Qualche anno fa
sono andato al Casinò del Lido di Venezia con alcuni amici, giocatori
incalliti, ma che rientravano nella categoria dei giocatori
"casuali". Credo che il mio gioco di sistemista fosse stato vincente
perchè non ricordo particolari patemi d'animo o ripensamenti durante il viaggio
di ritorno. Ricordo invece l'euforia di uno dei miei amici che aveva vinto una
cifretta (allora c'erano le lire).
Seduto nei
sedili posteriori della mia auto, diceva che aveva capito il modo di giocare
per vincere. Non mi ricordo quale fosse il suo ragionamento ma, trattandosi di
una distribuzione di masse sul tappeto, senza alcun riferimento a particolari
andamenti di calori o di ritardi e senza alcuna conoscenza delle leggi che
regolano la produzione dei numeri casuali, ricordo che dentro di me pensavo che
quell'euforia sarebbe certamente stata di breve durata; giusto il tempo di
un'altra visita al Casinò. Al massimo sarebbe resistito per altre due sedute e
poi avrebbe perso tutto. Al momento non dissi nulla, sia per non
demoralizzarlo, sia perchè sapevo bene che le convinzioni dei giocatori,
supportate da una vincita, sono difficilmente confutabili.
Rividi il mio
amico qualche tempo dopo e infatti mi disse di aver perso tutto quello che
aveva vinto, più i soldi suoi, in un paio di volte che era ritornato al Casinò.
Come avevo
previsto, la sua momentanea euforia non ebbe una lunga vita e il suo
convincimento sul metodo da usare per vincere era stato rimosso da un fattore
che, con il suo procedere, ridimensiona molte aspettative, ma anche quei convincimenti
che in particolari momenti sembrano certi e assoluti: il fattore tempo.
Il "tempo": è questo l'elemento essenziale per giudicare qualsiasi tipo di
gioco "ripetitivo" alla roulette. Noi sistemisti lo sappiamo bene perchè
tutti siamo incappati in qualche sistema durato magari settimane, ma poi
naufragato per più volte anche consecutive. Abbiamo avuto l'euforia
dell'incasso costante e la sensazione di essere arrivati al capolinea di un
percorso lungo e che è stato impegnativo, sia per il tempo speso in quella
ricerca, sia per le risorse economiche, ma anche fisiche, profuse negli anni.
Quindi, quando
sento qualcuno che mi dice di aver trovato un gioco vincente io penso: "aspetta
e risentilo fra un mese"; se sarà ancora di questa opinione, allora il suo
gioco è veramente valido.
C'è chi va ben
oltre questo piccolo lasso di tempo e sperimenta un gioco per centomila, un
milione di boules. In questo caso c'è una differenza. Una tale sperimentazione
necessita l'uso di un programma informatico e non so se il test rispecchia la
giusta procedura, ma senz'altro so che non sarà in grado di assumere le
decisioni e gli interventi tipici del comportamento umano. Io dico che tali
test sono "senz'anima".
In secondo luogo
una sperimentazione di centomila, un milione di boule oltrepassa una vita di
gioco reale. Anche se in questo tipo di sperimentazioni un sistema perde, può
darsi che quel sistema, giocato realmente, non perda mai lungo la vita del
sistemista che è spettatore di un ben più ristretto numero di boules. Senza
contare poi che un intervento personale, non attuabile con un programma, può
modificare un esito che con quel programma sarebbe stato negativo.
Il mio amico
faceva un gioco di copertura del tappeto, escludendo alcuni numeri e aumentando
le mise su quelli giocati. Possiamo credere che un simile gioco non sia mai stato
provato e sperimentato in tutti gli anni che esiste la roulette? Credo proprio
di no e se la roulette esiste ancora significa che questo tipo di gioco dovrebbe
essere perdente. Potrà vincere per giorni, ma quando cade, di solito, fa il
botto. Penso che questo modo di affrontare la macchina sia un po' semplice ed
elementare. Se avesse funzionato, tutti i giocatori sarebbero ricorsi a questo
tipo di gioco, e la roulette non ci sarebbe più.
Lasciare fuori
12-13 numeri, coprendo tutti gli altri, equivale a giocare due dozzine contro
una e sappiamo già che questo tipo di attacco alla fine perde. Si perde anche
lasciandone fuori 7, figuriamoci per 13.
Però non si sa
mai; potrei anche sbagliarmi. Dovreste però dirmi per quale ragione non
dovrebbero uscire per 7-8-10 e più colpi consecutivi quei 13 numeri esclusi dal
gioco.
La cosa non
cambierebbe anche sostituendo continuamente i 13 numeri. Quando si parla di un
settore, non importa se quel settore rimane fisso o è variabile; si tratta
sempre di una quantità (anche variabile) di numeri che costituisce un'area del
cilindro e siccome la pallina non ricorda dov'è stata prima, può sempre cadere
per più volte in uno di quei numeri non coperti che coincideranno, alla fine
del ciclo, con i 12 tendenzialmente assenti.
Secondo me
l'unico appiglio che abbiamo è l'osservazione dei fenomeni realizzati dalla
Legge del terzo. L'unico punto fisso e indiscutibile è che l'aumento delle
caselle visitate in un ciclo logico, priva della possibilità di una visita
alcune caselle che rimarranno vergini e la tendenzialità del loro quantitativo
determina la formazione di certi disegni figurativi, individuabili con un po'
di fantasia e inventiva.
Una conseguenza
di questa considerazione è il gioco che ho pubblicato oggi e che riguarda il
"gioco dei passaggi sulle Chances
Semplici".
CAPITOLO:
IL GIOCO DEI PASSAGGI
TITOLO: PASSAGGI SU CHANCES SEMPLICI (n° 60)
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