03/08/13

NEMICO PUBBLICO NUMERO UNO


Durante la vostra vita di “casinisti” avrete certamente notato che quasi tutte le sedute che avete fatto sono state caratterizzate da vincite facili all’inizio di seduta e vincite difficili una volta che si oltrepassa un certo numero di spin. Con molta probabilità tale quantitativo di spin, oltrepassato il quale cominciano le pene, si aggira attorno ai 30/40 colpi. 

Che cosa succede? Perché questa disparità di resa nel sistema? Eppure le giustificazioni che riguardano le vincite sono corrette. La statistica dice che si verificheranno e infatti si verificano, ma il fatto è che non si verificano con la stessa frequenza dei primi 30/40 spin. Ecco che allora il giocatore deve sostenere il gioco fino alla maturazione delle nuove chiusure. 

La ragione è facilmente comprensibile se ci si ricorda della “Legge dell’equilibrio”. Sappiamo che in un ciclo logico sui pieni imperano la “Legge dello scarto” e sua “figlia” la “Legge del terzo”, con le quali sortiranno presumibilmente dai 20 ai 28 numeri nuovi, mentre ci saranno dai 17 ai 9 doppiaggi. Queste sono le proporzioni che ogni ciclo di 37 spin si porta appresso nella propria rilevazione. 

Ho detto “nella propria rilevazione” e ciò dovrebbe essere valido da qualunque punto della permanenza questa rilevazione inizi. Resta il fatto però che al lato pratico non è così. Resta valida la domanda: perché inizialmente le partite sono più facili di quelle che vengono dopo? La risposta è che interviene la “Legge dell’equilibrio” che, con il passare degli spin, tende a “equilibrare” non solo i numeri, ma anche Chances, disegni, incassi, chiusure e aperture. 

Quando chiudiamo una partita e ci apprestiamo a un nuovo attacco, generalmente ci regoliamo sugli ultimi numeri che ci hanno fatto chiudere la precedente partita. Questi numeri avevano un senso con i loro precedenti, ma con quelli futuri? Certamente avranno un senso se consideriamo sempre il ciclo dei 37 spin, ma a lungo andare questo senso si posticiperà verso la fine del ciclo ed ecco spiegato perché le chiusure ritardano e le aperture subiscono un allargamento. Non solo! Legando gli spezzoni di permanenza, si arriverà anche al punto in cui aumentano le deviazioni proporzionali fra presenze e doppiaggi e ciò sarà un fattore negativo se il gioco praticato è contrario a quell’andamento temporaneo. Siamo d’accordo che il giocatore non può scegliere un inizio di gioco che sia a lui favorevole, ma se ogni partita non tenesse conto del passato, le probabilità di incappare in un inizio sfavorevole sono minori che non per quello favorevole. Durante una seduta continua arriverà la partenza sfavorevole, ma sarà dovuta principalmente al persistere di un gioco sempre uguale e sempre sullo stesso tavolo. 

In base a queste considerazioni io penso che la cosa migliore, in generale, sia l’azzeramento di tutta la permanenza alla conclusione di ogni partita. E’ un comportamento che senz’altro non troverà seguaci (a partire da me stesso) perché la noia dell’attesa non è sopportabile da tutti. Il più delle volte si preferisce affrontare il rischio di incontrare con una maggiore frequenza la permanenza avversa piuttosto che aspettare una condizione ottimale, oppure piuttosto che effettuare un totale azzeramento della permanenza per ricostruire un nuovo attacco. 

Ma come al solito io “predico bene ma razzolo male”. Prima di scrivere questo articolo ho fatto le mie solite 2-3 partite on line. Sapevo esattamente quanto ho fin qui predicato, tuttavia, per non rompermi i cosiddetti ad aspettare una costruzione del gioco ad hoc, ho utilizzato la permanenza personale. L’avevo fatto nelle due precedenti sedute e siccome sono andate bene, ho continuato a farlo anche nella seduta in questione. Sapevo perfettamente il pericolo insito nell’utilizzo della P.P. ma la visione dell’usuale facilità di svolgimento del gioco e la pigrizia congenita nel mio carattere, mi hanno fatto perseverare in questa scelta della P.P. Non ho fatto altro che riprendere lo schema dal punto di arrivo della sera precedente e continuare il puntamento di quei numeri che erano rimasti da giocare nelle varie aperture non chiuse. Ebbene, l’apertura più impegnativa si è messa i ritardo e le altre aperture sbagliavano continuamente le chiusure. Di solito per arrivare all’utile non si impegnano più di 80-100 pezzi. Questa volta ho dovuto impegnare quasi 500 pezzi. Alla fine la partita si è conclusa con il suo utile, ma l’inevitabile coincidenza con una partenza opposta mi ha costretto ad un inusuale impegno economico. 

Naturalmente ho rifatto la partita costruendola con i nuovi numeri e l’esito è stato che avrei fatto la prima chiusura dopo aver puntato in totale 4 pezzi e la seconda dopo aver puntato in totale 28 pezzi. Invece di soffrire per i 30 spin che sono stati necessari per arrivare all’utile, ci sarei tranquillamente arrivato senza dover impegnare 500 pezzi della cassa. A questo punto mi sono convinto che la Permanenza Personale può farti risparmiare tempo, ma alla fine ti fa inevitabilmente incontrare un inizio difficoltoso e, se non hai un buon gioco, ti può far saltare di qualunque cassa tu disponga. Questo per me è il nemico numero 1 del sistemista di roulette: la pigrizia e l’impazienza. 

Comunque, state su di morale perché il nuovo gioco del OVER THE TOP ha una buona resistenza e con una buona cassa può superare anche gli inconvenienti della P P. Naturalmente è meglio evitare questo tipo di conduzione perché se praticato nei dovuti modi e cioè utilizzando la permanenza del giorno, è un gioco che finora si è dimostrato imbattibile. 

Giorni fa ho ricevuto questa mail da Sergio. 

Ciao, Nino. Anche se ancora sbaglio nelle puntate mi sembra che hai creato un mostro, nel senso che il tuo sistema è in grado di far piangere la roulette. Non mi era mai successo, anche se in simulazione, di arrivare a vincere più volte oltre 150 pezzi senza la timidezza del vinci e scappa. Il semplice fatto che si possa giocare di continuo è assai significativo; non si tratta più di partite singole con attese di maturazione di un qualsiasi gioco poiché la staffetta funziona magnificamente. Credo che l’unico aspetto negativo consista in una sestina che si pone in forte ritardo mentre si puntano alcuni dei suoi pieni e simultaneamente non si riesce a recuperare lo scoperto con le altre vincite. Penso però che sia molto difficile che si verifichi una simile ipotesi, ed in questo caso ritengo che l’unica soluzione sia quella di tenere basse per quanto possibile le puntate della sestina in ritardo accettando una perdita non esagerata.
Approfitto della tua pazienza e ti invio in allegato alcuni esempi per sapere se ho imparato oppure no. 

A questo punto richiamo l’attenzione dei giocatori di questo sistema sulla naturale evoluzione di questo gioco. Di solito capita che dopo un certo numero di spin si trovino chiusi tre o quattro giocatori mentre due o tre sono rimasti ancora aperti. Naturalmente a questo punto siamo in utile generale, e la continuazione della partita sullo stesso schema potrebbe andare incontro a un inconveniente. Potrebbe succedere che i tre o quattro giocatori chiusi e riaperti entrino in calore lasciando i due o tre aperti e giocanti a puntare a vuoto. Praticamente il gioco arriva a una maturazione in cui è consigliabile chiudere il tutto e ripartire con numeri nuovi. Di solito ogni nuova partenza non produce problemi mentre la continuazione di una partita quasi totalmente chiusa potrebbe restare in stallo mentre si riforma il gioco sui settori chiusi in precedenza. Questo è un consiglio dovuto alla pratica del gioco in reale. Ogni tanto chiudete il tutto e ripartite da zero. 

Vai al Sito.

 
Se uno va al Casinò una volta nella vita, può essere fortunato. Se ci va con una certa regolarità, per lui la fortuna non esiste.
(Compra Italiano; proteggi la tua famiglia e i tuoi figli)