26/10/10

ANNICHILAMENTO INEVITABILE


Quando nel mondo microscopico una particella di materia si scontra con una particella di antimateria, entrambe si annichilano creando altri tipi di particelle.

E come agli inizi dell’Universo materia e antimateria si sono annichilati creando lo spazio in una “non esistenza”, (convinzione personale) così, permanenza e antipermanenza, quando s’incontrano creano la disfatta del sistemista.

Quando alla roulette una linea di condotta incontra il suo contrario, le due condotte si annichilano provocando la fine di ogni sistema continuo.

La similitudine, un po’ tirata per i capelli, visualizza intuitivamente gli effetti che sono prodotti quando due risultati opposti s’incontrano alla roulette. La figura contraria al gioco praticato s’incastra perfettamente alla figura che stiamo giocando.

Il principio di Bernoulli ci dice che qualunque sia il gioco, qualunque sia la tortuosità o il grado di maturazione, alla fine, l’antigioco si scontrerà con il nostro gioco. L’aumentare delle prove, fatte sempre nelle stesse condizioni, non ci darà scampo: la figura contraria comparirà al nostro “orizzonte degli eventi” e se proseguiamo nella nostra condotta, non ci sarà capitale capace di sostenere l’annichilamento delle nostre risorse e speranze e tutto scomparirà nell’attrazione gravitazionale del “buco nero” rappresentato dalla roulette.

Che cosa bisogna fare allora per evitare questo nefasto incontro?

Ormai sappiamo che le montanti valgono relativamente, perché qualsiasi montante salta se non può contare su un numero adeguato di vincite in un tempo adeguato. E’ chiaro che l’esito dipende dalla distribuzione delle vincite e quando l’antipermanenza arriva, non c’è modo di sottrarsi all’annichilamento del nostro capitale. A cosa serve vincere 20 o 30 pezzi per due o tre giorni se poi arriva un annichilamento che ti porta via due o trecento pezzi?

E allora, a quale escamotage dobbiamo ricorrere?

Accertato che la montante ci da un aiuto relativo e insufficiente, non rimane che agire sulla permanenza cercando di eludere il più possibile il principio di Bernoulli.

In che modo?

La risposta ovvia è di evitare una linea di condotta sempre uguale nel tempo. Come? Saltando da una figura all’altra; alternando fra loro le figure; attribuendo le figure ora all’una ora all’altra Chance di modo che la coincidenza con l’antipermanenza sia costretta a realizzarsi, con estrema difficoltà, al momento giusto e sulla Chance giusta.

Attenendomi a questo intendimento ho realizzato alcuni giochi sulle Semplici. Ho cominciato con la ricerca dei doppioni coincidenti fra le figure a “iniziale obbligata” di una Chance. Poi è seguito un gioco in mutualità sui doppioni coincidenti: prima fra 2 e poi fra 3 Chances. Il gioco successivo ha ripreso il metodo del vecchio “gioco dei passaggi” sulle figure a “iniziale obbligata” su una sola Chance. Infine sono passato alla ricerca di tutti i doppioni delle figure di 2, ottenute dalle 3 Chances, giocate però in modo ordinato e cioè “sincronizzato” nel tempo. In questo caso ogni Chance, posta in rotazione ordinata, costruiva, in modo indipendente, una figura di un unico gruppo di 4 “figure di 2”. In questo gruppo si cercava il doppione con una montante in mutualità fra le 3 Chances. In pratica il gruppo delle 4 figure era formato con il contributo delle 3 Chances. Il tutto può essere definito come una “mutualità sincronizzata” perché la rotazione, pur riguardando le 3 Chances, era sempre uguale.

Questo è quanto finora pubblicato nel sito.

Con gli studi successivi, sono poi passato a un cambiamento nell’ordine cronologico di gioco delle Chances in modo da interrompere quella rotazione ordinata che poteva costituire un appiglio al Principio di Bernoulli. In effetti, la rotazione ordinata (sempre uguale) delle tre Chances giocabili, era rapportabile a una qualsiasi successione di numeri casuali ottenuti sempre nelle stesse condizioni. Ho quindi alternato le 3 Chances in un modo casuale, ottenendo così un’imprevedibilità su ciò che si sarebbe giocato al passo successivo a quello del momento. Dapprima ho alternato casualmente le 3 Chances, disposte a gruppi di tre, contenenti ogni Chance una sola volta. Il gioco poteva svolgersi in due modi: completando subito ogni figura in verticale, oppure completandola in orizzontale, inserendo prima il termine iniziale sulle figure delle tre Chances e poi completando le 3 figure con il secondo termine. In quest’ultimo modo scaturiva un gioco ancora più scollegato da un filo logico. L’esempio apparirà nel sito alla pubblicazione del prossimo sistema.

In seguito sono andato oltre e ho distribuito le Chances in un modo ancora più imprevedibile. Ogni gruppo di 3 Chances poteva contenere indifferentemente e casualmente la stessa Chance per una, due, o tre volte e quindi non solo vi era una rotazione desincronizzata, ma anche diversamente composta. Il gruppo cioè poteva anche contenere due o tre volte la stessa Chance; per esempio: R/N-P/D-M/P (una volta) oppure M/P-P/D M/P (due volte) oppure R/N-R/N-R/N (tre volte) ecc. La casualità è posta al momento, senza ragionamenti o simmetrie sulla dislocazione.

Questo per quanto riguarda la rilevazione delle figure.

Altra cosa è il risultato prodotto da una o più Chances poste in una dislocazione casuale e desincronizzata. Sebbene le figure siano formate indifferentemente da Chances diverse, il disegno statistico che ne deriva, ottenuto da più fonti, non è diverso dal completamento di una configurazione finale prevista da un’unica fonte. Che lo sviluppo di un disegno tendenziale sia composto di figure provenienti da un’unica Chance o di più Chances, non comporta differenze sostanziali nella sua stessa formazione perché ciò dipende dalla casualità della permanenza. Il risultato tendenziale sarà sempre influenzato dalla Legge del terzo.

Abbiamo quindi, da una parte una rilevazione casuale ma dall’altra un risultato tendenziale e ciò esclude dal nostro comportamento la completa casualità del gioco. In pratica ogni numero, attribuito a una diversa Chance, apporterà le stesse informazioni dei numeri attribuiti a una singola Chance. Le figure così ottenute conserveranno la stessa tendenza della configurazione finale di uno sviluppo di una sola Chance. Il vantaggio è che l’antipermanenza dovrebbe ridursi a sporadiche occasioni, limitate nella loro ampiezza. Non si tratta quindi di un gioco casuale (statisticamente perdente) né di un gioco statico (soggetto nel tempo al suo contrario) bensì di un gioco evolutivamente giustificato dalla plurivalenza dei numeri casuali, che mantengono le loro proprietà indipendentemente dalla fonte e dal tempo.

A questo punto possiamo dire che giochiamo con una “mutualità desincronizzata” su un risultato che, pur provenendo da diverse fonti, alla fine, darà un risultato tendenziale previsto dalla Legge del terzo: 3 figure presenti e 1 doppione.

Questo per quanto riguarda il risultato di una rilevazione casuale desincronizzata.

In seguito a queste premesse ho eseguito una serie di verifiche sperimentali arrivando a 123 pezzi di utile in 500 colpi di roulette, durante i quali non ho mai superato il quinto colpo della montante. Ero, a dir poco, entusiasta dei risultati. Poi è arrivato l’inevitabile. Ho incocciato una partita in cui sono arrivato alla puntata di 28 pezzi nella D’Alembert a incremento doppio, con un’esposizione reale di -75. Faccio presente che la montante usata è costituita da 4 colpi in Martingala seguiti da una D’Alembert a incremento o decremento di 2 pezzi (1-2-4-8-10-12-14-16-18-20 ecc.). Il gioco precedente, durato 500 colpi, non aveva mai superato i 10 pezzi di puntata ma dopo questo picco espositivo mi sono reso conto che, alla fine, anche la casualità delle fonti di rilevazione può essere soggetta all’incontro delle figure contrarie. La cosa è molto più difficile che in una condotta lineare, ma purtroppo non completamente annullabile. Inoltre, mi sono reso conto che la variabilità casuale e soggettiva delle Chances da mettere in gioco non può essere proposta come metodo attendibile perché non può essere presa come punto fermo per gli esiti di un qualsiasi sistema, proprio per la sua variabilità soggettiva. Come ho trovato quel picco espositivo, nonostante la mia disposizione casuale delle Chances, così un qualsiasi altro sistemista può trovare un suo picco espositivo e ciò non rientra nei miei traguardi sul gioco.

A questo punto ho dovuto abbandonare la ricerca di un gioco veloce e con maggiori possibilità di vincite, accettando ciò che dentro di me già sapevo da tempo, ma che non volevo affrontare perché le vincite sarebbero state meno abbondanti di un gioco continuo: la vera utilizzazione della Legge del terzo sulle Chances Semplici.

Ho quindi abbandonato ciò che avevo pensato durante la mia vacanza ai Caraibi e ho cominciato la stesura del prossimo sistema, che penso di pubblicare nel giro di una settimana o due.

Con la sperimentazione su tutta la permanenza non ho superato la puntata dei 12 pezzi nella montante (raggiunti una sola volta) arrivando così alla “vincita costante” su quanto sperimentato.

Vai al sito.

Nino.zantiflore@tiscali.it