dove i tempi di esecuzione e il range di puntata sono adatti a elaborazioni e manovre finanziarie adeguate ai tempi di reazione e di sostenibilità economica cui il giocatore sistemista si può facilmente adattare.
In altre parole, in un tavolo da gioco reale abbiamo sia il tempo di ragionare sulle puntate da fare, sia una disponibilità di colpi entro i quali possiamo graduare la mise prima di raggiungere i massimi del tavolo.

Tutto questo va molto bene per un gioco al Casinò. In Italia, però, i Casinò si trovano soltanto molto a Nord del paese e, oltretutto, vi si gioca in deroga alla legge che vieta il gioco d'azzardo.

E allora, da Venezia in giù, gli Italiani non giocano?

Giocano eccome! Giocano nei Casinò “on line”, che si trovano disponibili in ogni casa dove c'è un computer e che forse (non lo so di preciso ma credo sia proprio così) convogliano molti nostri soldini nelle casse di gestori esteri.

Sembra proprio che noi italiani facciamo di tutto per comprare servizi e prodotti esteri e poi ci lamentiamo se nelle nostre industrie aumenta la disoccupazione. Certo compriamo il prodotto estero perché costa meno, ma così facendo diminuiamo la produzione italiana, aumentiamo la disoccupazione, diminuiamo il denaro circolante e, alla fine, danneggiamo noi stessi. Tutto ciò per comprare un prodotto estero che costa meno di uno italiano.

Vaneggiamenti a parte, il sistema pubblicato oggi è uguale al precedente ma, diversamente da quello, ci da la possibilità di giocarlo on line, eliminando i vantaggi che si prendono i gestori di quei siti sul range delle puntate sulle Chances Semplici.

Che ne dite se invece di raggiungere i massimi del tavolo in 4 colpi di montante, li raggiungeste in 15-16 colpi? Ci sarebbe o no modo di difendersi dall’appiattimento in cui i gestori tendono a confinarvi?

Con la variante di oggi ho cercato di ottenere proprio questo: l’eseguibilità di una manovra finanziaria entro un range che ci è stato imposto e che è di piccole dimensioni.
CAPITOLO: Chances Semplici.
TITOLO: Mutualità del terzo: 2a parte.

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nino.zantiflore@tiscali.it

06/11/10

COME SI GIOCANO LE FIGURE


Navigando qua e là nei Forum mi sono reso conto che alcune persone trovano difficoltà nel giocare un insieme di figure che, uscendo, formano il disegno ricercato in uno schema di gioco.

La difficoltà sta nel capire gli anticipi che si devono fare quando le figure in gioco sono più di una.

Se dobbiamo giocare una sola figura, la cosa è facile. Se per esempio dobbiamo giocare la figura RNR, si aspetterà che esca per primo un R. Poi si aspetterà che al colpo successivo esca un N. Ottenuti questi due colori di riferimento in successione, si giocherà finalmente un R completando la figura ricercata. Se al primo o al secondo colpo non esce il colore giusto (che serve di riferimento), non giocheremo il terzo colpo perché sarà uscita una figura diversa da quella ricercata.

Fin qui la cosa è semplice. I problemi si presentano quando in gioco ci saranno 2, 3, 4 e più figure. L’inserto di oggi cerca di dare una spiegazione di questi metodi di gioco.
CAPITOLO: Chances Semplici.
TITOLO: Come si giocano le figure di 2.

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Nino.zantiflore@tiscali.it