“I sistemi perdono il 2,70% sulle combinazioni multiple o l’1,35% sulle
semplici, quindi, alla fine perderanno tutti”.
Questo è il senso delle affermazioni
che ci si sente dire da molti frequentatori di Forum in cui si parla di
roulette. In questo modo si estendono le conclusioni dei matematici attribuendole
a qualsiasi gioco venga applicato alla roulette e quindi ti dicono che alla
fine sarai perdente proprio per quella percentuale di tassa. Recepiscono la
giusta analisi che i matematici fanno sul pagamento non equo del banco e la
attribuiscono (giustamente) a qualsiasi gioco, manovra finanziaria o strategia,
applicabili alla roulette. Come conseguenza di questa generalizzazione ci
dicono che qualsiasi giocatore, con qualsiasi gioco, alla fine sarà perdente
proprio per questa tassa che ad ogni tua vincita non ti da il 2.70% o l’1,35%, di
quanto dovrebbe darti. La conseguenza è che alla fine sarai perdente. Almeno
così mi sembra di capire.
E’ chiaro che i matematici hanno stabilito
quelle percentuali di “spettanza
negativa” in funzione alla non equità dei pagamenti su tutte le vincite del
giocatori. Ciò è dovuto a quel numero in più che ha il banco e il suo peso, nel
numero delle prove rispetto alle probabilità che hanno entrambe le parti
(giocatore e banco), decurterà qualsiasi giocatore delle suddette percentuali
ad ogni sua vincita. In un gioco casuale, dove i numeri puntati non derivano da
scelte ragionate e giustificate dalla statistica e dove il numero degli esiti
sono proporzionalmente alla pari con il banco, questi mancati incassi saranno
determinanti per il risultato finale.
A parte il pagamento non
proporzionale ai numeri presenti nella ruota, qualunque gioco si faccia, il
banco ha sempre un numero in più in rapporto al pagamento e tale numero influisce
sui risultati finali di ogni singolo giocatore. Anche se il tappeto è
completamente coperto e quindi anche se il banco paga costantemente qualcuno,
alla fine, al banco resterà la cosiddetta “tassa del 37° numero” e,
presupponendo che la cassa dei giocatori non sia incrementata da ulteriori
aggiunte, tutti i giocatori dovrebbero trovarsi alla fine senza cassa. Queste
sono le percentuali che il banco ricava dalla moltitudine dei giocatori, siano
essi casuali o sistemisti.
Il principio è che tutti pagano la
tassa ad ogni incasso, ma ciò non vuol dire che a fine mese tutti saranno
perdenti a causa di quel 37° numero. Ci sarà il giocatore casuale che oltre
alla tassa perde perchè non può indovinare sempre ciò che uscirà. Oppure, in un
gioco i cui esiti sono “paritari” con il banco, la sua cassa subirà l’effettiva
decurtazione della tassa e quindi alla fine sarà sempre perdente. Ci sarà il
giocatore sistemista che oltre alla tassa perde perché il suo sistema perde
“sistematicamente”. Entrambi hanno pagato la tassa al banco, ma nel breve
periodo ciò può aver influito poco sulla loro perdita finale perché questa sarà
dipesa principalmente da scelte sbagliate o da un sistema che ha subìto una
permanenza contraria. In sostanza, se in un giorno un giocatore che ha una
cassa di 5000 pezzi incassa vincite per 1000 pezzi, la perdita dovuta alla
tassa è un minore incasso del 2,70% su ogni puntata rispetto a quanto avrebbe
dovuto ricevere se il pagamento del banco fosse stato equo. Ma questo è
soltanto un pagamento inferiore rispetto a una giusta equità. Ciò che realmente
influisce sulla cassa del giocatore è che il 37° numero, non conteggiato nei
pagamenti, uscirà una volta ogni 37 spin e siccome esso sarà sempre compreso
fra i numeri non puntati dal giocatore, in un livellamento di esiti fra banco e
giocatore, ne uscirà vincente il banco perché alla fine il giocatore arriverà a
perdere i 5000 pezzi prima che se il pagamento fosse stato equo
Sappiamo quindi che quelle
percentuali di spettanza negativa derivano da un pagamento inferiore rispetto alla
quantità dei numeri disponibili nella ruota. I numeri sono 37 ma il banco paga
come se fossero 36. Come seconda considerazione, quel numero in più a favore
del banco sarà sempre fra i numeri non coperti e sortirà in media una volta
ogni 37 spin, allungando i nostri tentativi di vincere.
Ci sarà però anche il giocatore
che a fine giornata vince. Se è un giocatore casuale, avrà soltanto rimandato
la perdita finale perché, facendo un gioco sempre casuale, proporzionalmente
paritario con il banco e non a conclusione statistica, quella tassa sarà determinante
nella decurtazione del suo capitale. Potrà avere delle giornate vincenti, ma se
“livellate” con le perdenti, si
troverà in negativo, anche a parità di esiti sul gioco con il banco. E qui
concordo con i suddetti signori che estendono la perdita finale a qualsiasi
giocatore.
Però c’è anche il giocatore
sistemista che ha un gioco statisticamente vincente. Non parlo di sistemi
applicati a una permanenza continua e nemmeno di sistemi che non abbiano una
conclusione statistica. In questo caso il gioco salterebbe non tanto per la
decurtazione della tassa (che impiegherebbe più giorni a compiere il suo
lavoro), ma per l’esito finale del sistema. Ciò sarà dovuto a una
proliferazione di aperture impossibili da sostenere senza il superamento dei
massimali del tavolo. Oppure sarà dovuto agli andamenti contrari della
permanenza che produce uno scarto negativo per quel sistema. In pratica, il
sistema perde perché il gioco non è valido. Parlo invece di sistemi che devono
vincere semplicemente perché hanno una conclusione statistica vincente. Sistemi
in cui lo scarto negativo non può durare oltre un certo limite. Sistemi che hanno
un inizio e una fine entro la quale si verifica sempre il disegno ricercato.
Potranno esserci svolgimenti difficili e impegnativi, ma con una giusta cassa e
una conduzione adeguata, sempre superabili.
Allora, questi giocatori che incasseranno
anch’essi il 2,70% in meno ad ogni puntata vincente, saranno anch’essi alla
fine perdenti come il giocatore casuale? Subiranno certamente un minor incasso a
causa della tassa ma ciò, influirà tanto nel risultato finale da uscirne
perdenti?
Se il sistema è valido, possiamo
considerare una, cento, mille sedute, ma alla fine il risultato non potrà che essere
uno solo: la vincita del sistema
avrà superato la decurtazione della tassa e la differenza sarà il guadagno del
sistemista.
Supponiamo che il sistemista, con
una cassa di 5000 pezzi e dopo aver fatto puntate per 2000 pezzi, abbia avuto
incassi per 3000 pezzi. Il suo utile è stato di 1000 pezzi che, senza la tassa,
sarebbe stato di 1081. In totale avrà pagato al banco una tassa di 81 pezzi, ma
la sua cassa ora è di 6000 pezzi e se ciò si ripete a ogni sua seduta, come fa
a risultare alla fine perdente?
Ecco che non si può fare di ogni
erba un fascio. Se il sistema è valido, non c’è tassa che tenga; il ricavo sarà inferiore a quello che
sarebbe stato con un pagamento equo, ma ci sarà in ogni caso un ricavo che
incrementa sempre più il capitale. Quindi non si può dire che non c’è nulla da
fare e che tutti i giocatori indistintamente alla fine saranno perdenti. Vi
assicuro che ci sono anche quelli che alla fine sono vincenti, di meno del
dovuto se il gioco fosse stato equo, ma comunque vincenti.
Me lo ha dimostrato il gioco OVER
THE TOP che nella sua ultima versione non sta perdendo un colpo. L’unica volta
in cui ho lasciato sul tappeto 30 pezzi è stato perché si è interrotta la
connessione con Internet e quindi per un’ora non ho potuto continuare la
partita. Li addebiterò alla prossima seduta, distribuendoli a carico dei vari
giocatori.
Spero che questa mia
dissertazione, sfornata da uno che non è un matematico, sia corretta nei suoi
punti essenziali. Se così non fosse, mi scuso per il tempo che ho fatto
perdere.
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Se uno va al Casinò una volta nella
vita, può essere fortunato. Se ci va con una certa regolarità, per lui la
fortuna non esiste.
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