12/01/11

IL DESTINO DI UN GIOCATORE CASUALE


Se entriamo nelle sale da gioco di un Casinò e andiamo dove si gioca alla roulette che cosa vediamo? Una moltitudine di persone, sedute ai tavoli o in piedi, che stanno giocando alla roulette in modo casuale. Il loro criterio nella scelta dei numeri da giocare dipende sì da persona a persona, ma la caratteristica che li accomuna tutti è pur sempre la casualità.

Qualcuno occupa alcuni settori del cilindro o del tableau; altri fanno puntate speciali come i vicini, la serie o gli orfanelli; altri ancora puntano a caso su molti numeri rinforzandone alcuni con carrè o cavalli. Tutti sperano in una serie di colpi consecutivamente vincenti perché, è chiaro, che un solo colpo isolato non può dare loro la possibilità di concludere il gioco con una vincita che sia soddisfacente.

Non consideriamo quei giocatori che non si accontentano mai e che finiscono di giocare quando finiscono i loro soldi. Costoro fanno parte di una categoria a sé stante il cui divertimento è autolesionista. Per loro la vincita acquisita non è mai abbastanza.

Poi, generalmente seduti ai tavoli, ma anche in piedi, ci sono due, al massimo tre giocatori sistemisti che, con i loro carnets di gioco, svolgono i loro sistemi in modo paziente e ragionato. Non parleremo qui di questi ultimi giocatori ma dei primi: quelli che io definisco “casuali” e che sperano nella fortuna al tavolo verde.

“Se uno va al Casinò una volta nella vita può essere fortunato. Se ci va con una certa regolarità, per lui la fortuna non esiste.”

La maggior parte dei giocatori abituali “casuali” (quelli che per il gioco non utilizzano sistemi), pur sapendo che il banco vince sempre, propende a pensare che la volta che ci sta provando può essere la “volta buona” per vincere; che potrebbe essere una giornata fortunata.

Che senso ha pensare in questo modo se essi stessi sanno che a fine mese, o a fine anno, saranno complessivamente perdenti? Sanno che il Casinò alla fine vince sempre; purtuttavia pensano che, “per questa volta”, potrebbe perdere lui!!! In pratica sanno già in partenza che, pur vincendo “questa volta”, sono destinati ad essere perdenti alla fine di un periodo che può essere tanto una settimana quanto un anno, ma a loro basta avere il brivido di una giornata vincente che già in partenza sanno essere temporanea.

Si sono posti la domanda “perché il Casinò vince sempre?”. Io credo di no!

Forse pensano che non si può essere sempre fortunati e che quando si è sfortunati, ciò che si perde è sempre di più di ciò che si vince in quelle rare occasioni in cui accade.

Tutto qui? Certo che no!

Il gioco della roulette è regolato in modo da essere proporzionato al risultato che si ottiene con le varie puntate. Più numeri si puntano meno si guadagna. Se scommetto su determinati numeri il Casinò scommette su quelli non coperti. Escludendo l'azione del 37° numero, che non influisce molto sul singolo giocatore, ma sulla totalità dei giocatori a favore della Casa, (e sull'azione dello zero che influisce per il 50% sulle Chances Semplici e per il totale sulle altre combinazioni multiple, che non siano pieni) la difficoltà è che non si può sempre indovinare con una certa frequenza ciò che dalla roulette sta uscendo.

La proporzionalità del pagamento dei numeri vincenti rispetto a quelli perdenti (rimasti vuoti e perciò puntati dalla Casa) fa si che questa maggioranza di colpi a vuoto porti via al giocatore più di quanto incassi con i colpi vincenti.

Fin qui si tratta di un meccanismo puramente accidentale. Ciò che succede dipende da quanti numeri puntiamo e quanti ne lasciamo fuori.

Forse coprendo più numeri si riescono a limitare i periodi di gioco a vuoto (vedi 5 sestine contro una, ovvero un Passe o Manque e una dozzina; oppure tutti i numeri tranne l'ultimo uscito, dopo una sua ripetizione, con l'esclusione dello zero o di un altro numero a scelta; oppure due dozzine o colonne contro una). Se la cosa funzionasse si arriverebbe alla parità con il Banco perché i pochi numeri non coperti causano un forte esborso contro un piccolo incasso e perché tutte le combinazioni hanno un uguale e proporzionato diritto di sortita. Copro molto incasso poco; copro poco incasso molto, ma sempre in modo proporzionato alla quantità dei numeri disponibili (zero o 37° numero esclusi).

Bene! Ma se il risultato è la parità con il Banco si potrebbe pensare che quando sono in passivo continuo il gioco e quando sono in attivo smetto, portandomi via il beneficio che, continuando, sarebbe destinato ad essere riassorbito dal Banco. Anche se tutti i giorni si legano al precedente, e quindi il passivo è destinato a diventare attivo e viceversa, a questo punto bisogna mettere in campo lo “scarto”.

La roulette non si comporta sempre in modo regolare (vedi Legge del terzo) ma compie degli sfasamenti sia in allargamento che in calore. Può succedere che una Chance (semplice o multipla) o una serie di Pieni possano ritardare oltre ogni aspettativa. Può succedere che la sestina “lasciata fuori” si ripeta consecutivamente per 5, 6, 7 volte procurandoci un esborso che solo un pazzo aumenterebbe con una qualsiasi montante. Nel caso di un gioco a massa pari ogni colpo perso necessita di 5 colpi vincenti e quindi si può facilmente comprendere come un simile evento (fra zeri e successive uscite della sestina eliminata) non possa essere superato dal gioco successivo. La stessa cosa si può dire per gli altri giochi a grande copertura.

Oltre a questo fenomeno, chiamato “scarto”, vi è sempre il fatto che alla roulette ogni combinazione ha il diritto di uscire un uguale numero di volte in un illimitato quantitativo di tentativi. Questo è il principio di “Bernoulli” che dice:

Con l'aumentare del numero di prove effettuate nelle stesse condizioni, la frequenza relativa tende alla probabilità e la media sperimentale tende alla media teorica”.

Cosa c'entra questo principio con il giocatore abituale del Casinò? C'entra perché, secondo me, questo principio ben gli si addice. Il giocatore abituale non ottiene altro se non gli stessi risultati che produce una qualsiasi serie illimitata di numeri casuali. Vediamo il perché.

Più il giocatore va al Casinò più aumenta i suoi tentativi di vincere (prove effettuate) da uno strumento sempre uguale (nelle stesse condizioni). Gli avvenimenti che gli capitano (frequenza relativa) con il loro aumentare, tenderanno sempre di più a consolidare l'indeterminatezza dei risultati (tendenza alla probabilità). Con l'aumentare dei suoi tentativi (media sperimentale) gli effetti ottenuti tenderanno a consolidare l'impossibilità di indovinare, con una certa frequenza, ciò che dalla roulette scaturisce (media teorica).

In pratica nel principio di Bernoulli è decretata la fine di ogni giocatore abituale che pratichi un gioco casuale alla roulette.

L'unico vero fatto, ingannevole per questo tipo di giocatore, è che a volte si esce vincenti dal Casinò e ciò crea l'illusione che tale possibilità possa essere ripetitiva. In realtà queste occasioni vincenti sono soltanto degli intermezzi di una costante discesa del loro bilancio economico. Una discesa non dovuta alla sfortuna, ma ad una inevitabile distribuzione di probabilità insite in una produzione illimitata di numeri casuali.

Vi è una alternativa a questo modo di subire le leggi naturali del caso? Io credo di si.

Credo che l'unico rimedio sia l'abbandono del gioco casuale per un gioco ragionato. Un gioco che basi le sue fondamenta sull'osservazione di ciò che produce un ristretto quantitativo di numeri inserito all'interno di schemi appositamente costruiti. La ricerca di immancabili disegni che tali numeri producono, per effetto della Legge del terzo, può essere una base per ottenere una limitazione agli effetti delle leggi naturali del caso. Quelle leggi che altrimenti ci pongono in uno stato di fatale sottomissione a un destino che non si può evitare.

Voi, attraversereste un campo minato sapendo che prima o poi saltereste in aria? E allora, perché frequentate il Casinò sapendo che la fine è la medesima?

Cominciate a ragionare su come poter battere la macchina. Informatevi su quanto già scritto e pensato da altri prima di voi per evitare strade già percorse. Chissà!!! Forse, oltre ad ottenere la limitazione delle perdite costanti, potreste appassionarvi ad una scienza che, vi assicuro, è appassionante non solo per i successi, ma anche per le sconfitte, che vi rinnovano l'impegno e la caparbietà per ottenere la nostra comune meta:

LA VINCITA COSTANTE

La letteratura attualmente esistente sull'argomento è varia e pressoché illimitata. Certo è difficile districarsi fra le varie pubblicazioni letterarie o messe in rete, ma purtuttavia da qualche parte bisogna pur cominciare. Siate pur certi che nessuno si fermerà alle prime “scoperte” e l'evoluzione degli studi che farete nel corso degli anni (anche per vostra inventiva) vi darà innumerevoli soddisfazioni, a volte temporanee, a volte durature.

Personalmente posso consigliarvi due mie opere sull'argomento:

Potrete trovare la recensione di entrambi i libri sul Blog Nino Zantiflore e sul Sito che porta lo stesso nome.