Quando negli anni ’70 ’80 andavo
a giocare (il più spesso a Venezia) assieme al mio Maestro di allora (ora
defunto da parecchio tempo) mi sentivo dire da lui: “dobbiamo trovare un gioco che metta in negativa la roulette”.
In effetti il giocatore sistemista
perde perché, seguendo un’unica linea di condotta, incontra la sua sequenza di
permanenza negativa. In pratica è il giocatore che entra in negativa, mentre la
roulette si rimangia tutto ciò che prima gli ha dato e anche la sua cassa. Si
perché generalmente quando il gioco va bene si vince poco, mentre quando va
male si perde molto. In pratica il giocatore si intestardisce perché, spin dopo
spin, spera che la negativa si interrompa e che il gioco dia finalmente il
risultato previsto. La realtà è che ha incontrato la sua permanenza contraria;
quella che perdurerà fino alla fine della sua cassa.
Non ricordo se a quel tempo
mettemmo in pratica il suggerimento del Maestro, ma credo proprio di no perché
i nuovi sistemi si susseguivano velocemente un giorno dopo l’altro. Mi ricordo però
che una volta al Lido di Venezia applicai questo tipo di attacco con un gioco
sul quadrato delle Sestine riuscendo a portar via circa 30 pezzi. Il gioco era
semplice: invece di puntare le
Sestine che formavano il disegno desiderato, puntavo le Sestine che non dovevo
puntare, naturalmente con la progressione che avrei usato puntando le Sestine
giuste. Quando perdevo la puntata, avrei vinto
con il gioco “dritto” e quindi
perdevo poco. Quando vincevo la puntata avrei perso con il gioco “dritto”
e quindi incassavo molto per effetto dell’incremento della progressione che
avrei usato con il gioco dritto. In
pratica si poteva vincere ripetutamente sulla negativa del gioco “dritto”, per di più incrementando la
massa delle puntate come avrei dovuto fare sempre sul gioco “dritto”. Praticamente era una montante
in vincita che si applicava al gioco “rovescio”
a quello che avrei dovuto fare nella normalità del sistema.
La linea di condotta del gioco “dritto” era unica e quindi prima o poi avrei
incontrato la negativa con un proporzionale incremento di progressione che
invece di essere perdente sarebbe stato vincente. In pratica, giocando il “rovescio” avrei perso pochi pezzi sulle
partite vincenti al “dritto”, mentre
avrei vinto parecchi pezzi sulle partite perdenti, sempre al “dritto”.
Così è stato, ma che palle…!!! Mi
ricordo che allora, da buon giocatore sistemista giovane e bramoso di puntare
qualcosa che vincesse subito, mi annoiai a morte perché le partite vincenti al
dritto erano molte e l’attesa della negativa era snervante. Alla fine la
negativa sul “dritto” venne, e mi
compensò di tutte quelle perdite al “rovescio”.
Naturalmente non si può far proseguire il gioco sul “rovescio” all’infinito perché poi il “dritto” ricomincia a vincere (simmetria
globale) e quindi, ottenuta quella trentina di pezzi, me ne andai. Decisi però
che dopo quell’esperienza non avrei più fatto un simile gioco; anche se alla
fine ero vincente della differenza fra incassi e perdite. Naturalmente ho
pagato la tassa dello zero che avrei comunque pagato giocando il “dritto”.
Il gioco sulle Semplici che sto
scrivendo (e che si chiama CERBERUS) si adatta perfettamente a
questo concetto e, con i dovuti accorgimenti, raggiunge dei livelli di resa che
superano il 50% delle masse puntate a tappeto. Non prendete paura: non si tratta di giocare il
“rovescio” del gioco base. Si tratta solo di sfruttare certe partenze ottimali
e certe mutualità fra Chances Semplici. Infatti, il nome è quello del cane
mitologico con tre teste, guardiano degli inferi. Nel caso del mio sistema le
tre teste sono rappresentate dalle tre Chances Semplici.
La conduzione del gioco offre
parecchi altri spunti di attacco; altri comportamenti che possono rendere
molto, ma che si espongono a scoperti che, anche se sporadici e rari, sono
sempre possibili. E’ il risultato finale (per ora) dopo molte modifiche e
rimedi per eliminare la possibilità di incontri sfavorevoli nella permanenza.
Il testatore Luca (che ormai ha la testa che gli fuma) è stato costretto a
riprogrammare il tutto perché ormai ha perso il filo del discorso e tra le
decine di varianti non ci capisce più nulla. Sto aspettando l’esito di questi
nuovi test ma, in ogni caso, che sia o meno accettato dagli Americani, lo
pubblicherò nella sua ultima forma finale. Ho già scritto l’introduzione, le
Figure, come si giocano le Figure e la giustificazione degli attacchi su CERBERUS. Mi rimane l’esposizione delle
partite perché devo scegliere fra una conduzione o l’altra. Spero di aver
eliminato quel tipo negative che si incontrano nel test pubblicato nel post del
16 Luglio. O per lo meno di averle ridimensionate con una minor esposizione
recuperabile poi con le partite successive.
Resto in attesa del test di Luca.
PROPOSTA
Nel 1986 ho pubblicato il mio primo libro “LA FINE DELL’AZZARDO” i cui contenuti li potete trovare nel Sito.
A suo tempo è stato venduto dal Comm. Delaiti del Centro Studi di Bologna, ma
poiché mi ritrovo ancora circa 500 copie, lo metto a disposizione di chi non ne
è in possesso ad un costo che in pratica rimborserà le spese di spedizione (o
poco più). Ho pensato che è inutile tenerle a marcire in cantina e preferisco
distribuirle a chi ne è interessato. Basta richiederle a me tramite e-mail.
Vai al Sito.
Se uno va al Casinò una volta nella vita, può essere
fortunato. Se ci va con una certa regolarità, per lui la fortuna non esiste.
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