Quando andiamo al Casinò e ci
sediamo al tavolo di una roulette, siamo propensi a pensare che l’esito della
giornata sarà vincente. Sappiamo benissimo che c’è la possibilità di perdere,
ma nella nostra mente visualizziamo sempre l’evento più piacevole e quindi le “possibilità totali”, insite nell’evento
stesso, passano in secondo piano. Queste “possibilità
totali”, dovute alla simmetria, alla distribuzione delle Figure, alla tassa
del banco, alla Legge del terzo, alla spettanza probabilistica assoluta e relativa,
sono in accordo con la situazione totale del nostro universo e questo
comportamento della natura è descritto nella RELATIVITA’ GENERALE.
Alla base della RELATIVITA’ GENERALE c’è la “quantità di moto” dell’universo. Fin da
quando l’universo è stato creato (o comunque si è formato) dal Big-Bang, ha
sempre avuto la stessa “quantità di moto
totale”. Non è mai aumentata né diminuita. La differenza è che allora era
compressa, mentre ora si è “espansa” in un universo molto più grande e quindi
si è rarefatta con l’aumentare dello spazio e cioè con l’espansione delle
cosiddette “particelle esistenziali” di cui è composto lo spazio vuoto (gli
antichi lo chiamavano “etere”). La conseguenza è che quando in un sistema di
riferimento aumenta la quantità di moto, è perché diminuisce da qualche altra
parte, ma la somma delle due quantità di moto è sempre la stessa di prima
(conservazione dell’energia). Ne deriva che molti “luoghi comuni” non sono in
realtà ciò che sembrano.
1°) Energia: Generalmente l’uomo comune parla di energia come di
un oggetto a se stante. Se vi chiedo di mettermi nella mano un po’ di energia
pura, sareste in grado di farlo? No perché l’energia come oggetto non esiste.
Qualsiasi cosa per esistere deve essere mediata da particelle e la particella dell’energia
non esiste. Esiste invece la materia che, avendo maggiore o minore quantità di moto è più o meno
energetica; cioè possiede energia,
la quale è quindi uno “status” della
materia. Ciò che potete mettermi nella mano sarà della materia più o meno
energetica e cioè con maggiore o minore quantità
di moto.
2°) Temperatura: Generalmente si parla di temperatura come se
realmente esistesse il caldo o il freddo. Quando d’estate “sentiamo caldo”, è
appunto perché lo sentiamo e non
perché realmente ci sia. Ci sono solo atomi più “eccitati” di prima. La stessa
cosa vale per il freddo o per altre situazioni estreme di caldo e di freddo
(bruciature o congelamenti). La realtà è che l’ambiente esterno al nostro corpo
ha una maggiore o una minore quantità di
moto rispetto a noi. In realtà non c’è né caldo né freddo perché non esiste
alcuna particella che ne sia mediatrice. Naturalmente ne traiamo delle
conseguenze, ma non perché caldo e freddo esistano. Noi abbiamo una nostra
quantità di moto che generalmente è regolata dall’ambiente esterno. Poiché la
quantità di moto tende a uniformarsi nell’ambiente (prima legge della
termodinamica, che dovrebbe definirsi “motodinamica”) la quantità di moto
esterna modifica la nostra quantità di moto interna e noi interpretiamo tale
variazione come caldo o freddo. Semplicemente le particelle degli atomi del
nostro corpo aumentano o diminuiscono il loro moto interno o cinetico. Il fatto
che con il fuoco ci bruciamo e che con il freddo ci congeliamo, è sempre la
conseguenza di una variazione della nostra quantità di moto e le sensazioni che
proviamo sono un allarme lanciato dal nostro cervello che tenta di difenderci
interpretando quelle variazioni di moto. Se non avessimo questa capacità
interpretativa, bruceremmo o congeleremmo senza accorgercene. Bruciarsi o
congelarsi è solo una modifica che danneggia i nostri atomi. Resta il fatto che
la temperatura come noi la interpretiamo e percepiamo non esiste. Esistono solo
varie “situazioni di moto” della materia. Lo dimostra il fatto che lo zero
assoluto (-273,15° C) non è in natura raggiungibile perché deriverebbe da
materia completamente inerte (atomi senza quantità di moto negli elettroni,
quark e gluoni). Non appena quelle particelle si mettessero in movimento, ecco
che il mercurio del termometro riceverebbe un flusso di quantità di moto e per
l’aumento di volume comincerebbe ad espandersi su per il tubicino e noi
interpreteremmo quella espansione come temperatura. In realtà è solo mercurio che
si espande perché i suoi atomi si sono dilatati a causa di orbitali elettronici
con maggiore quantità di moto.
3°) Tempo: Il “continuum
spazio tempo” è l’attimo in cui viviamo. Immaginate che tutto l’universo
sia come un foglio di carta velina che si muove in se stesso. Naturalmente il
paragone è idealizzato perché l’universo è tridimensionale (svincolandoci dal
tempo) e il tempo è la sua quantità di
moto interna. Se però visualizziamo l’attimo presente, possiamo ridurre il
tutto a un punto unidimensionale, anche se al suo interno ci sono le quattro
dimensioni. Tutto l’universo è ridotto in un attimo e in quest’attimo c’è la
quantità di moto che ci fa procedere in nessun luogo e in nessun tempo perché “l’al di fuori” dell’universo non
esiste. Invece di dire per esempio “un secondo”, sarebbe più corretto dire “1033
(numero a caso) orbite dell’elettrone attorno al protone dell’idrogeno nella
sua “situazione fondamentale”. E’ chiaro che una simile misurazione del tempo
non è possibile e quindi abbiamo frazionato l’orbita della terra attorno al
sole per inventare frazioni come ore, giorni, anni, secoli. Nella realtà il
tempo non esiste perché è una trasposizione della quantità di moto che non è quantizzabile nel vivere comune. La
particella tempo non esiste.
In pratica è la quantità di moto
che regola la nostra esistenza e anche la durata della nostra vita, come ce
l’insegna il “paradosso dei gemelli”.
Poiché la quantità di moto totale deve essere sempre la stessa, se un gemello
partisse per un viaggio interstellare a una velocità apprezzabile (supponiamo
centomila Km al secondo) quando ritornerebbe sulla terra, troverebbe il suo
gemello più invecchiato rispetto a lui di 10-20 anni (numeri a caso). E’
semplicemente successo che la sua quantità di moto cinetica è aumentata e ciò
ha causato un rallentamento della sua quantità di moto corporea rallentando
così il suo invecchiamento. La quantità di moto totale (di massa e cinetica) è
stata mantenuta, ma la parte rallentata ha modificato l’esistenza del gemello
che ha viaggiato. La stessa cosa capita a voi quando andate in macchina, o in
bicicletta, o viaggiate in aereo, o in treno, o addirittura camminate. Più vi
muovete, più restate giovani. Il risultato non è chiaramente rilevabile perché
le velocità raggiungibili sono praticamente nulle rispetto alla velocità della
luce; come lo sono anche le cinque velocità che abbiamo quando siamo fermi:
quella con la rotazione terrestre; quella con la rivoluzione attorno al sole;
quella con la rotazione della galassia; quella con lo spostamento della
galassia e quella con lo spostamento del gruppo locale di galassie. Questo
aspetto della relatività generale è stato verificato per mezzo di un orologio
atomico a bordo di un aereo supersonico. Al rientro rilevava un ritardo pari a
una piccolissima frazione di secondo.
Non sono sicuro che tutto ciò che
ho scritto sia la realtà, però è come io vedo il nostro mondo ed è dovuto alle
varie letture scientifiche che mi appassionano. L’averlo poi scritto qui
dipende dal fatto che questo è un Blog e quindi possiamo scrivere ciò che ci
passa per la testa. Giusto…!!!
Tutto questo discorso è servito
per accomunare RELATIVITA’ GENERALE
e ROULETTE. In fin dei conti la “Legge sulla distribuzione delle Figure”
non è altro che una rappresentazione della “quantità di moto”, dove le Figure totali sono sempre le stesse, ma
cambiano le quantità parziali secondo la lunghezza delle Figure. La “SIMMETRIA” non è altro che una “quantità di moto” dove gli esiti totali
delle vincite e perdite sono sempre gli stessi, ma cambiano gli esiti parziali
del giocatore e del banco. La “Legge del
terzo” non è altro che una “quantità
di moto” dove il totale disponibile è sempre lo stesso, ma cambiano le
proporzioni fra presenze e assenze.
Questo collegamento (un po’
forzato lo devo ammettere) fra roulette e relatività generale, ci deve
insegnare che la “quantità di moto” della roulette è una “quantità di eventi” che nella loro totalità producono la simmetria
e la distribuzione delle Figure. Bastano queste due quantità a produrre il
vantaggio della roulette, perché il giocatore (casuale o sistemista che sia)
che persegue un’unica linea di condotta, non può sottrarsi alla “quantità
totale” e quindi, una volta superata la quantità a suo vantaggio, dovrà subire
la quantità a suo svantaggio. La tassa è un minor pagamento che non sarebbe
significativamente importante se non ci fosse quella quantità di moto (eventi)
totale. L’unico rimedio a questa realtà è una “spettanza probabilistica visiva”
da sfruttare esclusivamente entro un suo ciclo logico. Dopo questo termine
tutto dipende dalla “quantità di moto” totale. Praticamente il ciclo logico ci
dice: “non vi è mondo al di fuor di queste mura”.
Il terzo sistema “SLALOM”, annunciato nel precedente post,
è stato un mio abbaglio. In pratica è come se avessi contato le zampe delle
pecore per poi dividerle per quattro. E’ stato un lavoro e una perdita di tempo
inutili. A volte capita che si costruiscano sofisticati castelli per poi
accorgersi che le ragioni che li giustificano sono molto più semplici e quindi
soggette a quella “quantità di moto”
che produce simmetria e distribuzione delle Figure. Eppure
mentre scrivevo il sistema (si perché da vero “pirla” ho anche iniziato a
scriverlo) sapevo che c’era la Figura perdente e che, essendo un gioco
continuo, questa poteva prolungarsi oltre il sostenibile. Ciò nonostante (e
forse a causa degli eclatanti esiti delle prove reali on line) ho represso
questa consapevolezza fino alla sentenza di Luca. Avevo pensato a questo gioco per
rendere più svelto e nel contempo più remunerativo il sistema “CERBERUS” che al momento è quello che si
è dimostrato più stabile (vedi grafico nel post del 16 Luglio). L’unica pecca
erano state due negative in 380.000 spin e perciò ora cerchiamo di superare
quegli eventi con qualche accorgimento che ne ridimensioni lo scoperto. In
pratica, la grande quantità di partite vincenti, oltre che per l’utile potrebbe
essere utilizzata anche per i recuperi delle pochissime partite perdenti. In
secondo luogo sarà necessario uno “stop
partita” (che non è stop loss) in modo da interrompere l’andamento negativo
e riprenderlo ex novo con un altro ciclo logico. Se in 380.000 spin le partite
negative sono state due, il successivo proseguimento su altre partite dovrebbe
produrre il recupero di quello scoperto. In fin dei conti è quello che facevano
i contatori di carte a Black Jack quando restavano in fase di recupero anche
per settimane.
PROPOSTA
Nel 1986 ho pubblicato il mio primo libro “LA FINE DELL’AZZARDO” i cui contenuti li potete trovare nel Sito.
A suo tempo è stato venduto dal Comm. Delaiti del Centro Studi di Bologna, ma
poiché mi ritrovo ancora circa 500 copie, lo metto a disposizione di chi non ne
è in possesso ad un costo che in pratica rimborserà le spese di spedizione (o
poco più). Ho pensato che è inutile tenerle a marcire in cantina e preferisco
distribuirle a chi ne è interessato. Basta richiederle a me tramite e-mail.
FERIE
Dal 23 al 31 sono in ferie. Vado
a fare un po’ di immersioni nel basso Egitto. Ci risentiamo in Settembre.
Se uno va al Casinò una volta nella vita, può essere
fortunato. Se ci va con una certa regolarità, per lui la fortuna non esiste.
(Compra Italiano; proteggi il tuo Paese e i tuoi figli)