Durante la vostra vita di
“casinisti” avrete certamente notato che quasi tutte le sedute che avete fatto
sono state caratterizzate da vincite facili all’inizio di seduta e vincite
difficili una volta che si oltrepassa un certo numero di spin. Con molta probabilità
tale quantitativo di spin, oltrepassato il quale cominciano le pene, si aggira
attorno ai 30/40 colpi.
Che cosa succede? Perché questa
disparità di resa nel sistema? Eppure le giustificazioni che riguardano le
vincite sono corrette. La statistica dice che si verificheranno e infatti si
verificano, ma il fatto è che non si verificano con la stessa frequenza dei
primi 30/40 spin. Ecco che allora il giocatore deve sostenere il gioco fino
alla maturazione delle nuove chiusure.
La ragione è facilmente
comprensibile se ci si ricorda della “Legge
dell’equilibrio”. Sappiamo che in un ciclo logico sui pieni imperano la “Legge dello scarto” e sua “figlia” la “Legge del terzo”, con le quali
sortiranno presumibilmente dai 20 ai 28 numeri nuovi, mentre ci saranno dai 17
ai 9 doppiaggi. Queste sono le proporzioni che ogni ciclo di 37 spin si porta
appresso nella propria rilevazione.
Ho detto “nella propria rilevazione” e ciò dovrebbe essere valido da
qualunque punto della permanenza questa rilevazione inizi. Resta il fatto però
che al lato pratico non è così. Resta valida la domanda: perché inizialmente le partite sono più facili di quelle che
vengono dopo? La risposta è che interviene la “Legge dell’equilibrio” che, con il passare degli spin, tende a
“equilibrare” non solo i numeri, ma anche Chances, disegni, incassi, chiusure e
aperture.
Quando chiudiamo una partita e ci
apprestiamo a un nuovo attacco, generalmente ci regoliamo sugli ultimi numeri
che ci hanno fatto chiudere la precedente partita. Questi numeri avevano un senso
con i loro precedenti, ma con quelli futuri? Certamente avranno un senso se
consideriamo sempre il ciclo dei 37 spin, ma a lungo andare questo senso si
posticiperà verso la fine del ciclo ed ecco spiegato perché le chiusure
ritardano e le aperture subiscono un allargamento. Non solo! Legando gli
spezzoni di permanenza, si arriverà anche al punto in cui aumentano le
deviazioni proporzionali fra presenze e doppiaggi e ciò sarà un fattore
negativo se il gioco praticato è contrario a quell’andamento temporaneo. Siamo
d’accordo che il giocatore non può scegliere un inizio di gioco che sia a lui
favorevole, ma se ogni partita non tenesse conto del passato, le probabilità di
incappare in un inizio sfavorevole sono minori che non per quello favorevole.
Durante una seduta continua arriverà la partenza sfavorevole, ma sarà dovuta
principalmente al persistere di un gioco sempre uguale e sempre sullo stesso
tavolo.
In base a queste considerazioni
io penso che la cosa migliore, in generale, sia l’azzeramento di tutta la
permanenza alla conclusione di ogni partita. E’ un comportamento che senz’altro
non troverà seguaci (a partire da me stesso) perché la noia dell’attesa non è
sopportabile da tutti. Il più delle volte si preferisce affrontare il rischio
di incontrare con una maggiore frequenza la permanenza avversa piuttosto che
aspettare una condizione ottimale, oppure piuttosto che effettuare un totale
azzeramento della permanenza per ricostruire un nuovo attacco.
Ma come al solito io “predico
bene ma razzolo male”. Prima di scrivere questo articolo ho fatto le mie solite
2-3 partite on line. Sapevo esattamente quanto ho fin qui predicato, tuttavia,
per non rompermi i cosiddetti ad aspettare una costruzione del gioco ad hoc, ho
utilizzato la permanenza personale.
L’avevo fatto nelle due precedenti sedute e siccome sono andate bene, ho
continuato a farlo anche nella seduta in questione. Sapevo perfettamente il
pericolo insito nell’utilizzo della P.P. ma la visione dell’usuale facilità di
svolgimento del gioco e la pigrizia congenita nel mio carattere, mi hanno fatto
perseverare in questa scelta della P.P. Non ho fatto altro che riprendere lo
schema dal punto di arrivo della sera precedente e continuare il puntamento di
quei numeri che erano rimasti da giocare nelle varie aperture non chiuse.
Ebbene, l’apertura più impegnativa si è messa i ritardo e le altre aperture
sbagliavano continuamente le chiusure. Di solito per arrivare all’utile non si
impegnano più di 80-100 pezzi. Questa volta ho dovuto impegnare quasi 500
pezzi. Alla fine la partita si è conclusa con il suo utile, ma l’inevitabile
coincidenza con una partenza opposta mi ha costretto ad un inusuale impegno
economico.
Naturalmente ho rifatto la
partita costruendola con i nuovi numeri e l’esito è stato che avrei fatto la prima
chiusura dopo aver puntato in totale 4 pezzi e la seconda dopo aver puntato in
totale 28 pezzi. Invece di soffrire per i 30 spin che sono stati necessari per
arrivare all’utile, ci sarei tranquillamente arrivato senza dover impegnare 500
pezzi della cassa. A questo punto mi sono convinto che la Permanenza Personale
può farti risparmiare tempo, ma alla fine ti fa inevitabilmente incontrare un
inizio difficoltoso e, se non hai un buon gioco, ti può far saltare di
qualunque cassa tu disponga. Questo per me è il nemico numero 1 del sistemista di roulette: la pigrizia e l’impazienza.
Comunque, state su di morale
perché il nuovo gioco del OVER THE TOP ha una buona resistenza e con una buona
cassa può superare anche gli inconvenienti della P P. Naturalmente è meglio
evitare questo tipo di conduzione perché se praticato nei dovuti modi e cioè
utilizzando la permanenza del giorno, è un gioco che finora si è dimostrato
imbattibile.
Giorni fa ho ricevuto questa mail
da Sergio.
Ciao, Nino.
Anche se ancora sbaglio nelle puntate mi sembra che hai creato un mostro, nel
senso che il tuo sistema è in grado di far piangere la roulette. Non mi era mai
successo, anche se in simulazione, di arrivare a vincere più volte oltre 150
pezzi senza la timidezza del vinci e scappa. Il semplice fatto che si possa
giocare di continuo è assai significativo; non si tratta più di partite singole
con attese di maturazione di un qualsiasi gioco poiché la staffetta funziona
magnificamente. Credo che l’unico aspetto negativo consista in una sestina che
si pone in forte ritardo mentre si puntano alcuni dei suoi pieni e
simultaneamente non si riesce a recuperare lo scoperto con le altre vincite.
Penso però che sia molto difficile che si verifichi una simile ipotesi, ed in
questo caso ritengo che l’unica soluzione sia quella di tenere basse per quanto
possibile le puntate della sestina in ritardo accettando una perdita non
esagerata.
Approfitto
della tua pazienza e ti invio in allegato alcuni esempi per sapere se ho
imparato oppure no.
A questo punto richiamo
l’attenzione dei giocatori di questo sistema sulla naturale evoluzione di
questo gioco. Di solito capita che dopo un certo numero di spin si trovino
chiusi tre o quattro giocatori mentre due o tre sono rimasti ancora aperti. Naturalmente
a questo punto siamo in utile generale, e la continuazione della partita sullo
stesso schema potrebbe andare incontro a un inconveniente. Potrebbe succedere
che i tre o quattro giocatori chiusi e riaperti entrino in calore lasciando i
due o tre aperti e giocanti a puntare a vuoto. Praticamente il gioco arriva a
una maturazione in cui è consigliabile chiudere il tutto e ripartire con numeri
nuovi. Di solito ogni nuova partenza non produce problemi mentre la
continuazione di una partita quasi totalmente chiusa potrebbe restare in stallo
mentre si riforma il gioco sui settori chiusi in precedenza. Questo è un
consiglio dovuto alla pratica del gioco in reale. Ogni tanto chiudete il tutto
e ripartite da zero.
Vai al Sito.
Se uno va al Casinò una volta
nella vita, può essere fortunato. Se ci va con una certa regolarità, per lui la
fortuna non esiste.
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