23/03/13

SCARTO E PAROLI

 

Di solito il giocatore considera lo scarto come un nemico. Ciò succede perchè il sistemista perde a causa di uno scarto contrario al suo gioco. Lo scarto si manifesta in diversi modi: può essere un ritardo di Chances Multiple come Sestine, Terzine, Cavalli o Pieni. Oppure può riguardare le Semplici, non solo come ritardo di colore, ma anche come ritardo di Figura. Oppure può essere un ritardo di disegno statistico. In pratica esiste una "situazione di scarto" che si instaura quando non si realizza il fenomeno statistico. Esiste lo scarto anche per il giocatore casuale ed è quando, pur giocando numeri a caso, non riesce a imbroccare una vincita per lungo tempo, al di sotto della frequenza proporzionata al rapporto fra numeri coperti e non coperti. 

A volte però lo scarto ci fa anche vincere e bene. Succede quando è favorevole al gioco che stiamo praticando. In questo caso, però, non lo consideriamo come un amico, ma pensiamo che il regalo che in quel momento ci sta facendo ci sia "dovuto". Il fatto è che, come in tutte le manifestazioni umane, nella nostra mente incidono maggiormente le disavventure, mentre tutti quei regali di uno scarto positivo non ci emozionano più di tanto se non come comportamento, a noi dovuto, della roulette. Certo un salto di cassa ci lascia sconcertati, tanto che la maggior parte dei sistemisti se la prende con la malasorte o la sfortuna che li perseguita. Sembra proprio che la roulette abbia gli occhi per mandare la pallina dove non abbiamo puntato e non pochi si intestardiscono dicendo: "voglio proprio vedere fin dove arriva" e continuano ostinatamente a puntare quei numeri che la roulette "fa apposta" a non far uscire. Naturalmente ora sto parlando dei giocatori casuali perchè il sistemista serio sa che non è la roulette che ce l'ha con lui, bensì sa (almeno spero) che ciò che gli sta capitando è un normalissimo scarto contrario al suo gioco. Scarto che se è sfavorevole a lui, sarà favorevole a uno che gioca l'opposto. 

Lo scarto, quindi, può essere sì negativo, ma può essere anche positivo e allora in questo caso si chiama "calore". 

Venerdì sera, alla roulette di Winga (televisiva), mi è capitato uno scarto che poteva essere negativo quanto positivo. Il croupier ha fatto uscire la seguente sequenza di numeri della prima dozzina: 4 2 9 1 7 3 3 2 1. Sono 9 spin, tutti della prima dozzina e un giocatore che l'avesse esclusa dalle sue puntate, ci avrebbe rimesso la camicia. Avete presente quelli che giocano due dozzine contro una aspettando che questa si ripeta tre o quattro volte? 

Pensate invece a un giocatore che ricercasse il Paroli proprio su quella dozzina. Sapete quanti pezzi avrebbe vinto al nono colpo? Questo è il calcolo: 

1°) 1x3=3,
2°) 3x3=9,
3°) 9x3=27,
4°) 27x3=81,
5°) 81x3=243,
6°) 243x3=729,
7°) 729x3=2.187,
8°) 2.187x3=6.561,
9°) 6.561x3=19.683. 

Sono 19.683 pezzi. Da 10 Cent. sono 1.968 Euro. Da 1 Euro sono 19.683 Euro. Da 5 Euro sono 98.415 Euro. Da 10 Euro sono 196.830 Euro (381 milioni delle vecchie lire). 

Chi di noi casinisti non ha assistito nella propria storia casinistica a un filotto anche di 10 colpi di una dozzina? Io l'ho visto un paio di volte. Siamo d'accordo che per trovare un filotto in paroli bisogna spendere l'uguale beneficio in altrettanti colpi falliti, ma se avessimo un gioco sui pieni, che fosse sempre vincente, si potrebbe destinare una parte di quegli incassi sicuri su un investimento che se non arriva oggi o domani, arriverà fra uno, due, cinque anni, ma alla fine arriverà. Se poi ci accontentiamo di un paroli meno lungo, i tempi per ottenerlo si accorceranno perchè i filotti di 5-6 colpi non sono poi così rari. In fin dei conti, se già stiamo facendo un simile gioco mettendo costantemente in campo lo zero, perchè non ci possiamo aggiungere anche questo piccolo costo ad ogni spin? L'incasso del singolo pieno del gioco base è abbastanza alto da supportare un simile costo; in fin dei conti sono due pezzi impegnati in più ad ogni spin. Lo zero ci ripaga ogni 37 spin; per il Paroli ci vorrà molta più pazienza, ma alla fine arriverà. 

Ho pensato molte volte a questa possibilità di ricerca di un Paroli. Per esempio si può improntare un gioco sui Pieni o sui Cavalli o Terzine delle due Dozzine opposte a quella appena sortita e puntare un pezzo in Paroli su quella Dozzina appena sortita. Se quella Dozzina esce, si fa il Paroli per un prestabilito numero di colpi. Se non esce, vuol dire che matura il gioco sulle altre due Dozzine con la conseguente possibilità di una chiusura e vincita che assorbe i pezzi persi sulla Dozzina in Paroli. In questo caso si passa il tentativo di Paroli sulla nuova Dozzina e si passa il gioco sulle altre due. In pratica il gioco base su Pieni o Terzine o Cavalli deve essere un gioco di posizioni e non di Chances fisse. Soprattutto, però, deve essere un gioco vincente per annullare tutti i tentativi falliti sul Paroli. 

Anche se ciò fosse possibile, credo che non ci sia uomo al mondo capace di sostenere un simile gioco, soprattutto a causa del tempo necessario ad ottenere un Paroli significativo. Dovremo rassegnarci a guardare tutte quelle occasioni che ci passano davanti e di cui ci accorgiamo quando ormai hanno esaurito la loro durata. 

Questa divagazione "demenziale" (detto in sottovoce) deriva da una momentanea mancanza di argomenti validi su cui soffermarci. Spero che qualche volonteroso lettore mi mandi per e-mail qualche spunto interessante su cui soffermarci con qualche considerazione, strampalata o giusta che sia. 

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10/03/13

VUOTI E OCCUPATI


In quarant'anni di studio della roulette mi è capitato di leggere molti libri sull'argomento. Tutti questi autori, chi più chi meno, adducevano determinate ragioni secondo le quali il loro sistema era vincente e per avvalorare le loro tesi, andavano contro le affermazioni assiomatiche dei matematici. 

Cosa dicono i matematici? Dicono che alla roulette ogni colpo è nuovo, che non ha memoria, e non ricordando ciò che ha fatto prima, non sceglie ciò che dovrà fare poi. A ogni colpo ogni numero ha un uguale spettanza probabilistica e quindi è inutile fare previsioni perchè il futuro è assolutamente imprevedibile. Con il calcolo combinatorio ci dicono quanti sono i casi possibili. Con la legge delle probabilità ci dicono quanti sono proporzionalmente i casi probabili all'aumentare delle estrazioni. Con la legge dei grandi numeri ci dicono che un evento può diventare sempre più probabile ma non sarà mai certo finchè le prove non saranno infinite (Bernoulli). Nonostante ciò, a ogni spin ogni numero presente nella roulette ha la stessa spettanza probabilistica. Un cervello matematico, quindi, si ferma a questo punto perchè "ogni colpo è nuovo" e qualsiasi sviluppo sarà possibile (spunto preso dal Della Moglie). 

Contro questa realtà strettamente matematica, ma fatalistica, gli autori delle varie pubblicazioni contestano la pura indipendenza di un colpo dall'altro: che sia passato o futuro. La ragione, che sembra essere una contraddizione dei matematici, è che aumentando il numero delle prove, aumenta anche la probabilità che un particolare evento si realizzi e quindi, ferma restando la spettanza probabilistica di ogni numero, vi è un insieme di risultati, e ogni colpo è una frazione di quell'insieme contenuto in tutti i suoi movimenti e sottomesso a leggi ben precise (sempre Della Moglie). In sostanza, se la matematica ci dice che con l'aumentare delle prove aumenta la probabilità, vuol dire che il risultato statistico condiziona l'indeterminatezza matematica. Vuol dire che una pluralità di "insiemi" contengono statisticamente una periodicità di ricorrenze perchè hanno obbedito a precise e determinabili leggi matematiche. Vuol dire cioè che l'aumento della probabilità condiziona la statistica, che a sua volta ci permette di prevedere il futuro. In pratica, la probabilità che esca un numero, o una Chance Multipla o Semplice, aumenta con il passare degli spin e nella rappresentazione statistica dei vari casi, questo determina dei risultati discreti e apprezzabili, facilmente utilizzabili dall'osservatore. Almeno finchè lo scarto non ci mette lo zampino. 

A questo punto mi sento di intervenire in questa diatriba fra "matematici" e "statistici" con una mia osservazione. Entrambi hanno assunto per scontato la considerazione che i "soggetti" della discussione siano sempre i 37 numeri della roulette e che quindi tutto ciò che avviene riguarda indifferentemente ognuno di essi. La cosa è attribuibile anche alle altre Chances Multiple o Semplici perchè ognuna di esse può essere considerata un soggetto. Ecco che per i matematici ogni colpo è nuovo; ogni colpo non ricorda il precedente; ogni colpo non è legato al successivo; ogni colpo ha la stessa spettanza probabilistica dello spin precedente o futuro. Per gli autori, invece, un insieme quantitativo di colpi determina "fatalmente" delle statistiche prevedibili, anche se soggette allo scarto. Tutto ciò avviene con 37 soggetti (numeri pieni), oppure con 18 soggetti (cavalli), oppure con 12 (terzine), o 6 (sestine), o 3 (dozzine/colonne), o 2 (semplici) soggetti. La ragione di ciò è la legge delle probabilità che con il passare delle prove rende sempre più probabile l'apparizione di un soggetto. 

E se considerassimo diversamente i soggetti? Che cosa ci dice la Legge del terzo? Questa legge fa una distinzione fra numeri presenti, numeri assenti e numeri doppiati. In sostanza divide la roulette in numeri che usciranno e numeri che non usciranno e cioè riduce i soggetti da 37 a 2. Possiamo definire questi due soggetti con il nome di "occupati" e "vuoti". Sotto questa prospettiva dobbiamo soltanto stabilire se a ogni spin la pallina cadrà su un "occupato" o su un "vuoto". 

A questo punto poniamoci la domanda: durante i 37 spin, avranno questi due soggetti la stessa "spettanza probabilistica"? La risposta è NO perchè con il passare degli spin entrambi i soggetti si modificheranno, l'uno a discapito dell'altro. Gli occupati aumenteranno sempre di più e i vuoti diminuiranno, fino al raggiungimento delle ben note proporzioni tendenziali. 

Allora, come possiamo dire che ogni spin ha la stessa spettanza probabilistica se inizialmente i vuoti sono in maggioranza e alla fine sono in minoranza? Come sempre non c'è nulla di assoluto, ma le cose cambiano e perciò tutto è relativo. Dal punto di vista dei 37 numeri è vero che ogni colpo ha la stessa spettanza probabilistica. Dal punto di vista degli occupati e dei vuoti, invece, possiamo dire che non vi è mai uguale spettanza probabilistica perchè al primo spin ci sono solo vuoti che diminuiranno col passare dei lanci successivi. Per di più, essendo i numeri disponibili dispari, non ci sarà mai parità fra i due soggetti: ce ne sarà sempre uno che avrà un occupato o un vuoto in più. 

Sotto questo punto di vista possiamo dire che la spettanza probabilistica non è mai uguale perchè uno dei due soggetti (occupati o vuoti) non sarà mai uguale all'altro. 

Ecco che l'indeterminatezza del futuro è soggetta a certi limiti che secondo me non derivano dall'assoggettamento dei colpi alla semplice risultanza statistica, ma derivano da una chiara e opposta evoluzione dei due soggetti in campo. Non è che il risultato derivi da una fatalità statistica; risulterà invece da un accrescimento degli occupati e da un restringimento dei vuoti. E' più facile colpire un bersaglio che si ingrossa sempre di più, o uno che si restringe sempre di più? 

Questa secondo me è la lacuna esplicativa in cui matematici e autori di sistemi incorrono nei loro trattati e opere divulgative. I primi si fermano alla base del meccanismo, considerando ogni singolo numero come elemento primario della roulette. I secondi si fermano a un fatalistico risultato statistico finale di un insieme di risultati e che è semplicemente prodotto dal calcolo delle probabilità. 

Entrambi non considerano i due grandi soggetti che compongono il cilindro della roulette: il soggetto "occupati" e il soggetto "vuoti". 

Per il momento proseguo con la ricerca di nuovi miglioramenti su quanto già prosegue bene, ma comunque la rigiri ottieni sempre lo stesso risultato: buono ma non migliore. 

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01/03/13

CONTRAPPOSIZIONI


Al gioco della roulette ci sono due tipi di giocatori: il giocatore "casuale" e il giocatore "sistemista". 

Il giocatore casuale è colui che, convinto che vincere in un gioco d'azzardo sia una questione di fortuna, non si preoccupa di acquisire informazioni su quanto già studiato e proposto da matematici e ricercatori della materia. Appartengono a questa categoria persone di ogni estrazione sociale e grado di intelligenza. La loro convinzione è che se oggi sei fortunato puoi vincere e siccome la visione preponderante nella loro mente è quella che vede se stessi come vincitori, assecondano questa visione andando a giocare e, alla fine, perdendo puntualmente nel tempo. Naturalmente non conoscono nulla delle leggi naturali del caso o della probabilità e, refrattari a qualsiasi desiderio di apprendimento, dilapidano nel tempo i loro guadagni e risparmi. Nei miei precedenti libri sull'argomento e in altre pubblicazioni attuali, riporto sempre la seguente citazione: 

"Se uno va al Casinò una volta nella vita, può essere fortunato. Se ci va con una certa regolarità, per lui la fortuna non esiste". 

Questa asserzione, così profeticamente puntuale, il più delle volte non è capita dal giocatore casuale. Nella sua mente ci saranno sempre le giornate vincenti che, nella speranza si ripetano, determineranno la frequenza delle sue visite al Casinò. Tempo fa ho richiamato l'attenzione su un "rinomato" nickname che era sempre esaltato dai croupier di un noto Casinò on line (vedi post del 20/1/13). Nove spin su dieci appariva fra i vincitori e non con piccole cifre. Avevo giustamente supposto che per vincere quelle cifre con quella frequenza, le sue puntate dovevano coprire gran parte del tavolo e non con pezzi di piccolo valore. Avevo anche previsto la sua disfatta, dovuta a tutta quella "polvere di stelle" che per forza doveva lasciarsi dietro lungo la sua sfavillante parabola di "meteora". Da un po' di tempo non sento più pronunciare il suo nickname. Come mai caro R.......e??? Credo proprio che tu appartenga a questa categoria. Però ti sia di consolazione che i proprietari di quel Casinò ora stanno brindando alla tua salute e sperano proprio che tu non abbia finito i soldi. 

Il giocatore sistemista è colui che, conscio degli effetti delle leggi naturali del caso e della probabilità, affronta il gioco d'azzardo con la consapevolezza di ciò che sta facendo. Che il sistema sia valido o no, egli conosce perfettamente i motivi per cui vince o perde. Se vince, vuol dire che la permanenza si è comportata come previsto. Se perde, sa che la causa è uno scarto contrario al suo gioco; scarto che sa benissimo essere possibile e contro il quale non c'è nulla da fare se non intervenire, prima della sconfitta totale, con uno stop loss. Il fatto è che generalmente il sistemista non smette il suo attacco perchè spera che il prossimo spin sia quello buono e arriva così alla fine della sua cassa. 

In base a queste considerazioni possiamo dire che entrambi i giocatori sono destinati a perdere nel tempo. Il primo perchè si affida al caso che non sarà sempre dalla sua parte. Il secondo perchè si affida a una tendenza che non sempre sarà rispettata. Il primo paga la tassa del 37° numero che è dovuta alla mancanza di equità dei pagamenti in un rapporto fra colpi vincenti e perdenti. Il secondo paga lo scarto che con gli usuali giochi non è controllabile. 

Giocare quindi a caso o con metodo non cambia il risultato finale che è sempre la "perdita costante". Sapere però il perchè si perde è molto importante perchè si può modificare un attacco e cercare in qualche modo di porre un rimedio all'andamento contrario che in quel momento la permanenza sta realizzando. Il giocatore sistemista ha la conoscenza e la disponibilità di più di un sistema e se ha una sufficiente capacità, può risolvere il problema dello scarto mettendo in gioco due sistemi in contrapposizione. Lo scarto di uno favorirà il risultato dell'altro. Quest'ultima soluzione, però, implica la messa in gioco di un maggior quantitativo di numeri e perciò è necessaria la conoscenza di ciò che avverrà in un ciclo logico di 36 colpi; cosa che purtroppo non tutti i giocatori sistemisti hanno. L'unico modo per attuare la "vincita costante" è proprio questo: l'individuazione di ciò che accadrà in un determinato numero di spin. In questo modo non c'è tassa dello zero (o del 37° numero) che tenga; il vantaggio sarà sempre del sistemista perchè ha la possibilità di arrivare al colpo vincente (o a più colpi vincenti) incrementando le sue puntate con una montante. Il vantaggio del banco è quel numero in più, ma se si riesce a imbrigliare lo scarto, quella tassa si riduce, proporzionalmente, a un colpo perso ogni 37 spin, agevolmente sostenuto da una montante che sappiamo essere sufficiente ad arrivare alla méta. Naturalmente necessita un gioco che superi lo scarto perchè altrimenti per far cadere il sistemista non serve il vantaggio del banco: sarà lui stesso a decretare la sua sconfitta. 

I numeri prodotti da una roulette possono essere in "allargamento" o in "calore" e generalmente ogni sistema si basa su questi due tipi di sviluppo della permanenza. 

L'allargamento riguarda la produzione di numeri sempre nuovi e diversi dai precedenti. Esiste una media teorica dettata dalla Legge del terzo (24 presenze) ma le deviazioni da tale media possono arrivare a 4-5 unità in meno. Questo significa che i doppiaggi nella permanenza possono arrivare a coinvolgere anche 16-17 numeri. E' chiaro che una previsione sulla distribuzione dei numeri in allargamento non è possibile perchè una sua eventuale concentrazione può avvenire all'inizio, alla fine, o a metà del ciclo logico. Oppure può essere distribuita lungo tutto il ciclo. L'unica previsione può essere fatta con un'analisi della permanenza rilevata, solo dopo una ventina di spin. Se a quel punto i doppioni sono stati 8-9, è prevedibile che i successivi spin saranno in allargamento. Se invece i doppioni sono stati 2-3, è prevedibile che i successivi spin conterranno una maggioranza di doppioni, come previsto dalla Legge del terzo. 

Il calore si riferisce ai numeri che nel ciclo logico escono due o più volte. Anche in questo caso c'è un limite dettato dalla Legge del terzo (12) e generalmente non sono inferiori alle 8 unità. Anche in questo caso una previsione sulla loro distribuzione non è possibile se non dopo una ventina di spin, secondo le precedenti considerazioni. 

Queste sono le due linee guida che ispirano gran parte dei sistemi che abbiano un senso sullo sviluppo di una permanenza. Se faccio un gioco sull'allargamento, sarò soggetto a uno scarto per un surplus di calore. Se faccio un gioco di calore, sarò soggetto a uno scarto per un surplus di allargamento. Il fallimento o il successo di un sistema deriva sempre dalla contrapposizione di questi due andamenti e se il sistema si basa esclusivamente su uno di essi, nel tempo, non c'è scampo. L'unica scappatoia possibile è un attacco "mirato" dopo quella famosa ventina di spin. A quel punto il rientro da uno scarto, in un verso o nell'altro, dovrebbe essere sostenibile. 

Certamente sono consapevole che l'attesa per un attacco su una situazione ottimale non è accettata da tutti, ma se fate un esame della vostra storia roulettistica valuterete voi stessi se ne varrebbe la pena provare o buttarsi a capofitto in una partenza di attacco dove non si sa se sarà preponderante l'allargamento o il calore e quando ciò avverrà. 

Abbandonato il P/B, mi sono dedicato per qualche tempo a un gioco di allargamento sui numeri pieni ma, come al solito, dopo numerose partite vincenti, arriva sempre quel maledetto scarto sull'allargamento a favore del calore che vanifica tutti i precedenti benefici. Per il momento l'unico degli attuali giochi che regge nel tempo è un gioco sul calore. Vediamo quanto dura. 

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