11/12/10

PIEDI PER TERRA

Per tutta la vita mi sono arrovellato nella ricerca di un sistema che riuscisse a vincere utilizzando un capitale che non superasse i 100 pezzi. Se trovavo un gioco in cui l’esposizione superava tale limite, semplicemente lo abbandonavo; naturalmente dopo aver cercato di migliorarne i risultati. Se ciò non era possibile, passavo ad altro.

Oggi (in questi ultimi tempi) m’imbatto nei fratelli Gambling che, a quanto sembra, stanno (o stavano) vincendo a man bassa con una cassa di 2000 pezzi e possibili scoperti che sono arrivati fino a 1600 nelle prove e a 850 nel gioco reale.

A quanto ho capito, giocano con una copertura del tavolo che va dal 55 al 75% e quindi, trattandosi di terzine, dovrebbero coprirne da 7 a 9. Ciò significa che un colpo perso con 7 terzine deve essere recuperato con 1,40 circa colpi vincenti. E un colpo perso con 9 terzine deve essere recuperato con 3 colpi vincenti.

A tutto ciò applicano una montante in perdita e “mai una progressione”. Poiché non capisco la differenza tra progressione e montante in perdita, desumo che gli aumenti siano fatti per partita e, come hanno affermato, che abbiano un limite di puntata oltre la quale si spalma l’esposizione in più partite di recupero.

Considerando la maggioranza dei numeri coperti rispetto a quelli non coperti, possiamo capire che gli incassi non risentono, in genere, di eccessivi ritardi e, infatti, dicono che lo scarto massimo della combinazione è stato, nelle prove, di 11 colpi. In pratica, per il recupero delle esposizioni, fanno affidamento sulla quantità degli incassi rispetto alle perdite, in ragione della maggioranza dei numeri coperti rispetto a quelli non coperti.

La montante si ispira al principio della Garcia che, se non sbaglio, recupera l’esposizione negli ultimi 3 di un filotto di 7 colpi.

Il criterio con cui scelgono il gruppo di terzine da attaccare non lo sappiamo, ma presumo assomigli molto a uno studio fatto da Igor Mancuso, il quale ha calcolato la quantità media delle varie uscite delle terzine durante i 12-24-36 colpi di roulette.

A questo punto, esposta la premessa, io mi chiedo: Quante persone sono disposte a entrare in un Casinò con 2000 pezzi di capitale e a subire 850 (se non 1600) pezzi di esposizione, da recuperare magari in una settimana di gioco?

Quante persone, conclusa una giornata con 500 pezzi di perdita, ritornano il giorno dopo per continuare il gioco che ha prodotto quell’esposizione?

Quante persone, conclusa la seconda giornata con un’ulteriore perdita, ritornano il terzo giorno per continuare lo stesso gioco?

Sinceramente io non sarei capace e, forse sbagliando, cercherei un nuovo gioco che non mi mettesse nelle condizioni di dover poi recuperare l’esposizione in più giorni. Ma forse questo è il difetto di chi, avendo più giochi nella testa, non si ferma cocciutamente su un solo sistema, anche se quel sistema è risultato vincente sia nelle prove, sia nel gioco pratico. In sostanza è la quantità dell’impegno economico e l’attesa dei recuperi che distingue un giocatore dall’altro. C’è chi è disposto a rischiare molto (anche se con certezze giustificate) e c’è chi, emotivamente, non può sostenere lo stress che ne deriva. O non ha un tale capitale da mettere a repentaglio.

Per finire, il gioco dei fratelli Gambling non è per tutti, anche se tutti conoscessero esattamente il gioco. Mettiamo i piedi per terra e se vogliamo volare, facciamolo solo con la fantasia.

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nino.zantiflore@tiscali.it