10/09/16

SPETTANZE PROBABILISTICHE

Tutti sappiamo che la roulette produce dei risultati. I risultati sono il frutto della permanenza perchè è lei che, una volta formatasi, produce le frequenze, gli scarti, i disegni che il giocatore ricerca lungo il suo formarsi. Tutto ciò è condizionato dalle spettanze probabilistiche che possono essere disattese nel breve periodo, ma che nel lungo tenderanno a perfezionarsi statisticamente (principio di Bernoulli).

Per primo abbiamo una spettanza probabilistica che ho definito "assoluta" perchè è quella che riguarda il singolo spin. Poichè la roulette è un gioco a "reimmissione" (dove il numero appena sortito rimane sempre presente nella ruota) e poichè la pallina non ha memoria della permanenza passata, a ogni spin tutti i numeri hanno le stesse probabilità di sortire nel singolo colpo. E' inutile quindi pensare che dopo la ripetizione anche di tre o quattro volte di un numero, o di qualsiasi altra Chance, sia difficile che l'evento si ripeta un'altra volta. Quell'evento ha le stesse probabilità di prima di proseguire o di terminare e ciò rientra nelle frequenze casuali e il tutto produrrà i disegni destinati dal caso. Ciò riguarda tutti i singoli spin e gli attacchi che si basano sui singoli spin avranno un esito che sarà sempre soggetto al principio di Bernoulli.

Poi abbiamo una spettanza probabilistica che ho definito "relativa" perchè è quella che riguarda il singolo ciclo chiuso logico. Possiamo definire “spettanza probabilistica relativa” il diritto di sortita che ha ogni numero della roulette nell’arco di un ciclo chiuso (logico) di 37 spin. In base alla Legge del terzo, o in base alla Legge dello scarto (che in pratica è la stessa cosa), alla fine del ciclo logico i numeri presenti saranno tendenzialmente i due terzi e quindi ognuno dei 37 numeri disponibili ha una “spettanza probabilistica relativa” del 66,6% di essere presente. Se non consideriamo delimitazioni di permanenza in cicli chiusi, ogni numero che esce dalla ruota ha una spettanza probabilistica assoluta, ma in pratica in ogni ciclo logico l’insieme dei numeri ha una spettanza probabilistica relativa perché all’incirca 12 numeri, pur non sapendo a priori quali, resteranno assenti. Quindi, ogni numero della roulette ha una probabilità del 33,3% di restare assente durante il suo ciclo logico di 37 spin. Tutto ciò, naturalmente, in via tendenziale. E' facile allora comprendere che il singolo colpo rispecchia esattamente la spettanza probabilistica assoluta, mentre una quantità discreta di colpi (ciclo logico) è soggetta alla Legge del terzo perché la pallina, come non ricorda dov’è andata il colpo prima per evitarlo, così non ricorda dove non è andata, per andarci. La conseguenza di tutto ciò è che in un "ciclo chiuso logico" di una qualsiasi Chance, i numeri sortiti hanno la tendenza di formare determinate configurazioni dovute alla Legge del terzo (o dello scarto) e quindi vi sarà un terzo tipo di "spettanza probabilistica" che ho definito "visiva" e che possiamo chiamare con l'acronimo "ER" e cioè "EXPECTED RESULT" ovverossia "RISULTATO ATTESO".
La "spettanza probabilistica attesa" (ER) è ciò che ci si aspetta di vedere nel “prodotto” della roulette e cioè nella rappresentazione grafica della sua permanenza inserita in appositi schemi. Questa spettanza, propria della roulette e di qualsiasi altra serie chiusa di numeri casuali, è rilevabile dalle molteplici osservazioni su innumerevoli cicli logici. Se milioni di cicli logici contengono in ciascun ciclo un determinato disegno, la “spettanza visiva attesa”, insita nel prodotto della roulette (permanenza), è la "tendenza" che ha la roulette di formare quel disegno e quindi quella spettanza attesa è propria di quel generatore di numeri casuali. Noi possiamo rilevarla e capirne il senso e le ragioni. Come il precedente tipo di spettanza, anche questa ha il diritto di realizzarsi proprio per effetto della Legge del terzo che altro non è se non la Legge dello scarto confinata in un ciclo chiuso. Quindi, la “spettanza probabilistica visiva attesa” è la proprietà che ha la permanenza (prodotto della roulette) di produrre determinati disegni. Sta a noi individuarli e trarne un vantaggio.

Secondo me questa è l'unica via da seguire per trarre dei vantaggi sul meccanismo della roulette. Dobbiamo tener presente che un qualsiasi gioco continuo, che non la affronti nei suoi cicli chiusi, sarà sempre soggetto alla permanenza contraria perchè la roulette può far sortire sempre i numeri non coperti, siano essi pochi o tanti. Ad avere il gioco matematicamente vincente è la roulette; non siamo noi. Noi possiamo solo intervenire nei suoi momenti di debolezza e cioè all'interno dei cicli chiusi. "Non vi è mondo al di fuor di queste mura".


Con i sistemi della trilogia siamo finalmente arrivati a un punto che sembra l'evoluzione finale. Con Alberto e Alessandro abbiamo fatto prove su prove (sempre a mano); modifiche (non sempre migliorative); scambio di pareri (a volte condivisi e a volte no). Alla fine siamo arrivati a confermare univocamente (forse non ancora da parte di Alessandro che fa sempre la parte dello scettico) che il gioco è vincente.

Lo gioco personalmente in reale in rete e la sua resa è di 40-50 pezzi in 80-90 spin. La massima puntata è sempre stata di 3 pezzi per Chance e la massima esposizione non ha mai superato gli 80 pezzi. Il bello è che io lo gioco in modo molto parsimonioso rinunciando a incassi maggiori. Uso una montante a riduzione fittizia (che incassa meno della riduzione logica) e a volte l'incasso fa pari con lo scoperto o addirittura non recupera il tutto. Lo sto provando in questo modo per rendermi conto se si adatta alla mentalità e al comportamento dei famosi contatori di carte al Black Jack. Infatti, se affrontato con pezzi base da 20 Euro, o Dollari, 40-50 pezzi giornalieri non sarebbero da sottovalutare.

Le basi del gioco derivano da ciò che ho premesso in questo articolo. Da una spettanza probabilistica assoluta sono passato alla relativa e quindi alla visiva (ER) e tutto ciò è stato ottenuto da precedenti punti di arrivo. Infatti, come si potrebbe arrivare a un gioco finale vincente senza l'esperienza pregressa propria o di altri? Se nessuno pubblica le esperienze dei vari ricercatori, come si pretende di poter giungere alla méta? Come fa uno a sapere se quello che sta progettando è già stato fatto da altri? Ditelo agli editori.

Comunque non si tratta di un gioco semplice, tanto è vero che alla fine di ogni sessione di due ore e mezza mi alzo dal PC stressato per l'attenzione prestata al gioco. Gli errori (più che altro sviste) sono facili e se non si è concentrati, è facile commetterli. Inoltre è un gioco che, crediamo, non è testabile su milioni di numeri come vorrebbero gli editori: le variabili sono molte e per programmarlo ci vorrebbero i computer della Nasa. Però non prendete paura; la difficoltà non sta nell'apprendere il gioco, ma nell'eseguirlo. Bisogna seguire quattro risultati attesi che si modificano spin dopo spin; bisogna modificare le puntate che cambiano al modificarsi delle quattro configurazioni ricercate; bisogna resettate la configurazione vincente e mantenere le altre; bisogna ricostruire la configurazione resettata, ecc... ecc...

Questo è il gioco finale della trilogia con il quale ho sempre ottenuto più di 40 pezzi a sessione. Non ci sono stati stop loss. Non ho mai raggiunto i 100 di scoperto. Ora finisco il trattato e poi deciderò il da farsi.


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