24/02/17

NUOVA CONDUZIONE

Da qualche anno gioco con una certa regolarità in un noto Casinò on line che a ogni spin visualizza i nick-name dei giocatori. Si può vedere quanto hanno puntato e quanto hanno vinto. Ogni tanto, fra la massa dei piccoli giocatori (con puntate da 0,10 a 10-20 €), fa la sua comparsa qualche nick-name con puntate che vanno da 100 e più Euro, fino anche a 2-300 € e più. Ho notato una cosa: mentre i nick-name dei piccoli giocatori sono sempre presenti, quelli delle grosse puntate non durano. Al massimo restano presenti per due o tre giorni e poi scompaiono. Questo cosa significa? Evidentemente significa che i piccoli giocatori sono sistemisti, mentre i grandi giocatori sono "giocatori casuali", che puntano cioè a casaccio i loro numeri simpatici, o secondo ciò che pensano la roulette dovrebbe fare, o sulle Chances in ritardo, o sulle frequenze di Rosso e Nero ecc... ecc... E' con questi che il Casinò guadagna. E' chiaro che se il Casinò continua a funzionare, significa che guadagna e per lo più lo fa con questi grossi "giocatori casuali". Il sistemista che vince regolarmente gli toglie poco, ma il grosso "giocatore casuale" gli da molto e poi se ne va dopo aver lasciato sul banco una grossa cifra.

Da molto tempo ho acquisito come funziona la mentalità e il modo di ragionare del giocatore casuale. Ognuno di noi compie un'azione se le ragioni del farla sono preponderanti rispetto alle ragioni del non farla. Prendiamo un oggetto o facciamo una cosa perchè visualizziamo dentro di noi che ne otterremo un vantaggio e già prima di agire ci vediamo con quell'oggetto o con quella cosa fatta. In pratica la visione positiva dentro di noi è preponderante rispetto a una visione negativa del fatto che ci accingiamo a fare. Noi non ce ne accorgiamo, ma ciò avviene per qualsiasi nostro gesto, sia che si tratti semplicemente di alzare un braccio per grattarci, sia che si tratti di restare immobili piuttosto che alzarci dal letto al mattino. Per ogni nostra azione mettiamo in moto la bilancia del fare o non fare.

La stessa cosa avviene per il giocatore casuale. Prima di iniziare a giocare egli si vede dentro di se vincitore perchè questa visione è preponderante rispetto alla possibilità di perdere tutto il suo denaro. Naturalmente c'è anche un po' di speranza, ma il fattore principale è la sua visione di incassare una puntata vincente.

Per il sistemista esperto, invece, è preponderante la possibilità di perdere e gioca perchè il sistema che sta facendo gli dice che se non si troverà di fronte a permanenze strane, dovrebbe vincere.

Qui ci troviamo di fronte a una strana differenziazione di due aspetti della nostra psiche. Il primo agisce perchè si vede vincente (anche se casualmente); il secondo agisce con la consapevolezza che potrebbe essere perdente, ma poichè ha un sistema presumibilmente vincente, agisce. Che strano mondo quello della roulette...!!!


In questi due ultimi mesi, dopo i primi due sistemi di quella che ho definito "trilogia", mi sono dedicato alla ricerca di un gioco che potesse vincere con la pura selezione sulle Terzine. Finora non ci sono riuscito. Ho dato da testare l'ultimo elaborato a Francesco che, dopo innumerevoli partite vincenti, alla fine ha trovato la partita che per vincere doveva superare i massimali del tavolo.

Non c'è niente da fare: la pura selezione vince per qualche tempo, ma alla fine incontra la permanenza talmente imprevedibile che per lungo tempo fa sortire il non selezionato. Il risultato è una proliferazione delle puntate che aumentano lo scoperto in modo esponenziale e la puntata sulla pura selezione arriva a dover superare i massimali del tavolo. C'è da precisare che le puntate sono a "riduzione logica" (per chi non lo sapesse la riduzione logica è calibrata per dare un utile ad ogni incasso) e quindi gli aumenti sono calibrati a questo scopo. Molto probabilmente una montante a "scoperto fittizio", con adeguate "riduzioni di altezza", avrebbe superato il periodo contrario e ne sarebbe uscita vincente quando le vincite si addensano verso la fine del ciclo di gioco. Il fatto è che per evitare gli allargamenti di puntate mi sono imposto lo stop partita alla prima vincita e questo offre il fianco a quella partita che allarga inizialmente le aperture e ci da le chiusure a gioco avanzato.

Il bello è che come lo gioco io arrivo sempre all'utile di partita e la permanenza incriminata, giocata da me, sarebbe risultata vincente e senza neanche molta esposizione. Quindi, come preannunciato nel precedente post, ho deciso di cambiare la selezione mettendo in gioco anche il non selezionato. Si perchè è sempre il non selezionato che ci rende la vita difficile. Ora Francesco inizierà a testare il nuovo modo di condurre il gioco che avrà questa impostazione:
1°) Risalita di 6 numeri dopo una chiusura per la ricostruzione di una nuova partita.
2°) Attesa di 7 colpi senza iniziare l'attacco, sia con apertura già pronta, sia senza apertura già pronta.
3°) Puntata iniziale comprendente selezione e non selezionato fino a un certo scoperto di cassa.
4°) Incremento a riduzione logica sulla selezione e incremento del non selezionato per la sua metà.
5°) Utilizzo anche questa volta della riduzione logica, ma solo sulla selezione.

Spero che questo cambiamento sia sufficiente a superare quelle permanenze veramente assurde dove il non selezionato continua a sbagliare la puntata anche per 10-15 colpi consecutivi. Con il gioco condotto da me la cosa è ininfluente perchè tengo conto delle molte situazioni in cui mi trovo nello svolgersi delle partite, ma mi rendo conto che fare dei test con tutte queste variabili è cosa assai complicata. Senza contare poi che il fruitore di un trattato vuole cose chiare, lineari e semplici.

Aspettiamo il nuovo test e poi vedremo.


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Se uno va al Casinò una volta nella vita, può essere fortunato. Se ci va con una certa regolarità, per lui la fortuna non esiste.
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(Diminuiamo i politici perchè ci costano troppo e si contrastano gli uni con gli altri per mantenere la poltrona, i privilegi, lo stipendio. Un politico non potrà mai dire che l'avversario è stato bravo, altrimenti che ci sta a fare?)
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