La roulette è un gioco a “spettanza negativa”.
Questa giustissima affermazione
definisce esattamente ciò che spetta a qualsiasi giocatore (casuale o
sistemista) alla fine di un certo periodo di gioco, durante il quale ha
movimentato un certo capitale al tavolo della roulette. La spettanza negativa non deriva dal fatto che il giocatore non sappia
giocare, ma semplicemente perché ogni volta che ottiene una vincita, riceve un
37° di denaro in meno di quello che dovrebbe ricevere se vi fosse parità di
beneficio fra banco e giocatore. Oggigiorno questa disparità è ancora più
accentuata se il nostro giocatore preferisce non affrontare il viaggio verso
uno dei quattro Casinò terrestri esistenti in Italia restandosene comodamente a
casa. Egli può giocare “on line” sul Web, in uno dei molteplici Casinò presenti
in ogni casa di noi Italiani. Non so se vi siete resi conto, ma la passata ostinazione
di certa parte politica, nel negare l’apertura di qualche Casinò in più rispetto
ai quattro esistenti, ha prodotto il risultato che ogni cittadino Italiano ha
ora il suo Casinò personale a casa sua e quindi succede che tutti i denari
persi dai giocatori qui in Italia vanno a ingrassare molti gestori stranieri.
Forse che le tangenti a suo tempo richieste per aprire un nuovo Casinò fossero
troppo alte? Forse che l’attività peccaminosa del gioco d’azzardo fosse
ostacolata dalla chiesa? Che i territori dei quattro Casinò terrestri abbiano
fatto del protezionismo? Fatto sta che tutta questa ostilità ha finito per
avvantaggiare i gestori stranieri che non solo si arricchiscono con i soldi
Italiani, ma aumentano anche il tradizionale vantaggio del banco raddoppiando
la tassa sulle Chances Semplici. Un famoso modo di dire direbbe: ”non solo
cornuti, ma anche mazziati”.
Ritornando al discorso iniziale, è chiaro che nel
breve periodo si può perdere o si può vincere se si sbaglia o si indovina il
numero o la Chance che esce. Ciò che non tutti hanno realizzato è che in un
arco di tempo sufficientemente lungo si instaurerà una tendenza all'equilibrio fra scelte indovinate e scelte sbagliate, indipendentemente dalla quantità dei numeri coperti. A volte indovino io, a volte indovina il banco e alla fine
dovremmo essere pari. Come mi ha puntualizzato un amico
studioso dell’argomento, “la roulette è un gioco simmetrico,
d'equilibrio, ma spostato a vantaggio del Banco dell'importo della tassa”.
In base a questa affermazione
possiamo dedurre che ci sono due aspetti che riguardano la roulette. Il primo è
l’aspetto fisico che riguarda la
simmetria fra numeri coperti dal giocatore e numeri coperti dal banco. Il
secondo è l’aspetto economico che
riguarda la diversità di beneficio ottenibile da entrambi i contendenti. E’
questo secondo aspetto che il sistemista deve superare; deve cioè trovare un vantaggio che superi questa diversità di
beneficio. Questi concetti non sono ben acquisiti da molti giocatori casuali o
sistemisti. Vediamo allora di chiarirli (se mi riesce).
Se gioco un numero alla volta,
significa che il banco gioca i rimanenti 36 numeri. Significa che io nel lungo
periodo vincerò in media una volta ogni 37 spin, mentre il banco vincerà 36
volte di media ogni 37 spin. Secondo il principio di Bernoulli, queste
proporzioni tenderanno alla perfezione con l’aumentare del numero delle prove e
perciò alla fine (supponiamo) di 74.000 spin (equivalenti a 2.000 cicli logici
sui numeri) io dovrei essere alla pari con il banco. Io dovrei aver indovinato
quel numero 2.000 volte e il banco dovrebbe aver preso il mio gettone per 72.000
volte. La simmetria degli esiti è matematica e tende a realizzarsi nel lungo
periodo. Alla fine, e secondo il principio Bernoulliano, tanto dovrei aver
incassato io, quanto dovrebbe aver incassato il banco ed è logico che sia così
perché alla roulette i soggetti sono due, uno dei quali copre alcuni numeri e
l’altro copre ciò che resta da coprire e i pagamenti o le perdite sono
proporzionati alle relative coperture. Se copro molto, incasso poco; se copro
poco, incasso molto. Lungo il percorso ci saranno situazioni economiche a
favore dell’uno o dell’altro contendente, ma la tendenza simmetrica fra le
coperture è sempre costante. Alla fine di quel periodo io dovrei aver indovinato
il mio numero per 2.000 volte mentre il banco dovrebbe aver indovinato i suoi
36 numeri per 72.000 volte. Gli esiti sulla fisica del gioco sono stati equi e il vantaggio di uno è una
questione temporanea perché a lungo andare entrambi i contendenti tenderanno al
pareggio.
Come mai allora mi trovo con il
2,70% in meno di tutti i soldi che ho movimentato sul tappeto?
Mi trovo con questi soldi in meno
perché quando ho perso io, il banco si è preso tutto, mentre quando ha perso il
banco, mi ha sempre dato un pezzo in meno di quanto avrebbe dovuto darmi se le
condizioni di beneficio fossero alla pari per entrambi. Se ci fosse cioè equità
nei pagamenti. Se sto giocando numeri pieni, quando indovino ricevo
materialmente un pezzo in meno; se sto giocando altre Chances multiple o
semplici, il pezzo in meno si concretizza con la sortita dello zero, che
avverrà di media una volta ogni 37 spin. Alla fine del gran movimento,
indipendentemente dalla parità degli esiti fisici con il banco, io ho perso il
2.70% di tutto il mio movimento e il banco lo ha incamerato, non perché io
abbia fatto scelte sbagliate, ma perché il banco si è sempre trattenuto qualcosa
facendo la cresta sui pagamenti (materialmente o per effetto dello zero).
La spettanza negativa del giocatore al tavolo di roulette francese, di
un Casinò terrestre, è del 1,35% circa se gioca sulle Chances Semplici (“circa”
perché quando lo zero si ripete la puntata va in prigione per due volte) ed è
del 2,70% se gioca sulle multiple. Queste sono le formule matematiche per
determinarle.
Tassa sulle multiple: 1-36/37x100=2,70%.
Tassa sulle semplici: 19/37-18/37x100/2=1,35%.
Nei Casinò on line e sulle
roulette a doppio zero la tassa è sempre del 2,70%. Nel primo caso lo è perché con
le roulette on line all'uscita dello zero le Semplici sono completamente
perdenti.
Nell'esempio sopra riportato io
ho puntato il mio pezzo per 37 volte ad ogni ciclo e quando ho incassato, ho
incassato 36 pezzi. Ho puntato un totale di 74.000 pezzi e ne ho incassati
72.000, lasciando che il banco mi facesse la cresta di un pezzo ad ogni
pagamento (per la precisione 74.000 x 2,70270270% = 1.999 pezzi pagati in
meno). Il banco ha puntato 36 pezzi per 37 volte ad ogni ciclo e quando ha
incassato, ne ha incassati 37: i
suoi 36 (anche se non materialmente puntati) più il mio.
Questa è la spettanza negativa del giocatore: alla fine di un certo periodo la sua cassa sarà decurtata del
2.70% di tutto il denaro movimentato al tavolo da gioco, non perché è stato sfortunato,
ma perché ha sempre pagato la tassa incassando proporzionalmente un pezzo in
meno rispetto agli incassi del banco.
Ecco allora che per avere un sistema sempre vincente bisogna che
questo sia in grado recuperare prima di tutto quel 2,70% o 1,35% di tutto il
movimento di puntate fatte, non solo nella sessione di gioco del momento, ma
anche di tutte le sessioni a venire perché la roulette non ha fretta di
presentare il conto. Quindi, se il giocatore non ha un sistema in grado di
superare quella tassa, nel lungo periodo è destinato a perdere. Egli deve ottenere
un extra di pezzi che costituiscono il rendimento
differenziale reale. In pratica il rendimento
reale del nostro sistema deve essere superiore al 2,70% o 1,35% delle masse
movimentate, altrimenti la roulette ci presenterà il conto nelle giornate
successive, quando per effetto della simmetricità degli esiti la resa
percentuale reale del gioco sarà inferiore a quel 2,70% o 1,35% medio che ci
perseguiterà costantemente nel tempo. Se per un giorno questa tassa ci
risparmia, ci tartasserà di più un altro giorno e alla fine risulterà del 2,70%
o 1,35%. Ricordiamoci che nel corso del tempo la pallina cadrà con imparzialità
su tutti i bersagli numerici da noi scelti o non scelti e se per lungo tempo
escono bersagli a noi favorevoli, vi sarà anche il momento contrario con una
persistente sortita di bersagli contrari. In quel momento ricordiamoci che
stiamo pagando la minor tassa subita nei giorni precedenti, quando pensavamo di
aver trovato il sistema costantemente vincente.
Il nuovo gioco sulle Semplici si
sta confermando stabile, anche se con punte di puntata relativamente alte, ma
comunque sostenibili da giocatori professionisti. Mi è stato praticamente
imposto di introdurre lo “stop loss”
perché è impensabile che un gioco sia costantemente sempre vincente, ma le
caratteristiche del gioco dicono che può essere praticato in continuità con
permanenza personale. Per quanto ne so io, uno stop loss implica l’ammissione
della perdita e la successiva ripresa del gioco dall'inizio. Quindi, il recupero di quanto lasciato avviene ripartendo da zero. In pratica il classico
stop loss considera la cassa, la quale non deve subire grosse decurtazioni,
difficilmente recuperabili con le sessioni successive. Le caratteristiche di
questo gioco pongono in primo piano la permanenza che, secondo il suo particolare
andazzo del momento, può determinare l’aumento o meno delle puntate. Ecco che
allora per questo gioco lo stop loss può essere considerato sull'andamento della permanenza in base al livello di puntata e non in base al livello di
scoperto. Può essere per esempio stoppato ora a puntata 10 per essere ripreso
più tardi, o il giorno dopo, alla stessa quota, quando vi sarà un'altra permanenza
e siccome il 99% delle permanenze hanno caratteristiche favorevoli, il rientro
sarà facilmente raggiungibile. In pratica può essere definito “stop range” perché non ci si ferma a un
tot di scoperto ma a un tot di puntata. Essendo un gioco continuo, può essere
interrotto e ripreso alla stessa altezza perché, per il momento, il suo
rendimento reale supera sia l’1,35%, sia il 2,70%. Sono curioso di vedere se vi
è una conferma informatica sulla distribuzione degli andamenti, sia sfavorevoli
che favorevoli.
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