12/02/15

CAMBIO DI OBIETTIVI

Ognuno sta solo sul cuor del Casinò, trafitto da un raggio di vincita, ed è subito sera. 

Questo è il destino del classico giocatore: casuale o sistemista che sia. L’abbiamo letto in molti libri; l’abbiamo sentito in molte discussioni; se n’è discusso in molti Forum. Ormai siamo tutti consapevoli che simmetria, tassa dello zero, incontro di una permanenza contraria, operatività fra uno spin e l’altro, riducono il giocatore alla bancarotta. Sembra proprio che non ci sia una soluzione e che con gli usuali metodi la “vincita costante” sia una chimera.

Ma ne siamo proprio sicuri?

A questo punto l’unica strada da percorrere deve essere per forza un cambio di obiettivi ed è proprio su questo che ultimamente mi sono concentrato.

Visto che con la matematica non si risolve nulla e che la statistica vale sui grandi numeri, bisogna che nel singolo ciclo la Legge del terzo sia portata a un livello superiore e che questo livello ci consenta di ottenere una vincita sicura.

Finora l’unico gioco che contemplava un risultato “matematico”, è sempre stato il gioco della “Piramide” che tutti conoscono. Poiché non è mai accaduto che in un ciclo logico sortissero tutti i trentasette numeri diversi, si cerca il doppiaggio di uno o più numeri che man mano escono dalla ruota. Si può anche aspettare una partenza ottimale come dodici o più spin senza doppiaggi, ma alla fine l’esito è sempre lo stesso. Come sempre si andrà incontro alla permanenza in cui il primo doppione avviene al 20°, 25° o addirittura dopo il 30° spin. Senza contare poi che la ricerca di una partenza ottimale ci porta a “scegliere” questo tipo di permanenze. Qualcuno poi applica la Piramide a Cavalli o Terzine, naturalmente prendendo sempre grosse batoste perché, come sappiamo, la Legge del terzo ci da una certa garanzia sui singoli Pieni e non sulle altre Chances Multiple o Figure delle Semplici.

Se però il giocatore fosse un sensitivo? In questo caso non ci sarebbe più simmetria con il banco e la tassa non avrebbe più alcuna importanza. In pratica, presagendo sempre il numero che uscirà, la vincita sarebbe certa e senza troppi allargamenti con le puntate. A parte la “visual ballistic” (che non è sensitività ma osservazione e previsione) nessuno ha questo potere e quindi bisogna “traslatare” questa inesistente capacità a un meccanismo che in sostanza la eguagli, anche se con una maggiore imprecisione, ma che comunque non impegni grosse risorse e che sia sostenibile per la durata di un ciclo logico di 36 spin. E’ chiaro che in qualsiasi gioco le “munizioni” devono bastare per arrivare alla fine della partita (limite entro il quale la vincita deve sicuramente scadere) e quindi il valore del pezzo deve essere adeguato al limite delle possibili esposizioni che possono capitare; anche in quelle partite dove la vincita ritarda e le aperture si allargano. La sicurezza di una vincita finale ci darebbe quella tranquillità necessaria a non perdere la testa e a non sfiduciarsi del gioco anzitempo. Se le vincite non scadono regolarmente prima, scadranno ravvicinate dopo e questa è una certezza mai tradita da qualsiasi permanenza.

E’ ciò che ho ottenuto con il nuovo gioco sui pieni: una vincita certa (anche se sono di più) all’interno di un ciclo logico e un moderato allargamento delle puntate a tappeto. Come ho fatto? Ho semplicemente cambiato gli obiettivi del mio attacco inventandomi una configurazione nuova, sempre presente e praticamente invincibile.

Certo si può dire che alla roulette ti può sempre uscire il numero o i numeri non puntati. Questo è vero ed è possibile anche con questo mio nuovo gioco. In teoria puoi puntare per trentasette volte tutti i numeri della ruota tranne uno e c’è sempre una possibilità che per trentasette volte ti esca proprio quel numero escluso. Ciò è possibile ma, di fatto, non avverrà mai. La similitudine di questo esempio con il mio gioco è che la perdita di una singola partita equivarrebbe grossomodo a un filotto di cinquanta rossi o neri; a trenta volte la stessa terzina; a una ripetizione per dieci volte consecutive dello stesso numero o altri eventi possibili, ma assolutamente improbabili e che nella nostra vita non vedremo mai.

Ora sto completando la stesura del libro che conterrà questo gioco e poi sarà proposto a un editore per la sua pubblicazione. Non richiedetelo quindi a me perché questa volta, e per la prima volta, mi affiderò a una distribuzione professionale e non casalinga come finora è accaduto con i miei lavori.

Mi spiace solamente che tale scoperta mi sia venuta in mente solo ora a sessantotto anni e che la mia bramosia per il gioco della roulette si sia talmente affievolita da non avere più la voglia di percorrere 120 chilometri di strada per andare al Casinò. Forse sarà pigrizia, ma alla mia età si è portati a giudicare le cose dall’alto, nella generalità del loro valore e non si hanno più quegli incontenibili e scellerati impulsi di buttarsi a capofitto in avventure che impegnino una nostra attività fisica. Sarà la vecchiaia che avanza? Tuttavia mi è rimasta l’attrazione per le sfide su cose che altri ritengono insolubili. Non mi è mai piaciuto aggregarmi al “branco”, preferendo sempre strade diverse, fuori dal “coro”. Che io sia un presuntuoso? Può darsi, ma ho sempre pensato che è il dubbio e non la certezza che ti consente di scegliere la giusta strada e le mie proposte di gioco rispecchiano questo metodo di vita. Nel mucchio ci sono state proposte buone e meno buone; vincenti e non sempre vincenti, ma che comunque sono il frutto della mia inventiva e che ho voluto condividere con chi ne era interessato. Comunque, se matematica e statistica non risolvono il problema roulette, cerchiamo altri parametri; vediamo il gioco con altre prospettive; attacchiamo con altri obiettivi.

Ho chiuso l’avventura sul CERBERUS NORMALE ed ESTREMO. I test hanno sancito la parità dei risultati sul solo gioco e la perdita costante dovuta alla tassa dello zero. A lungo andare il 50% degli esiti di ogni spin non possono dare che questo risultato, indipendentemente dal momento probabilistico. Vincerai per 10 o più volte consecutive perché le probabilità del momento sono a tuo favore, ma alla fine arriverà lo scarto negativo di queste probabilità e se usi una massa pari ti porterà via parecchio tempo per un recupero che ritorna al pareggio, pagando però la tassa; se invece usi una montante, ti porterà via la cassa perché una martingala dura solamente per 9 puntate e una qualsiasi altra montante diversa potrebbe non rientrare più a causa di vincite fra loro distanziate. Ciò può accadere subito o dopo centinaia di spin. L’unico modo che vedo per uscirne, è uno “stop winn” e uno “stop game” differenziando il pezzo base. Se oggi perdi 10 pezzi, domani puoi recuperarli vincendone 5 del valore doppio e così via. Tutto sta nell’accontentarsi di pochi pezzi di vincita e bisogna che le perdite siano stoppate e recuperate successivamente con un numero inferiore di pezzi di valore superiore. Questa è la mia attuale visione di questo gioco sulle Chances Semplici.

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Se uno va al Casinò una volta nella vita, può essere fortunato. Se ci va con una certa regolarità, per lui la fortuna non esiste.
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