30/04/20

DUE SVILUPPI

Quando si giocano le Chances Semplici ci sono due pericoli che incombono sulla conduzione del gioco. Il primo è quello di incontrare una lunga permanenza contraria alle Chances giocate. Bella scoperta! È logico no? Questo è il caso di giochi come lo "specchio" su una serie di estrazioni, o di Figure, che può prolungarsi per oltre 8-9 colpi, superati i quali, se come montante è stata utilizzata una Martingala (gioco a raddoppio) si salta di tutta la cassa. Questo tipo di manovra è già stato giudicato perdente da tutte le pubblicazioni dei più autorevoli studiosi di ludologia e il suo fallimento è facilmente intuibile se si conosce la Legge sulla distribuzione delle Figure. In base a questa Legge, qualunque sia la lunghezza di una Figura, questa ha il diritto di sortire secondo una proporzione che dimezza le probabilità con l'aumentare dei suoi termini. Ciò vuol dire che i colpi di 1 sono il doppio dei colpi di 2, che sono il doppio di quelli di 3, che sono il doppio di quelli di 4 e così via. In base a questa Legge, una qualunque Figura di 8 o 9 colpi ci uscirà in media dopo 128 o 256 partite vinte e siccome ogni partita produce 1 pezzo di utile, quella partita perdente si riprenderà tutti gli utili precedenti e ci sarà in più l'erosione della tassa del 5% su tutti gli incassi a B. In ogni caso resta il fatto che la Figura perdente ha i suoi diritti di sortita e ciò che si è vinto prima è destinato a essere perso poi. Tutto ciò, naturalmente, se gli avvenimenti si succedono secondo i tempi della probabilità perchè, se si incontra la Figura perdente anzitempo, la perdita non sarà stata compensata da una precedente vincita. Ricordiamoci sempre la “Legge di Murphy” che dice: “se qualcosa può andar male, prima o poi lo farà”. In pratica, se una configurazione ha una seppur minima possibilità di presentarsi, prima o poi quella configurazione si presenterà. L’unico rimedio sarà quello di non subirla fino in fondo, ed è quello che ho fatto con i due ultimi sistemi che, dopo innumerevoli aggiustamenti, si sono stabilizzati definitivamente.

Il secondo pericolo è quello di incontrare più partite brevi consecutivamente perdenti. Cosa fa il giocatore sistemista per non rischiare tutto il capitale con un unico attacco? Divide la sua montante in determinati scaglioni che abbiano una durata di pochi colpi e che quindi impegnino solo tre o quattro puntate. In pratica fa una molteplicità di tentativi brevi i cui esiti negativi determinano la scalata di una montante suddivisa a gradini. Una partita persa viene recuperata con più partite vinte a scaglioni superiori. In questo caso il pericolo è dato dalla possibilità di trovare più partite che chiudono distanziate l’una dall’altra e quindi non in grado di azzerare l'esposizione che invece aumenta sempre di più. Tutti questi risultati perdenti sono sproporzionati rispetto ai risultati vincenti che si interrompono dopo il vantaggio di 1 pezzo. Se quando vinco guadagno 1 e quando perdo, perdo molto di più, non vi è proporzione nel gioco. Questo purtroppo non è risolvibile perché sarebbe assurdo proseguire l’altezza della montante dopo che si è ottenuto un utile. Se dal quel momento in poi ti capitasse anche una normale deviazione standard, ti troveresti a dover sostenerla con puntate già alte perché non sei partito dal primo termine della montante.
 
A questo punto si comprende benissimo che il compito della montante è importante, ma non tanto quanto la cadenza delle vincite. Se le chiusure hanno una frequenza statistica regolare e non sono distanziate le une dalle altre, e se gli scarti sono interrotti nel loro nascere con uno stop naturale degli attacchi, si otterrà una evoluzione del gioco stabile, senza grossi scompensi in un verso o nell’altro.

Il mio attuale punto di arrivo sono due sistemi sulle Figure di 3. Per provarli li gioco in rete due volte al giorno: una al mattino e una al pomeriggio. Accumulo 5 pezzi con il primo sistema e poi passo al secondo accumulando altri 5 pezzi. Questi 10 pezzi totali li realizzo di solito in una taglia e poi smetto. Nel pomeriggio faccio un’altra taglia e accumulo altri 10 pezzi. Questi sono dei limiti di tempo che mi sono imposto perché sto completando la stesura del secondo sistema. La stesura del primo è già stata completata ed è in attesa di una verifica tramite un test su almeno 10.000 taglie.

Ho impiegato più di due anni per arrivare a questo traguardo e durante questo tempo ho imparato a non sottostare alla Legge di Murphy ma a bloccare le possibili negative con attacchi che esauriscono il loro esito con un solo tentativo. Il tentativo sarà vincente o perdente. Se sarà perdente, costruisco una nuova apertura che, siccome non ha la stessa costruzione della precedente, non proseguirà la stessa linea di sviluppo negativa della precedente. Ecco che per essere persistentemente negativo, lo sviluppo della permanenza deve coincidere con le diverse costruzioni di gioco che io creo con il proseguo della permanenza e quindi non troverò mai una lunga serie di puntate perdenti. Il contrario sarebbe una serie di conclusioni di partita sempre uguali e che si ripetono per lungo tempo. Io sostengo queste conclusioni vincenti o perdenti con un tentativo per attacco e quindi ho una capacità di resistenza superiore alla deviazione standard che la permanenza può essere in grado di produrre. Me ne sono accorto con il gioco reale che sto facendo in questi giorni.

Credo inoltre che, a differenza dei professionisti che quando arrivano a 2-3 pezzi di utile smettono di giocare, io sia in grado di sfruttare la positività. Non nel senso di aumentare le puntate della progressione usata, ma nel senso di giocare continuamente quando la positività si manifesta. Se la positività si ferma, io perdo una sola puntata. Se la positività continua, io continuo a incassare.

Il Punto Banco è un gioco che può rendere più di 10 pezzi a taglia, ma oltre all’attacco mirato, ciò che conta è la conduzione del gioco. Se il Punto Banco esiste ancora è perché la maggioranza dei giocatori segue la permanenza e poi perché quando vince punta basso e quando perde punta alto per recuperare le perdite precedenti. In pratica la forza del Punto Banco è la mentalità del giocatore, che punta poco quando vince e punta molto quando perde. Ciò a differenza del professionista che gioca più o meno a massa pari e per poco tempo. Questo è quanto ho compreso dalle informazioni ricevute perché personalmente non sono mai stato presente a un tavolo di P/B in un Casinò reale. Non so e non mi interessa sapere le regole che determinano la vincita o la perdita di uno dei due simboli. A me basta l’osservazione dei risultati. Il vantaggio della Banca rispetto alla Punta, o la trattenuta del 5% sulla Banca, sono effetti collaterali che influiscono poco sui risultati che riesco a ottenere.

nino.zantiflore@gmail.com
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Se uno va al Casinò una volta nella vita, può essere fortunato. Se ci va con una certa regolarità, per lui la fortuna non esiste.
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