11/09/10

SHARM ADDIO


Dopo tre anni sono tornato a Sharm el Sheikh.

Tre anni fa c’erano i villaggi turistici, i resort e poi c’era Naama Bay e Sharm vecchia.

Sapete qual è la situazione odierna?

I villaggi sono aumentati in modo esponenziale e ciò può anche andar bene, a parte il contributo in residui di cemento che il vento porta nel mare distruggendo il reef e la barriera corallina per soffocamento (e questo lo si vede già con lo snorkeling oltre che con il diving). In pratica è la stessa industria alberghiera che divora la sua stessa ragione di vita.

Naama bay, che prima era un centro commerciale per i turisti, ora è un’enorme distesa di bar egiziani con annessi plateatici di non si sa quanto pulite poltroncine, luci e imbonitori che t’invitano a entrare per bere qualcosa e che ti rivolgono tutti la stessa frase: Ciao come stai? Sei italiano? Perché non entri a bere qualcosa? Quelli davanti ai negozi, invece, ti dicono: “solo vedere, non comprare, solo vedere”.

Poi, una volta, c’era Sharm vecchia. Era una classica cittadina nel deserto, già allora con molti negozi per turisti, ma almeno c’erano ancora le case private, i negozi locali di frutta o macelleria (con carni e uova in bella vista al tiepido sole del deserto e molto apprezzati da mosche e chissà quali altri animaletti esotici). Ricordo perfino che dentro un negozio di carni e pollami, c’era una capra legata a uno scaffale di ferro. Non so se per i suoi bisogni la portassero a fare un giretto nei giardini come facciamo noi qui con il nostro fido.
Ora Sharm vecchia è un’enorme distesa di centinaia di negozi per turisti; però non hai il problema della scelta di cosa comprare perché hanno tutti la stessa bigiotteria. Non ci sono più case private; è un unico, sconfinato negozio, dove non esiste centimetro che non sia occupato da un souvenir, una borsa, un orologio taroccato, un papiro made non si sa dove, un anello o collana d’oro deficitarii di qualche carato.

Questi erano i due punti di riferimento per le passeggiate serali extra resort. Ma non disperate perché in questi tre anni i centri di “scambio culturale” si sono moltiplicati e dove prima c’era deserto, ora c’è un’enorme, infinita distesa di viali con una illuminazione multicolore e un’enorme clonazione di negozi che espongono sempre le stesse cose. Almeno a uno non viene il mal di testa nella scelta del souvenir.

Tutto ciò che ho descritto, poi, è rallegrato da una musica il cui punto forte è la "varietà" dei motivi e ritornelli. I diversi lamenti, che si levano dai vari locali di ristorazione, cercano di sovrastarsi gli uni con gli altri creando quel rilassante clima tipico di un luna park.

Per finire, cosa molto importante, quest’anno non mi sono preso la dissenteria come gli scorsi anni. Sarà la dose massiccia di fermenti lattici; sarà l’esclusiva dieta a base di riso e pollo, fattostà che questa volta sono arrivato a casa integro. Ops… scusate, finisco qui l’avventura perché devo correre in bagno.

Cosa centra tutto questo con la roulette? A Sharm ci sono due o tre Casinò, ma non ci sono andato.
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