19/08/13

TASSA ASSASSINA...O NO!


“I sistemi perdono il 2,70% sulle combinazioni multiple o l’1,35% sulle semplici, quindi, alla fine perderanno tutti”. 

Questo è il senso delle affermazioni che ci si sente dire da molti frequentatori di Forum in cui si parla di roulette. In questo modo si estendono le conclusioni dei matematici attribuendole a qualsiasi gioco venga applicato alla roulette e quindi ti dicono che alla fine sarai perdente proprio per quella percentuale di tassa. Recepiscono la giusta analisi che i matematici fanno sul pagamento non equo del banco e la attribuiscono (giustamente) a qualsiasi gioco, manovra finanziaria o strategia, applicabili alla roulette. Come conseguenza di questa generalizzazione ci dicono che qualsiasi giocatore, con qualsiasi gioco, alla fine sarà perdente proprio per questa tassa che ad ogni tua vincita non ti da il 2.70% o l’1,35%, di quanto dovrebbe darti. La conseguenza è che alla fine sarai perdente. Almeno così mi sembra di capire. 

E’ chiaro che i matematici hanno stabilito quelle percentuali di “spettanza negativa” in funzione alla non equità dei pagamenti su tutte le vincite del giocatori. Ciò è dovuto a quel numero in più che ha il banco e il suo peso, nel numero delle prove rispetto alle probabilità che hanno entrambe le parti (giocatore e banco), decurterà qualsiasi giocatore delle suddette percentuali ad ogni sua vincita. In un gioco casuale, dove i numeri puntati non derivano da scelte ragionate e giustificate dalla statistica e dove il numero degli esiti sono proporzionalmente alla pari con il banco, questi mancati incassi saranno determinanti per il risultato finale. 

A parte il pagamento non proporzionale ai numeri presenti nella ruota, qualunque gioco si faccia, il banco ha sempre un numero in più in rapporto al pagamento e tale numero influisce sui risultati finali di ogni singolo giocatore. Anche se il tappeto è completamente coperto e quindi anche se il banco paga costantemente qualcuno, alla fine, al banco resterà la cosiddetta “tassa del 37° numero” e, presupponendo che la cassa dei giocatori non sia incrementata da ulteriori aggiunte, tutti i giocatori dovrebbero trovarsi alla fine senza cassa. Queste sono le percentuali che il banco ricava dalla moltitudine dei giocatori, siano essi casuali o sistemisti. 

Il principio è che tutti pagano la tassa ad ogni incasso, ma ciò non vuol dire che a fine mese tutti saranno perdenti a causa di quel 37° numero. Ci sarà il giocatore casuale che oltre alla tassa perde perchè non può indovinare sempre ciò che uscirà. Oppure, in un gioco i cui esiti sono “paritari” con il banco, la sua cassa subirà l’effettiva decurtazione della tassa e quindi alla fine sarà sempre perdente. Ci sarà il giocatore sistemista che oltre alla tassa perde perché il suo sistema perde “sistematicamente”. Entrambi hanno pagato la tassa al banco, ma nel breve periodo ciò può aver influito poco sulla loro perdita finale perché questa sarà dipesa principalmente da scelte sbagliate o da un sistema che ha subìto una permanenza contraria. In sostanza, se in un giorno un giocatore che ha una cassa di 5000 pezzi incassa vincite per 1000 pezzi, la perdita dovuta alla tassa è un minore incasso del 2,70% su ogni puntata rispetto a quanto avrebbe dovuto ricevere se il pagamento del banco fosse stato equo. Ma questo è soltanto un pagamento inferiore rispetto a una giusta equità. Ciò che realmente influisce sulla cassa del giocatore è che il 37° numero, non conteggiato nei pagamenti, uscirà una volta ogni 37 spin e siccome esso sarà sempre compreso fra i numeri non puntati dal giocatore, in un livellamento di esiti fra banco e giocatore, ne uscirà vincente il banco perché alla fine il giocatore arriverà a perdere i 5000 pezzi prima che se il pagamento fosse stato equo  

Sappiamo quindi che quelle percentuali di spettanza negativa derivano da un pagamento inferiore rispetto alla quantità dei numeri disponibili nella ruota. I numeri sono 37 ma il banco paga come se fossero 36. Come seconda considerazione, quel numero in più a favore del banco sarà sempre fra i numeri non coperti e sortirà in media una volta ogni 37 spin, allungando i nostri tentativi di vincere. 

Ci sarà però anche il giocatore che a fine giornata vince. Se è un giocatore casuale, avrà soltanto rimandato la perdita finale perché, facendo un gioco sempre casuale, proporzionalmente paritario con il banco e non a conclusione statistica, quella tassa sarà determinante nella decurtazione del suo capitale. Potrà avere delle giornate vincenti, ma se “livellate” con le perdenti, si troverà in negativo, anche a parità di esiti sul gioco con il banco. E qui concordo con i suddetti signori che estendono la perdita finale a qualsiasi giocatore. 

Però c’è anche il giocatore sistemista che ha un gioco statisticamente vincente. Non parlo di sistemi applicati a una permanenza continua e nemmeno di sistemi che non abbiano una conclusione statistica. In questo caso il gioco salterebbe non tanto per la decurtazione della tassa (che impiegherebbe più giorni a compiere il suo lavoro), ma per l’esito finale del sistema. Ciò sarà dovuto a una proliferazione di aperture impossibili da sostenere senza il superamento dei massimali del tavolo. Oppure sarà dovuto agli andamenti contrari della permanenza che produce uno scarto negativo per quel sistema. In pratica, il sistema perde perché il gioco non è valido. Parlo invece di sistemi che devono vincere semplicemente perché hanno una conclusione statistica vincente. Sistemi in cui lo scarto negativo non può durare oltre un certo limite. Sistemi che hanno un inizio e una fine entro la quale si verifica sempre il disegno ricercato. Potranno esserci svolgimenti difficili e impegnativi, ma con una giusta cassa e una conduzione adeguata, sempre superabili. 

Allora, questi giocatori che incasseranno anch’essi il 2,70% in meno ad ogni puntata vincente, saranno anch’essi alla fine perdenti come il giocatore casuale? Subiranno certamente un minor incasso a causa della tassa ma ciò, influirà tanto nel risultato finale da uscirne perdenti? 

Se il sistema è valido, possiamo considerare una, cento, mille sedute, ma alla fine il risultato non potrà che essere uno solo: la vincita del sistema avrà superato la decurtazione della tassa e la differenza sarà il guadagno del sistemista. 

Supponiamo che il sistemista, con una cassa di 5000 pezzi e dopo aver fatto puntate per 2000 pezzi, abbia avuto incassi per 3000 pezzi. Il suo utile è stato di 1000 pezzi che, senza la tassa, sarebbe stato di 1081. In totale avrà pagato al banco una tassa di 81 pezzi, ma la sua cassa ora è di 6000 pezzi e se ciò si ripete a ogni sua seduta, come fa a risultare alla fine perdente? 

Ecco che non si può fare di ogni erba un fascio. Se il sistema è valido, non c’è tassa che tenga; il ricavo sarà inferiore a quello che sarebbe stato con un pagamento equo, ma ci sarà in ogni caso un ricavo che incrementa sempre più il capitale. Quindi non si può dire che non c’è nulla da fare e che tutti i giocatori indistintamente alla fine saranno perdenti. Vi assicuro che ci sono anche quelli che alla fine sono vincenti, di meno del dovuto se il gioco fosse stato equo, ma comunque vincenti. 

Me lo ha dimostrato il gioco OVER THE TOP che nella sua ultima versione non sta perdendo un colpo. L’unica volta in cui ho lasciato sul tappeto 30 pezzi è stato perché si è interrotta la connessione con Internet e quindi per un’ora non ho potuto continuare la partita. Li addebiterò alla prossima seduta, distribuendoli a carico dei vari giocatori. 

Spero che questa mia dissertazione, sfornata da uno che non è un matematico, sia corretta nei suoi punti essenziali. Se così non fosse, mi scuso per il tempo che ho fatto perdere. 

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