In quarant'anni di studio della
roulette mi è capitato di leggere molti libri sull'argomento. Tutti questi
autori, chi più chi meno, adducevano determinate ragioni secondo le quali il
loro sistema era vincente e per avvalorare le loro tesi, andavano contro le
affermazioni assiomatiche dei matematici.
Cosa dicono i matematici? Dicono
che alla roulette ogni colpo è nuovo, che non ha memoria, e non ricordando ciò
che ha fatto prima, non sceglie ciò che dovrà fare poi. A ogni colpo ogni
numero ha un uguale spettanza probabilistica
e quindi è inutile fare previsioni perchè il futuro è assolutamente
imprevedibile. Con il calcolo combinatorio ci dicono quanti sono i casi
possibili. Con la legge delle probabilità ci dicono quanti sono
proporzionalmente i casi probabili all'aumentare delle estrazioni. Con la legge
dei grandi numeri ci dicono che un evento può diventare sempre più probabile ma
non sarà mai certo finchè le prove non saranno infinite (Bernoulli). Nonostante
ciò, a ogni spin ogni numero presente nella roulette ha la stessa spettanza
probabilistica. Un cervello matematico, quindi, si ferma a questo punto perchè
"ogni colpo è nuovo" e
qualsiasi sviluppo sarà possibile (spunto preso dal Della Moglie).
Contro questa realtà strettamente
matematica, ma fatalistica, gli autori delle varie pubblicazioni contestano la
pura indipendenza di un colpo dall'altro:
che sia passato o futuro. La ragione, che sembra essere una contraddizione dei
matematici, è che aumentando il numero delle prove, aumenta anche la
probabilità che un particolare evento si realizzi e quindi, ferma restando la
spettanza probabilistica di ogni numero, vi è un insieme di risultati, e ogni
colpo è una frazione di quell'insieme contenuto in tutti i suoi movimenti e
sottomesso a leggi ben precise (sempre Della Moglie). In sostanza, se la
matematica ci dice che con l'aumentare delle prove aumenta la probabilità, vuol
dire che il risultato statistico condiziona l'indeterminatezza matematica. Vuol
dire che una pluralità di "insiemi" contengono statisticamente una
periodicità di ricorrenze perchè hanno obbedito a precise e determinabili leggi
matematiche. Vuol dire cioè che l'aumento della probabilità condiziona la
statistica, che a sua volta ci permette di prevedere il futuro. In pratica, la
probabilità che esca un numero, o una Chance Multipla o Semplice, aumenta con
il passare degli spin e nella rappresentazione statistica dei vari casi, questo
determina dei risultati discreti e apprezzabili, facilmente utilizzabili
dall'osservatore. Almeno finchè lo scarto
non ci mette lo zampino.
A questo punto mi sento di
intervenire in questa diatriba fra "matematici" e
"statistici" con una mia osservazione. Entrambi hanno assunto per
scontato la considerazione che i "soggetti"
della discussione siano sempre i 37 numeri della roulette e che quindi tutto
ciò che avviene riguarda indifferentemente ognuno di essi. La cosa è attribuibile
anche alle altre Chances Multiple o Semplici perchè ognuna di esse può essere
considerata un soggetto. Ecco che per
i matematici ogni colpo è nuovo; ogni colpo non ricorda il precedente; ogni
colpo non è legato al successivo; ogni colpo ha la stessa spettanza
probabilistica dello spin precedente o futuro. Per gli autori, invece, un
insieme quantitativo di colpi determina "fatalmente" delle
statistiche prevedibili, anche se soggette allo scarto. Tutto ciò avviene con
37 soggetti (numeri pieni), oppure con 18 soggetti (cavalli), oppure con 12
(terzine), o 6 (sestine), o 3 (dozzine/colonne), o 2 (semplici) soggetti. La
ragione di ciò è la legge delle probabilità che con il passare delle prove
rende sempre più probabile l'apparizione di un soggetto.
E se considerassimo diversamente
i soggetti? Che cosa ci dice la Legge del terzo? Questa legge fa una
distinzione fra numeri presenti, numeri assenti e numeri doppiati. In sostanza
divide la roulette in numeri che usciranno e numeri che non usciranno e cioè
riduce i soggetti da 37 a 2. Possiamo definire questi due soggetti con il nome
di "occupati" e "vuoti". Sotto questa prospettiva dobbiamo
soltanto stabilire se a ogni spin la pallina cadrà su un "occupato" o
su un "vuoto".
A questo punto poniamoci la
domanda: durante i 37 spin, avranno questi
due soggetti la stessa "spettanza
probabilistica"? La risposta è NO perchè con il passare degli spin
entrambi i soggetti si modificheranno, l'uno a discapito dell'altro. Gli
occupati aumenteranno sempre di più e i vuoti diminuiranno, fino al raggiungimento
delle ben note proporzioni tendenziali.
Allora, come possiamo dire che
ogni spin ha la stessa spettanza probabilistica se inizialmente i vuoti sono in
maggioranza e alla fine sono in minoranza? Come sempre non c'è nulla di
assoluto, ma le cose cambiano e perciò tutto è relativo. Dal punto di vista dei
37 numeri è vero che ogni colpo ha la stessa spettanza probabilistica. Dal
punto di vista degli occupati e dei vuoti, invece, possiamo dire che non vi è
mai uguale spettanza probabilistica perchè al primo spin ci sono solo vuoti che
diminuiranno col passare dei lanci successivi. Per di più, essendo i numeri
disponibili dispari, non ci sarà mai parità fra i due soggetti: ce ne sarà sempre uno che avrà un
occupato o un vuoto in più.
Sotto questo punto di vista
possiamo dire che la spettanza probabilistica non è mai uguale perchè uno dei
due soggetti (occupati o vuoti) non sarà mai uguale all'altro.
Ecco che l'indeterminatezza del
futuro è soggetta a certi limiti che secondo me non derivano dall'assoggettamento
dei colpi alla semplice risultanza statistica, ma derivano da una chiara e
opposta evoluzione dei due soggetti
in campo. Non è che il risultato derivi da una fatalità statistica; risulterà invece da un accrescimento
degli occupati e da un restringimento dei vuoti. E' più facile colpire un
bersaglio che si ingrossa sempre di più, o uno che si restringe sempre di più?
Questa secondo me è la lacuna
esplicativa in cui matematici e autori di sistemi incorrono nei loro trattati e
opere divulgative. I primi si fermano alla base del meccanismo, considerando
ogni singolo numero come elemento primario della roulette. I secondi si fermano
a un fatalistico risultato statistico finale di un insieme di risultati e che è
semplicemente prodotto dal calcolo delle probabilità.
Entrambi non considerano i due grandi
soggetti che compongono il cilindro della roulette: il soggetto "occupati" e il soggetto "vuoti".
Per il momento proseguo con la
ricerca di nuovi miglioramenti su quanto già prosegue bene, ma comunque la
rigiri ottieni sempre lo stesso risultato: buono ma non migliore.
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