10/03/13

VUOTI E OCCUPATI


In quarant'anni di studio della roulette mi è capitato di leggere molti libri sull'argomento. Tutti questi autori, chi più chi meno, adducevano determinate ragioni secondo le quali il loro sistema era vincente e per avvalorare le loro tesi, andavano contro le affermazioni assiomatiche dei matematici. 

Cosa dicono i matematici? Dicono che alla roulette ogni colpo è nuovo, che non ha memoria, e non ricordando ciò che ha fatto prima, non sceglie ciò che dovrà fare poi. A ogni colpo ogni numero ha un uguale spettanza probabilistica e quindi è inutile fare previsioni perchè il futuro è assolutamente imprevedibile. Con il calcolo combinatorio ci dicono quanti sono i casi possibili. Con la legge delle probabilità ci dicono quanti sono proporzionalmente i casi probabili all'aumentare delle estrazioni. Con la legge dei grandi numeri ci dicono che un evento può diventare sempre più probabile ma non sarà mai certo finchè le prove non saranno infinite (Bernoulli). Nonostante ciò, a ogni spin ogni numero presente nella roulette ha la stessa spettanza probabilistica. Un cervello matematico, quindi, si ferma a questo punto perchè "ogni colpo è nuovo" e qualsiasi sviluppo sarà possibile (spunto preso dal Della Moglie). 

Contro questa realtà strettamente matematica, ma fatalistica, gli autori delle varie pubblicazioni contestano la pura indipendenza di un colpo dall'altro: che sia passato o futuro. La ragione, che sembra essere una contraddizione dei matematici, è che aumentando il numero delle prove, aumenta anche la probabilità che un particolare evento si realizzi e quindi, ferma restando la spettanza probabilistica di ogni numero, vi è un insieme di risultati, e ogni colpo è una frazione di quell'insieme contenuto in tutti i suoi movimenti e sottomesso a leggi ben precise (sempre Della Moglie). In sostanza, se la matematica ci dice che con l'aumentare delle prove aumenta la probabilità, vuol dire che il risultato statistico condiziona l'indeterminatezza matematica. Vuol dire che una pluralità di "insiemi" contengono statisticamente una periodicità di ricorrenze perchè hanno obbedito a precise e determinabili leggi matematiche. Vuol dire cioè che l'aumento della probabilità condiziona la statistica, che a sua volta ci permette di prevedere il futuro. In pratica, la probabilità che esca un numero, o una Chance Multipla o Semplice, aumenta con il passare degli spin e nella rappresentazione statistica dei vari casi, questo determina dei risultati discreti e apprezzabili, facilmente utilizzabili dall'osservatore. Almeno finchè lo scarto non ci mette lo zampino. 

A questo punto mi sento di intervenire in questa diatriba fra "matematici" e "statistici" con una mia osservazione. Entrambi hanno assunto per scontato la considerazione che i "soggetti" della discussione siano sempre i 37 numeri della roulette e che quindi tutto ciò che avviene riguarda indifferentemente ognuno di essi. La cosa è attribuibile anche alle altre Chances Multiple o Semplici perchè ognuna di esse può essere considerata un soggetto. Ecco che per i matematici ogni colpo è nuovo; ogni colpo non ricorda il precedente; ogni colpo non è legato al successivo; ogni colpo ha la stessa spettanza probabilistica dello spin precedente o futuro. Per gli autori, invece, un insieme quantitativo di colpi determina "fatalmente" delle statistiche prevedibili, anche se soggette allo scarto. Tutto ciò avviene con 37 soggetti (numeri pieni), oppure con 18 soggetti (cavalli), oppure con 12 (terzine), o 6 (sestine), o 3 (dozzine/colonne), o 2 (semplici) soggetti. La ragione di ciò è la legge delle probabilità che con il passare delle prove rende sempre più probabile l'apparizione di un soggetto. 

E se considerassimo diversamente i soggetti? Che cosa ci dice la Legge del terzo? Questa legge fa una distinzione fra numeri presenti, numeri assenti e numeri doppiati. In sostanza divide la roulette in numeri che usciranno e numeri che non usciranno e cioè riduce i soggetti da 37 a 2. Possiamo definire questi due soggetti con il nome di "occupati" e "vuoti". Sotto questa prospettiva dobbiamo soltanto stabilire se a ogni spin la pallina cadrà su un "occupato" o su un "vuoto". 

A questo punto poniamoci la domanda: durante i 37 spin, avranno questi due soggetti la stessa "spettanza probabilistica"? La risposta è NO perchè con il passare degli spin entrambi i soggetti si modificheranno, l'uno a discapito dell'altro. Gli occupati aumenteranno sempre di più e i vuoti diminuiranno, fino al raggiungimento delle ben note proporzioni tendenziali. 

Allora, come possiamo dire che ogni spin ha la stessa spettanza probabilistica se inizialmente i vuoti sono in maggioranza e alla fine sono in minoranza? Come sempre non c'è nulla di assoluto, ma le cose cambiano e perciò tutto è relativo. Dal punto di vista dei 37 numeri è vero che ogni colpo ha la stessa spettanza probabilistica. Dal punto di vista degli occupati e dei vuoti, invece, possiamo dire che non vi è mai uguale spettanza probabilistica perchè al primo spin ci sono solo vuoti che diminuiranno col passare dei lanci successivi. Per di più, essendo i numeri disponibili dispari, non ci sarà mai parità fra i due soggetti: ce ne sarà sempre uno che avrà un occupato o un vuoto in più. 

Sotto questo punto di vista possiamo dire che la spettanza probabilistica non è mai uguale perchè uno dei due soggetti (occupati o vuoti) non sarà mai uguale all'altro. 

Ecco che l'indeterminatezza del futuro è soggetta a certi limiti che secondo me non derivano dall'assoggettamento dei colpi alla semplice risultanza statistica, ma derivano da una chiara e opposta evoluzione dei due soggetti in campo. Non è che il risultato derivi da una fatalità statistica; risulterà invece da un accrescimento degli occupati e da un restringimento dei vuoti. E' più facile colpire un bersaglio che si ingrossa sempre di più, o uno che si restringe sempre di più? 

Questa secondo me è la lacuna esplicativa in cui matematici e autori di sistemi incorrono nei loro trattati e opere divulgative. I primi si fermano alla base del meccanismo, considerando ogni singolo numero come elemento primario della roulette. I secondi si fermano a un fatalistico risultato statistico finale di un insieme di risultati e che è semplicemente prodotto dal calcolo delle probabilità. 

Entrambi non considerano i due grandi soggetti che compongono il cilindro della roulette: il soggetto "occupati" e il soggetto "vuoti". 

Per il momento proseguo con la ricerca di nuovi miglioramenti su quanto già prosegue bene, ma comunque la rigiri ottieni sempre lo stesso risultato: buono ma non migliore. 

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