RIPESCAGGIO DI UN VECCHIO POST (10-11-13)
La tavola che state vedendo qui
sotto è del 1500 ed è attribuita a Hieronymus Bosch. Descrive i “sette peccati
capitali”: Ira, Avarizia, Invidia, Superbia, Gola, Accidia e Lussuria.
L’elenco che troverete qui sotto
descrive le “sette virtù capitali del
sistemista”, attribuite a Nino Zantiflore: visionario un po’ burlone dei nostri tempi.
Le 7 virtù capitali
del sistemista
Competenza. E’ una virtù che il sistemista
non sempre possiede. Deriva dallo studio e dal lavoro dei nostri predecessori; delle loro scoperte e conclusioni.
Pretendere di scoprire qualcosa senza sapere ciò che è già stato fatto e
collaudato da altri prima di noi, non solo è tempo perso, ma è soprattutto un
suicidio per le nostre finanze. Possiamo dire che il corrispondente peccato è Presunzione.
Perseveranza. E’ la capacità di proseguire per una strada impervia,
resa improvvisamente difficoltosa da un andamento ostile della permanenza. Sappiamo
che le possibili Figure di un ciclo chiuso di 36-54 spin sono infinite, ma sappiamo
anche che, secondo le osservazioni fatte nella pratica, quell’andamento contrario
avrà una fine. Di solito l’andamento finisce quando finiscono i nostri pezzi,
ma questo lo si supera con le prossime virtù. Se avremo la capacità di portare
avanti il gioco, ne verremo fuori superando quel periodo con profitto. Per
ottenere questo non bisogna perdere la testa nei momenti difficili dove
cambiano le puntate da fare e dove a volte il tempo è breve. A volte ci si
perde nel rifare le puntate, calcolare le nuove masse e annotare nel carnet i
cambiamenti. Non sempre ci si riesce e per questo è necessario molto esercizio
pratico. Resta il fatto che se sbagliamo, o non facciamo in tempo a puntare
tutto, dobbiamo incrociare le dita perché non esca proprio il numero non
puntato che ci avrebbe fatto vincere. Ciò non deve preoccuparci perché nel
prosieguo della partita ci saranno altre chiusure. Comunque è buona regola
giocare dove il tempo fra uno spin e l’altro è sufficiente a fare i nostri
calcoli e soprattutto non accettare il gioco dove esaltano la velocità come
mezzo di maggior divertimento. L’unica ragione di un gioco veloce è il maggior
guadagno del banco. Quelle che sentite in certi programmi televisivi sono tutte
balle per farvi agire d’impulso e senza ragionare. Possiamo dire che il corrispondente
peccato è Incompetenza.
Consapevolezza. E’ la conoscenza di ciò che sarà il risultato
finale. Quando sappiamo che ciò che stiamo cercando alla fine si formerà, come
si è sempre formato, avremo la necessaria tranquillità d’animo per portare
avanti il gioco. In pratica sappiamo già come andrà a finire perché ci è già
successo innumerevoli volte e il risultato è sempre stato quello. La strada può
essere facile o difficile, ma l’arrivo è sempre quello. Possiamo dire che il
corrispondente peccato è Inesperienza.
Parsimonia. Colui che sa dosare le proprie forze arriva sempre alla
méta. Non arriverà primo; non diventerà ricco; non diventerà famoso per aver
sbancato il Casinò, ma non cadrà mai; non perderà mai in un sol colpo la sua
cassa di sessione; non dilapiderà il suo patrimonio a causa di una compulsività
per l’azzardo. Possiamo dire che il corrispondente peccato è Sperpero.
Moderazione. E’ una virtù difficile da dosare. Sapere quando smettere,
accontentandosi dell’acquisito, è soggettivo. Sono convinto che il 99% delle
sconfitte sia dovuto all’avidità, all’ingordigia di vincere di più. Se abbiamo
avuto un periodo facile, perché insistere sperando che quell’andamento
continui? Può si continuare, e allora saremo felici e contenti; ma può anche
girare e allora dovremo sostenere il gioco, imprecando perché non abbiamo colto
l’occasione per smettere o ricominciare da capo con la ricostruzione del gioco.
Possiamo dire che il corrispondente peccato è Insaziabilità.
Pazienza. E’ la virtù di chi sa che per vincere sempre si deve
“costruire” il gioco. L’attesa di 18-20 spin all’inizio di una seduta non è da
tutti e non è facile da sopportare. Eppure quell’attesa è necessaria per
individuare quei punti di attacco che hanno maggiori probabilità di chiusura.
E’ sempre stato così e sempre lo sarà. Personalmente non ricordo di aver visto
una deviazione da tale condotta da parte della roulette. Ci saranno
allargamenti che sopravvengono, ma alla fine quelle indicazioni non si
smentiscono e producono quelle preannunciate chiusure. Possiamo dire che il
corrispondente peccato è Insofferenza.
Concentrazione. E’ la virtù di chi sa che ogni distrazione può
essere causa di errori o dimenticanze. Non confermare la puntata alla roulette
live; dimenticarsi di annotare una
puntata; essere distratti dal fondo
schiena di una giocatrice che al tavolo di fronte si sporge in avanti per fare
le sue puntate; ascoltare i discorsi
che gli annoiati crouper si scambiano. Sono tutte distrazioni che possono
causare gravi danni. La mancata vincita su una chiusura, che ci farebbe ripartire
con la scalata della montante, ci obbliga invece a continuare quella
progressione e a quel punto si dovranno ricercare altre chiusure a una quota
più alta. Possiamo dire che il corrispondente peccato è Negligenza.
Prudenza. E’ la virtù che ci impedisce di pretendere l’immediata
conclusione del gioco forzando la montante con aumenti eccessivi e non
proporzionati al possibile sviluppo totale della partita. L’esperienza, dovuta
alla pratica del gioco, ci insegnerà che gli andamenti favorevoli si alternano
a quelli sfavorevoli e pretendere di risolvere subito la situazione è una
condotta rischiosa che può portare a un incremento accelerato dell’esposizione.
Un incremento eccessivo può risolvere la situazione, ma può anche accelerare lo
scoperto. Un comportamento prudente, pur ritardando l’utile della partita, ci
permetterà di giungere senza troppi patemi d’animo alle chiusure ravvicinate
che, se sono mancate prima, si addenseranno poi. L’importante è saper giudicare
il momento favorevole dall’esame visivo della situazione dello schema. Possiamo
dire che il corrispondente peccato è Leggerezza.
Queste sono le 7 (ne ho messe 8, perché???
Bo???) virtù indispensabili al sistemista, che non è un giocatore, ma un “lavoratore”. L’immediato non serve a
nulla se non a una breve esaltazione del momento. Ciò che conta è il risultato
a fine periodo. Una volta incontrai un mio amico a Venezia che mentre usciva
dal Casinò mi disse “li ho ripuliti tutti a Chemin de fer. Ho vinto 20
milioni”. Lo ritrovai “ripulito” il mese successivo, con il solo
biglietto del treno per tornare a Verona. Purtroppo di storie come questa se ne
sentono tante e dimostrano i limiti della nostra mentalità. Pensiamo al domani
nella nostra vita quotidiana ma non lo facciamo nel gioco. Che sia perché il
gioco rappresenta il sinonimo di evasione dal quotidiano?
OVER THE TOP 3 prosegue inesorabile la sua corsa e non ci sono segnali
di cedimento, sia con permanenza favorevole che contraria. Sta mantenendo la “vincita costante” e se applicato
osservando le 7 virtù capitali, lo giudico il “gioco perfetto”. E’ un gioco a “spettanza visiva” perché ci da modo di vedere il futuro.
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Se uno va al Casinò una volta
nella vita, può essere fortunato. Se ci va con una certa regolarità, per lui la
fortuna non esiste.
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