29/01/10

IL FINE GIUSTIFICA I MEZZI

Quando studiamo un particolare fenomeno, come può essere appunto il gioco della roulette, analizziamo ciò che il fenomeno produce e ci arrovelliamo per trovare una soluzione che il fenomeno stesso rende irrealizzabile.

Alcuni testano 200.000, 500.000 boules e affermano che alla fine il sistema ha perso (vedi per esempio montante Johnson). Rifiutano il sistema perché quella negatività, che hanno trovato a partire dalla duecentomillesima boule, potrebbe presentarsi dopo poche sedute al tavolo verde e quindi, per il semplice fatto che sia esistita, vi è la possibilità di incocciarla subito, anche se ha le stesse probabilità di un 6 al superenalotto. Va be’…! Questione di punti di vista.

Veniamo al motivo di questo post.

Dai primi di gennaio ho intrapreso (o ripreso) uno studio sui numeri pieni giocati a massa pari. Ho composto quattro sistemi, modificati in successione, fino alla stesura dell’ultimo che mi sembra un buon gioco. Comincerò a inserirli nel sito da oggi.

Nonostante il mio intento fosse di ottenere un utile a ogni partita, ciò che ho prodotto è la possibilità di avere un certo numero di partite vincenti intramezzate da qualche rara partita perdente. Fin qui niente di nuovo, ma in questo caso l’importante è che l’esposizione di quelle rare partite perdenti non supera i 20-30 pezzi, largamente recuperabili con le altre partite vincenti.

Ho eseguito 17 partite (poche?) con la solita permanenza ed ecco gli utili in pezzi di ogni partita:
+9 +15 +30 +33 +14 +17 +11 +12 +18 +33 +24 +22 +6 +2 +19 -151 +19.

Le partite sono state volutamente protratte fino al conseguimento dell’utile, anche se lungo il percorso era stato ottenuto il pareggio o una piccola perdita. Per esempio durante la partita che ha perso i 151 pezzi ero arrivato ad un’esposizione di soli 16 pezzi alla quarta vincita.

Le vincite totali per partita, necessarie ad arrivare all’utile, sono state:
1 1 8 1 1 1 2 4 1 1 8 1 2 2 1 11 1.

Per arrivare a questi risultati ho adottato un comportamento che i “puri di spirito” senz’altro criticheranno: il rifiuto di certi numeri in certe condizioni. Ecco il perché del titolo “immorale”.

Chi ha un percorso neuronale consolidato da anni di studio sulla pura e semplice produzione di numeri casuali, difficilmente accetterà un simile espediente, non contemplando, nelle proprie azioni, eventuali deviazioni di percorso. Il fatto è che proprio a causa degli anni d’uso, il suo modo di pensare è fortemente consolidato e quei solchi neuronali sono troppo profondi per tentare ignote deviazioni, anche se queste ultime dovessero portare a risultati positivi (affermazione delirante? …Forse.)

IL FINE GIUSTIFICA I MEZZI.

L’affermazione, in tutti gli altri casi “immorale”, può essere agevolmente applicata alla roulette e, se produttrice di beneficio, perché non può essere accolta favorevolmente?

Se la permanenza non produce ciò che voglio, modifico la deviazione fintanto che non ottengo la tendenza. Ecco che per me la Legge del terzo darà sempre un risultato tendenziale e quindi, pur con il dovuto costo, otterrò sempre ciò che la Legge avrebbe dovuto produrre nella sua tendenza statistica. Che cosa ottengo? Per esempio ottengo di non subire una persistente negatività dovuta al presentarsi di una serie di figure contrarie al mio gioco. Sarà sufficiente il rifiuto di un termine per cambiare la serie delle figure successive.

E’ un comportamento già sperimentato nel secondo libro L’EVOLUZIONE FINALE e che qui riutilizzo con una maggiore forzatura.

L’importante è il fine; i mezzi possono cambiare.

NINO ZANTIFLORE

Vai al sito.

nino.zantiflore@tiscali.it