27/01/12

SCOPERTE RICORRENTI



Henri Chateau, nel suo trattato "La scienza della roulette e del trenta e quaranta", riassume, a pag. 171, tutte le azioni che il giocatore inesperto mette in atto nella speranza di vincere alla roulette. Sono tutti tentativi che nel corso degli anni sono già stati presi in esame, applicati al tavolo verde, o testati come prova negli studi di improvvisati pensatori di strategie roulettistiche.


Sono le "SCOPERTE RICORRENTI".


Sono tutte strategie trite e ritrite, ma che tuttora vengono messe in pratica da molti neofiti che pensano di ottenere un risultato positivo senza la conoscenza delle leggi che regolano la produzione di numeri casuali. Non pensano che quello che hanno faticosamente escogitato sia già stato pensato, provato e abbandonato, proprio per la mancanza di un fondamento statistico o matematico. Per loro quella scoperta, frutto della loro intelligenza, "deve" andare bene; deve funzionare perchè l'hanno inventata loro. Non si preoccupano di sapere se sia già stata pensata, scritta da qualche parte, abbandonata per la sua inconsistenza rispetto agli esiti dell'azzardo. Che sia questione di pigrizia, o sufficienza mentale?


Vediamo cosa dice il Chateau, in base alle esperienze pratiche, statistiche e matematiche, sugli aspetti negativi di certi attacchi.


1°) "E' inutile cercare un vantaggio con la disposizione particolare delle puntate." E qui non ci piove sopra; qualunque sia la disposizione delle masse, c'è sempre il 37° numero che vince tutto.


2°) "E' indifferente preferire una Chance rispetto a un'altra. I rapporti sono proporzionalmente gli stessi e il giocatore pagherà al banco, in tutti i casi, la relativa tassa." Se copri più numeri vincerai più spesso ma incasserai di meno, pagando sempre la tassa proporzionata alla Chance.


3°) "E' molto pregiudizievole, alla lunga, giocare più Chances contemporaneamente. Giocare su 36 numeri è più rovinoso di un gioco su 30. Un gioco su 2 dozzine è più rovinoso di un gioco su una sola dozzina." E qui ne sanno qualcosa i giocatori che lasciano scoperti 13 o 7 numeri sperando che non escano ripetutamente per più di due o tre volte. In pratica il gioco meno costoso e più remunerativo è il gioco su un solo numero pieno. L'unico problema è il tempo perchè, prima di concludere un gioco articolato, si diventa vecchi.


4°) "Per un gioco a masse pari si avrà vantaggio a giocare sulle Semplici in ragione della tassa ridotta al 1,35% in luogo del 2,70%. L'eventuale impiego di montanti, generalmente applicati, eleva la tassa media a una cifra che finisce per rendere questi giochi più dispendiosi degli altri." E' chiaro che se la tassa influisce sulla puntata media e se questa raggiunge cifre importanti, l'erosione sarà più alta e superiore a quella di un gioco a masse pari di livello inferiore.


5°) "Gli attacchi generalmente conosciuti non offrono al giocatore nessun vantaggio sul banco. Vincente o sortante, intermittenza, avant-derniere, per o contro il colpo di due, per o contro il colpo di tre, alternanze, colore, ecc. ecc. in ogni caso si pagherà la tassa e ci si ritroverà ad aver perduto in media 100 pezzi in 7.400 colpi. Applicando a questi 7.400 colpi il calcolo di Bernoulli per l'ampiezza dello scarto medio e tenendo conto dello zero, si perderà nei casi più favorevoli 72 colpi e nei casi meno favorevoli 272 colpi. Quale progressione può resistere a questo scarto?" Qualunque sia la nostra linea di condotta, qualunque sia il nostro sistema, alla fine dobbiamo puntare qualcosa e la somma di quelle puntate costituiscono il campo d'influenza della tassa. Il fatto che il sistema chiuda il suo attacco in vincita, non esclude che tutto il gioco abbia pagato una tassa. Ciò lo dimostra il fatto che avrete incassato di meno o che avrete impegnato di più.


6°) "Le abituali progressioni aritmetiche: martingale semplice e americana, terzo e tutto, paroli, D'Alembert, Wells semplice e differenziale, contro D'Alembert, Labouchere, montante olandese, montante continua, baréme, ecc... non hanno alcuna superiorità alla massa uguale perchè lo scarto, ad un certo momento, fa perdere il beneficio accumulato." Se non abbiamo un gioco che controlla lo scarto, lo scarto ci ucciderà. Possiamo vincere per settimane; possiamo essere "certi" di aver raggiunto l'incasso costante, ma il tempo saprà ridimensionare le nostre certezze.


7°) "L'attacco può essere portato su due tipi di ordine della Chance che si intende giocare: quello dell'equilibrio o quello dello scarto. Se è vero che il calcolo delle probabilità dimostra l'esattezza del principio dell'equilibrio in un numero di prove che tende all'infinito, è altrettanto vero che la sua applicazione "nei limiti umani", e cioè in un numero ristretto di colpi, è chimerica e illusoria." L'equilibrio non va ricercato nel breve periodo e in pratica conferma la mia avversione per i giochi sul continuo della permanenza, perchè è chiaro che i risultati non si possono ottenere con certezza nel nostro momento ma in un arco di tempo che tende all'infinito. E' sempre stata mia consuetudine dire che "il gioco deve essere a misura d'uomo".


A questo punto il Chateau lascia uno spiraglio aperto e conclude con una speranza che conforta la mia opera di tutti questi anni. Egli dice testualmente.


8°) "I sistemi basati sul principio dello scarto sembrano i soli che siano suscettibili di permettere al giocatore di lottare vantaggiosamente contro il banco."


Meno male, perchè in caso contrario avrei dovuto buttare alle ortiche 40 anni di studio, impegno, rompitura di p....le, ma anche tante soddisfazioni. Poi non è detto che i giochi basati sul principio dello scarto riescano sempre a superare i limiti dello scarto stesso. Abbiamo visto che lo scarto massimo è sempre superabile e perciò l'unica difesa che a questo punto abbiamo è la limitazione degli effetti di uno scarto massimo che, per sua caratteristica, deve essere sporadico e isolato. In pratica, se non cadiamo nel baratro dello scarto massimo, interrompendo appunto la caduta, possiamo sfruttare una moltitudine di "scartini" piccoli la cui somma degli incassi ci compenserà di quella caduta interrotta.


Questa è una visione costruttiva di un comportamento alla roulette, ma nel contempo è molto noiosa ed esasperante. Passare due o tre giornate lavorative per recuperare una "caduta interrotta", non è il massimo della gratificazione. Tali comportamenti possono essere portati a termine solo da giocatori sistemisti, seri e consapevoli delle possibilità elusive della roulette, che altro non sono se non gli effetti dello scarto.


Oggi ho pubblicato un gioco sulla "multi-tendenzialità" delle figure sulle Chances Semplici. In un certo senso mette in pratica l'8° postulato del Chateau, e cerca la vincita sugli effetti dello scarto nella formazione di due cicli di figure di 3. Si cercherà la realizzazione di una tendenzialità "relativa" e di due tendenzialità "assolute" per ogni partita. Se sfruttare una, due, o tre vincite per partita, sarà una scelta del sistemista. Fate la vostra scelta, come diceva Saw-l'enigmista in un film horror.



CAPITOLO: CHANCES SEMPLICI. MULTI-TENDENZIALITA'
TITOLO: GIOCO MULTI-TENDENZIALE su figure di 3 (n° 62).

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20/01/12

STATISTICA DESCRITTIVA


Quali sono i luoghi comuni più usati in campo roulettistico? 

- Ogni colpo è nuovo!
- La pallina non ha coscienza ne memoria!
- Ad ogni colpo ogni numero ha la stessa spettanza probabilistica! 

Sono tutti postulati veri e sacrosanti: possiamo attribuire questi assiomi ad ogni singolo colpo di roulette senza tema di essere smentiti. In base a queste realtà, infatti, la "matematica applicata" ha prodotto il calcolo combinatorio, la teoria delle probabilità e le leggi del caso o teoria dei grandi numeri, concludendo che non si possono fare calcoli esatti per stabilire con certezza che determinati eventi si possano verificare in un qualsiasi quantitativo di prove. Sono queste realtà che determinano lo scarto, l'equilibrio, la distribuzione delle figure. 

Tutto questo è stato dimostrato da grandi matematici che con la loro visione puramente teorica hanno dimostrato l'impossibilità di battere con certezza la roulette, ma nello stesso tempo non hanno voluto andare oltre per osservare come e quando le loro formule siano applicabili nella realtà. Tutto può accadere: che un numero si ripeta per più del suo record di 6 volte; che un filotto di Semplice si protragga per più del suo record di 36 (si dice) volte; che un numero o altra Multipla ritardi per più del suo record storico o che in un ciclo di 37 colpi esca una quantità di numeri diversi che si avvicina molto alle 37 presenze. 

A questo punto e con queste premesse nulla è attaccabile con un approccio puramente matematico perchè lo scarto massimo, nell'uno o nell'altro senso, non è quantificabile con certezza. In effetti i matematici dicono che un simile scarto è "improbabile ma non impossibile" e con questo ci lasciano con un'inquietante indeterminatezza sulle nostre aspettative. 

Ma se la matematica non ci aiuta e anzi ci abbatte, a cosa dobbiamo rivolgerci per affrontare questo gioco che ci appassiona tanto? In fin dei conti tutto è partito dagli effetti possibili impliciti in un singolo colpo di roulette o boule. Quando, come, e soprattutto sempre, le formule dei matematici, sono applicabili alla realtà? 

Per fortuna c'è un aspetto che i matematici non menzionano (almeno credo perchè non mi risulta): la "statistica". Non mi riferisco alla statistica quantitativa degli scarti o dei calori, bensì a quella "descrittiva o figurativa"; quella che determina con molta approssimazione certi fenomeni figurativi che si presentano ripetitivamente nell'arco di determinati cicli di boules. 

Se l'esito di una singola boule è indeterminabile, l'esito di un insieme di boules è prevedibile sotto certi aspetti (almeno con una certa approssimazione). Se non si può pretendere di prevedere ciò che la pallina ci darà nel singolo colpo, si può pretendere di prevedere il disegno che un sufficiente quantitativo di numeri costruirà nel nostro schema di gioco. La sua formazione potrà avvenire in ritardo e con un allargamento di possibilità, ma alla fine avverrà. E' come il gioco della Piramide sui pieni: per quanti numeri nuovi escano, alla fine se ne doppieranno alcuni di quelli già usciti. 

Solo il mio Maestro riusciva, qualche volta, a indovinare il numero che sarebbe uscito dopo una particolare serie di numeri precedenti. Gli riusciva molto spesso ma non sempre. Lui memorizzava una serie particolare di numeri usciti considerandone la Chance Semplice, la finale e la figura; poi notava che una serie successiva, anche intercalata da altri pochi numeri, stava ripetendo la precedente sequenza e annunciava il numero (o i 2-3 simili) che sarebbe uscito. Indovinava una volta su 3-4. Ma questa è solo una curiosità ripescata dai miei ricordi. 

Tornando all'argomento, a mio avviso dobbiamo considerare gli effetti prodotti dalla sortita dei numeri casuali da due punti di vista: 

1°) Le ragioni della pallina.
2°) Le ragioni della Chance. 

Le ragioni della pallina le abbiamo viste prima e per lei ogni casella è sempre ugualmente appetibile in egual misura. 

Le ragioni della Chance sono quelle di un "soggetto passivo" che viene visitato dalla pallina. Anche se ho già espresso il concetto, lo voglio riproporre prendendo in considerazione la Chance del R/N. 

Al primo lancio il R riceve la visita della pallina e ha avuto il 50% di probabilità con il N. Al secondo lancio il R ha ancora il 50% di probabilità ma deve essere scelto per la seconda volta. Se accadesse ciò, sarebbe già un po' fortunato. La pallina gira e cade proprio ancora sul R. Che fortuna!!! Al terzo lancio il R ha ancora il 50% di probabilità con il N, ma la pallina dovrebbe scegliere lui per la terza volta. Mentre la pallina ha una scelta equilibrata, il R ha un'aspettativa che diminuisce sempre più con il passare dei lanci che lo centrano. E così via. Le probabilità "relative" che il R sia scelto dalla pallina diminuiscono sempre di più anche se resta immutato l'equilibrio delle probabilità "assolute" del singolo lancio. 

L'esempio, che i matematici conoscono benissimo e che è dimostrabile con il calcolo, è proprio quello che determina la "statistica descrittiva" con i suoi disegni e configurazioni; con i suoi allargamenti e calori. Nel contempo è anche una rappresentazione personalizzata del famoso "legame di servitù" descritto dal Marigny nel suo libro e da me riportato nel Post del 2 dicembre 2011. 

Questa mia personalizzazione ci dice che i fenomeni dipendenti dal caso possono essere considerati sotto due aspetti: un aspetto attivo e uno passivo. Il primo determina l'azione della pallina. Il secondo determina una situazione di legame che condiziona probabilisticamente una pluralità di esiti sul bersaglio della pallina. 

In sostanza, e come la relatività ci insegna, causa ed effetto sono determinati dal punto di osservazione. 

Oggi ho pubblicato l'ultimo sistema dei "ripescaggi". Si tratta del secondo gioco sui passaggi delle figure di 3 sulle Semplici. Con questo ho finito l'immissione nel sito di una serie di sistemi che all'inizio di questa mia attività avevo postato in un sito molto importante, ma di altra fonte. 

CAPITOLO: IL GIOCO DEI PASSAGGI
TITOLO: AI PASSAGGI PREDEFINITI  (n° 61)

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13/01/12

IL TEMPO RIDIMENSIONA


Qualche anno fa sono andato al Casinò del Lido di Venezia con alcuni amici, giocatori incalliti, ma che rientravano nella categoria dei giocatori "casuali". Credo che il mio gioco di sistemista fosse stato vincente perchè non ricordo particolari patemi d'animo o ripensamenti durante il viaggio di ritorno. Ricordo invece l'euforia di uno dei miei amici che aveva vinto una cifretta (allora c'erano le lire). 

Seduto nei sedili posteriori della mia auto, diceva che aveva capito il modo di giocare per vincere. Non mi ricordo quale fosse il suo ragionamento ma, trattandosi di una distribuzione di masse sul tappeto, senza alcun riferimento a particolari andamenti di calori o di ritardi e senza alcuna conoscenza delle leggi che regolano la produzione dei numeri casuali, ricordo che dentro di me pensavo che quell'euforia sarebbe certamente stata di breve durata; giusto il tempo di un'altra visita al Casinò. Al massimo sarebbe resistito per altre due sedute e poi avrebbe perso tutto. Al momento non dissi nulla, sia per non demoralizzarlo, sia perchè sapevo bene che le convinzioni dei giocatori, supportate da una vincita, sono difficilmente confutabili. 

Rividi il mio amico qualche tempo dopo e infatti mi disse di aver perso tutto quello che aveva vinto, più i soldi suoi, in un paio di volte che era ritornato al Casinò. 

Come avevo previsto, la sua momentanea euforia non ebbe una lunga vita e il suo convincimento sul metodo da usare per vincere era stato rimosso da un fattore che, con il suo procedere, ridimensiona molte aspettative, ma anche quei convincimenti che in particolari momenti sembrano certi e assoluti: il fattore tempo. 

Il "tempo": è questo l'elemento essenziale per giudicare qualsiasi tipo di gioco "ripetitivo" alla roulette. Noi sistemisti lo sappiamo bene perchè tutti siamo incappati in qualche sistema durato magari settimane, ma poi naufragato per più volte anche consecutive. Abbiamo avuto l'euforia dell'incasso costante e la sensazione di essere arrivati al capolinea di un percorso lungo e che è stato impegnativo, sia per il tempo speso in quella ricerca, sia per le risorse economiche, ma anche fisiche, profuse negli anni. 

Quindi, quando sento qualcuno che mi dice di aver trovato un gioco vincente io penso: "aspetta e risentilo fra un mese"; se sarà ancora di questa opinione, allora il suo gioco è veramente valido. 

C'è chi va ben oltre questo piccolo lasso di tempo e sperimenta un gioco per centomila, un milione di boules. In questo caso c'è una differenza. Una tale sperimentazione necessita l'uso di un programma informatico e non so se il test rispecchia la giusta procedura, ma senz'altro so che non sarà in grado di assumere le decisioni e gli interventi tipici del comportamento umano. Io dico che tali test sono "senz'anima". 

In secondo luogo una sperimentazione di centomila, un milione di boule oltrepassa una vita di gioco reale. Anche se in questo tipo di sperimentazioni un sistema perde, può darsi che quel sistema, giocato realmente, non perda mai lungo la vita del sistemista che è spettatore di un ben più ristretto numero di boules. Senza contare poi che un intervento personale, non attuabile con un programma, può modificare un esito che con quel programma sarebbe stato negativo. 

Il mio amico faceva un gioco di copertura del tappeto, escludendo alcuni numeri e aumentando le mise su quelli giocati. Possiamo credere che un simile gioco non sia mai stato provato e sperimentato in tutti gli anni che esiste la roulette? Credo proprio di no e se la roulette esiste ancora significa che questo tipo di gioco dovrebbe essere perdente. Potrà vincere per giorni, ma quando cade, di solito, fa il botto. Penso che questo modo di affrontare la macchina sia un po' semplice ed elementare. Se avesse funzionato, tutti i giocatori sarebbero ricorsi a questo tipo di gioco, e la roulette non ci sarebbe più. 

Lasciare fuori 12-13 numeri, coprendo tutti gli altri, equivale a giocare due dozzine contro una e sappiamo già che questo tipo di attacco alla fine perde. Si perde anche lasciandone fuori 7, figuriamoci per 13. 

Però non si sa mai; potrei anche sbagliarmi. Dovreste però dirmi per quale ragione non dovrebbero uscire per 7-8-10 e più colpi consecutivi quei 13 numeri esclusi dal gioco. 

La cosa non cambierebbe anche sostituendo continuamente i 13 numeri. Quando si parla di un settore, non importa se quel settore rimane fisso o è variabile; si tratta sempre di una quantità (anche variabile) di numeri che costituisce un'area del cilindro e siccome la pallina non ricorda dov'è stata prima, può sempre cadere per più volte in uno di quei numeri non coperti che coincideranno, alla fine del ciclo, con i 12 tendenzialmente assenti. 

Secondo me l'unico appiglio che abbiamo è l'osservazione dei fenomeni realizzati dalla Legge del terzo. L'unico punto fisso e indiscutibile è che l'aumento delle caselle visitate in un ciclo logico, priva della possibilità di una visita alcune caselle che rimarranno vergini e la tendenzialità del loro quantitativo determina la formazione di certi disegni figurativi, individuabili con un po' di fantasia e inventiva. 

Una conseguenza di questa considerazione è il gioco che ho pubblicato oggi e che riguarda il "gioco dei passaggi sulle Chances Semplici".


CAPITOLO: IL GIOCO DEI PASSAGGI
TITOLO: PASSAGGI SU CHANCES SEMPLICI (n° 60)


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06/01/12

PROCESSORE QUESTO SCONOSCIUTO


Siamo ormai arrivati a un punto in cui ogni Italiano ha il suo Casinò (e anche più di uno) personale. Lo ha praticamente in casa e lo può raggiungere collegandosi via Internet, senza bisogno di fare lunghi viaggi, pagare biglietti d'entrata, dare mance ai croupier e avere un costo da detrarre dalle eventuali vincite.

E' noto che in questi ultimi tempi i Casinò terrestri, pur avendo sempre ottimi introiti, hanno subito una diminuzione della loro clientela, ma ciò a cosa è dovuto? Penso che la ragione principale dipenda dal loro esiguo numero e dalla loro ubicazione. E' evidente che piuttosto di fare un viaggio di centinaia di chilometri il potenziale cliente preferisca starsene comodamente a casa e divertirsi on line.

Il mantenimento di un Casinò costa, sia per il personale, sia per tutte le altre spese inerenti la sua esistenza. Senza il dovuto afflusso di clienti, il suo mantenimento sarebbe insostenibile.

Il nodo quindi è giunto al pettine e la causa di questo declino è la mancata distribuzione dei Casinò terrestri, che doveva essere fatta a suo tempo, quando la situazione economica generale era molto più florida. Ora i potenziali clienti continuano a giocare nei Casinò, ma nei Casinò in rete; oppure alle slot-machine dei bar delle loro città. Il fiume di denaro che viene perso è sempre lo stesso e forse di più, ma la destinazione è un'altra. Senza contare che con la crisi economica e la crescente disoccupazione, la gente tenta sempre più di risolvere la loro situazione tentando la fortuna. Forse se comprassimo più Italiano ci sarebbe meno disoccupazione e più denaro circolante. Ogni volta che compriamo un prodotto cinese, tedesco, francese o altro, contribuiamo alla perdita del lavoro di un italiano. Ci sono imprenditori e lavoratori. Se l'imprenditore non guadagna licenzia o chiude e il lavoratore non prende lo stipendio o il salario e non spende. E' un circolo obbligato e non venitemi a dire che siamo in Europa. Se i lavoratori vanno all'estero, qui chi ci resta? Credo sia inutile istituire ammortizzatori sociali, sostegni alle aziende, o stimolare lo sviluppo, se poi gli italiani non comprano i loro stessi prodotti perchè preferiscono quelli stranieri che costano meno o sono più buoni. Compriamo i nostri prodotti, migliori o peggiori che siano, che costino di più o di meno, ma che siano nostri. Se non lo facciamo, non dobbiamo lamentarci della crisi. Ma questo è un altro discorso.

La differenza fra Casinò e giochi virtuali, è che i Casinò sono realmente vivibili da parte nostra e una roulette terrestre, circondata da decine di giocatori, non controlla il tuo operato e non fa uscire i numeri che ti faranno perdere lentamente, ma inesorabilmente.

Siamo sicuri che ciò avvenga anche con le roulette on line? Mi riferisco a quelle roulette operanti con il processore. In fin dei conti potrebbero essere regolate come le macchinette dei bar, che danno una percentuale dell'incassato al giocatore e trattengono una percentuale per il gestore. Solo che per le roulette on line, con il processore, c'è un solo cliente e quello sei tu. Non è che quando vinci una puntata vinci denaro che la roulette incassa da altri. Incassi solo soldi tuoi o del Casinò e se alla fine il gestore deve incassare qualcosa incasserà soldi tuoi; il che significa che alla fine di un determinato volume di gioco tu avrai perso. Tutto ciò, naturalmente, se il processore è pilotato dai gestori. A questo punto sorge spontaneo porsi una domanda: gestori di slot-machine e gestori di roulette processorate, sono diversi? Hanno interessi e finalità diversi? Se i primi incassano sempre e comunque, i secondi, possono rischiare un continuo salasso delle loro entrate?

A questo punto facciamo qualche doveroso ragionamento.

PROCESSORE o CPU: (Unità Centrale di Elaborazione). E' uno dei due componenti principali di un PC e ha il compito di eseguire le istruzioni dei programmi memorizzati nel PC. Quindi il processore fa ciò che gli dice il programma.

NUMERI RANDOM: sono i numeri prodotti dal processore e possono provenire da RNG (Generatore di Numeri Random) o PRNG (Generatore di Numeri Pseudo-Random) a seconda del procedimento usato dall'algoritmo per produrre numeri casuali o pseudo casuali.

ALGORITMO: è il generatore dei numeri casuali o pseudo-casuali. Si tratta di un insieme di istruzioni che svolgono operazioni sempre uguali miranti a produrre dei risultati che rientrano in un delimitato gruppo di possibilità (almeno nel caso della roulette). L'algoritmo fa sempre le stesse operazioni e, per produrre ogni volta un numero diverso e casuale, deve attingere l'imput da un "valore seme d'inizializzazione" che deve essere ogni volta necessariamente diverso, altrimenti produrrebbe sempre lo stesso numero. E come si procura questo "valore seme"? Mi pare d'aver capito che utilizzano il "clock (orologio) di sistema" e cioè l'algoritmo parte a calcolare il numero Random o Pseudo-Random dal momento in cui noi clicchiamo sull'avvio della ricerca.

Se ho ben capito (tramite la ricerca che ho fatto in Google e le risposte di alcuni esperti in un Forum), traggo la conclusione che i numeri che io produco con il processore sono unici e riguardano soltanto me. Poi concludo che dipendono dal momento in cui io li produco.

Se queste considerazioni sono giuste, significa che posso interrompere un andamento negativo sospendendo una seduta, aspettare poi che l'orologio faccia un po' di "strada" e riprendere il gioco in un altro momento, quando il "seme d'inizializzazione" sta trasmettendo altri "semi" che magari possono essere più favorevoli al gioco che sto praticando.

In questo caso la roulette a processore svolge lo stesso lavoro di una roulette reale, con i suoi andamenti temporanei e i suoi scarti più o meno lunghi. L'importante è che l'algoritmo non controlli la cronologia delle nostre puntate sul tappeto e non modifichi di conseguenza la produzione dei numeri. Questo però non dovrebbe accadere perchè, come abbiamo visto in precedenza, l'algoritmo esegue sempre le stesse istruzioni; a meno che qualcuno non modifichi l'algoritmo durante la tua partita e gli dica che numero far uscire. In questo caso ci sarebbe un programma che interviene sull'algoritmo, che non eseguirebbe più sempre le stesse operazioni.

Diverso sarebbe se l'algoritmo non dipendesse da un clock di sistema, ma generasse i numeri da se stesso e cioè da varie situazioni già prestabilite a priori. In questo caso le interruzioni non avrebbero senso perchè la permanenza futura è già stata stabilita dal calcolo impostato in precedenza e il tuo destino non dipenderebbe più dal momento di gioco, ma da una serie di istruzioni già stabilite fin dal loro inizio.

Resta il fatto che in entrambi i casi non sappiamo se i gestori intervengono o meno nella produzione dei numeri casuali o pseudo-casuali. Per sapere se questa pratica è possibile, cosa dobbiamo fare? A chi dobbiamo chiederlo? Abbiamo il diritto o no di sapere se alla fine ci "ciuleranno"?

Per il momento ho ricevuto risposte rassicuranti, però da persone che riportano ciò che hanno detto altre persone, magari programmatori, ma non ho trovato notizie da enti qualificati come l'AAMS o i Casinò stessi. Mah...; un piiiccolo dubbio mi rimane sempre.

Dopo aver scritto questa dissertazione qualcuno ha finalmente postato in un forum un'esauriente articolo sul generatore di numeri casuali, citando anche la fonte. A questo punto sono del tutto rassicurato pensando che un Casinò on line preferisca non mettere a rischio le sue molteplici attività con il "taroccamento" di una roulette processorata, anche perchè è stato detto che sono controllati. Ma, come ha fatto notare l'esperto in quel forum, chi controlla i controllanti?

Oggi ho pubblicato l'ultimo dei sistemi sul sovrapposto delle figure di 3 delle Semplici: il Sovrapposto con eliminazione rotante. Per finire la serie dei "ripescaggi" ne mancano ancora due.

CAPITOLO: CHANCES SEMPLICI
TITOLO: 3° SOVRAPPOSTO - VARIANTE A ROTAZIONE

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