Sappiamo
che alla roulette non c’è nulla di matematicamente vincente. Da
cosa deriva questo fatto? E’ semplice, deriva da un pagamento non
equo da parte del banco. Il banco paga come se i numeri fossero 36 e
invece sono 37. Questo comporta che per vincere 1 pezzo sui numeri
pieni, il giocatore deve escludere dalle sue coperture 1 o 2 numeri.
Ne può escludere 1 se effettua una particolare puntata che coinvolge
lo zero avvalendosi del “partager”. Ne deve escludere 2 se
effettua una normale puntata. Questo è una realtà che tutti sanno,
ma che comunque vale la pena ricordare per i neofiti. Comunque,
generalmente il giocatore seleziona i numeri da puntare escludendo
dalle sue coperture ben più di 2 numeri e quindi da alla roulette
una maggiore possibilità di eludere il suo gioco. Poiché una
caratteristica della casualità della permanenza (prodotto della
roulette) è la “simmetria” fra banco e giocatore, ne
consegue che a lungo andare i risultati positivi e negativi di
entrambi si eguagliano e ciò che resta è la “tassa” (EV
negativo per il giocatore) incamerata dal banco. Questo è il
principio su cui si fonda “l’azienda roulette”. Vista in questo
modo la roulette è, e rimarrà sempre, imbattibile. Sia che si
faccia un gioco casuale, o derivante da un sistema di qualsivoglia
giustificazione, la simmetria sulle coperture e sugli esiti rimarrà
sempre, qualunque sia il gioco applicato. Anche se trovi un gioco che
perde ogni 100-200-300 partite, troverai 1-2-3 partite
consecutivamente perdenti che si rimangeranno l’acquisito perché
la simmetria non riguarda solo le coperture, ma anche gli esiti.
Questa è la sentenza del matematico e per la roulette lo dimostrano
gli anni della sua esistenza dominante su giocatori casuali e
sistemisti.
Vista
l’inutilità della matematica, a questo punto molti ricercatori
(fra i quali io) si affidano (a torto o a ragione?) alla statistica e
guardano ciò che la roulette fa in un ciclo chiuso, o in più ampi
spezzoni di permanenza coinvolgendo in questo caso le percentuali di
scarto, di frequenze, o di altre cose che denotino un particolare
andamento della roulette (le mie osservazioni sono sui cicli chiusi).
Nei cicli aperti la cosa può essere sfruttata per una o due volte,
dopodiché viene meno l’anomalia che ha prodotto il gioco e quindi
bisogna aspettare un’altra condizione di attacco. Nei cicli chiusi
ritorna a dominare la “simmetria” che però questa volta
non si riferisce a un andamento di permanenza, ma a un andamento dei
risultati interni ai singoli cicli chiusi. Se un certo evento si
realizza statisticamente, significa che ci sarà un certo numero di
casi in cui non si verifica. Se il caso è isolato, è superabile.
Può non essere superabile se non è isolato. L’esperto matematico
dice: “quello che è successo 50, 100 o 200 colpi
prima, è ininfluente su quello che succederà nei 20 o 50 colpi
dopo”. Da ciò si
deduce che un
5% dei
risultati negativi, su un
95% statisticamente positivo,
può
presentarsi per 2-3-4-5
volte consecutive
e quindi annullare l’imperdibilità
del gioco. A questo punto ho deciso di far fare un test sulla
frequenza di questo 5% di risultati negativi perché voglio vedere se
veramente ciò che la matematica teorica prevede si verifica
puntualmente nella pratica. Il
gioco a cui mi riferisco è l’ultimo sul quadrato e, dato il parere
del matematico, voglio verificare con un test se la matematica
assoggetta alle sue regole anche la statistica. Tale
assoggettamento implicherebbe che su 10.476 cicli positivi (test
finora eseguito), i 489
(4,66%) negativi si potrebbero presentare per 2-3-4 volte consecutive
provocando il salto della cassa del giocatore. Probabilmente
esperienze analoghe sono già state verificate, ma non credo lo sia
stato questo
gioco base perché è la mia ultima trovata.
Se anche quest’ultima
speranza dovesse cadere, vuol dire che alla roulette non esisterà
mai qualcosa di assolutamente sempre vincente. Se l’elusività
continua riguardasse anche i risultati finali statistici
di ogni singola partita, non
ci sarebbe più alcuna speranza per i sistemisti. In questo caso i
risultati statistici assumerebbero le stesse probabilità della
matematica e ritornerebbe il concetto: guadagno
1 quando il gioco
funziona e perdo 100
quando non funziona.
In questo caso, forse l’unico
rimedio sarebbe l’interruzione del gioco dopo una partita perdente
e la ripresa del gioco dopo una successiva partita vincente. In
questo modo si eviterebbe il rarissimo caso delle 2 o 3 o 4 o 5
partite consecutivamente perdenti.
Comunque
sulla ricerca statistica resta necessaria una considerazione da
farsi. Non si possono eliminare le lunghe attese fra una partita e
l’altra. La ricerca statistica prevede la maturazione di una
o più configurazioni che se giocate danno la chiusura vincente.
Poiché le Terzine del tappeto sono 12, tale maturazione richiede un
certo numero di colpi a vuoto e quindi una certa perdita di tempo.
Con una ricerca statistica si può ricercare una sola chiusura o più
chiusure per partita e una volta ottenuta la chiusura, ci sono due
modi di condurre il gioco.
1°)
Se le configurazioni ricercate riguardano l’intero tappeto,
terminata la partita se ne deve costruire un’altra e quindi bisogna
attendere che la nuova costruzione arrivi al nuovo punto di attacco
che di solito necessita di una ventina di colpi di attesa. C’è il
pericolo degli allargamenti delle coperture, mentre la vincita
ottenibile è solo una. Avendo la disponibilità di un solo incasso,
l’impegno di cassa può arrivare a livelli molto alti. Ci sarebbe
il rimedio delle “risalite” ma con ciò andremmo a legare
spezzoni di permanenza che porterebbero inesorabilmente più spesso
alla partita negativa.
2°)
Se tali configurazioni riguardano il tappeto diviso in settori,
abbiamo più possibilità di incassi e quindi ci si può regolare con
una montante a “incasso fittizio”: Anche qui le aperture
possono aumentare (per la selezione non più di 6) ma si può andare
a più vincite e quindi l’impegno economico sarà meno costoso. I
tempi di attesa fra una partita e l’altra sono egualmente lunghi,
ma in questo caso nella partita si può andare a più chiusure e
inoltre si possono rimettere in campo quei settori che hanno già
ottenuto la loro chiusura. In questo modo la partita sarebbe sempre
la stessa e non ci sarebbero tempi di attesa per una nuova
costruzione. La costruzione sarebbe solo per i settori che chiudono e
per i quali basta l’inserimento di una nuova prima Figura di 3 per
rimetterli in campo. In ogni caso però si andrebbe incontro alla
permanenza ostile per un settore, che però può essere “ammorbidita”
dalla positività degli altri due. Si può anche iniziare la puntata
con la Sestina intera e poi, se non si vince entro un certo periodo,
si può aggiungere la Terzina della selezione. Il gioco è facilmente
conducibile. In ogni caso con l’utilizzo della ricerca statistica
l’impegno di cassa potrà raggiungere livelli importanti perché la
selezione è sempre soggetta alla possibilità elusiva del numero
casuale. Come al solito, alla fine i disegni statistici si
realizzano, ma il percorso per arrivarci impegna fortemente la cassa.
Per questi giochi è necessaria una grande pazienza; l’accettazione
di arrivare all’utile con più partite; la disponibilità di tempo.
Aspettiamo
i risultati dei test di Francesco.
nino.zantiflore@gmail.com
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