Ognuno sta solo sul cuor del Casinò, trafitto da un raggio di vincita, ed è
subito sera.
Questo è il destino del classico
giocatore: casuale o sistemista che sia. L’abbiamo letto in molti libri;
l’abbiamo sentito in molte discussioni; se n’è discusso in molti Forum. Ormai
siamo tutti consapevoli che simmetria, tassa dello zero, incontro di una
permanenza contraria, operatività fra uno spin e l’altro, riducono il giocatore
alla bancarotta. Sembra proprio che non ci sia una soluzione e che con gli
usuali metodi la “vincita costante”
sia una chimera.
Ma ne siamo proprio sicuri?
A questo punto l’unica strada da
percorrere deve essere per forza un cambio
di obiettivi ed è proprio su questo che ultimamente mi sono concentrato.
Visto che con la matematica non si
risolve nulla e che la statistica vale sui grandi numeri, bisogna che nel
singolo ciclo la Legge del terzo sia portata a un livello superiore e che
questo livello ci consenta di ottenere una vincita sicura.
Finora l’unico gioco che contemplava
un risultato “matematico”, è sempre stato il gioco della “Piramide” che tutti
conoscono. Poiché non è mai accaduto che in un ciclo logico sortissero tutti i trentasette
numeri diversi, si cerca il doppiaggio di uno o più numeri che man mano escono
dalla ruota. Si può anche aspettare una partenza ottimale come dodici o più
spin senza doppiaggi, ma alla fine l’esito è sempre lo stesso. Come sempre si
andrà incontro alla permanenza in cui il primo doppione avviene al 20°, 25° o
addirittura dopo il 30° spin. Senza contare poi che la ricerca di una partenza
ottimale ci porta a “scegliere” questo tipo di permanenze. Qualcuno poi applica
la Piramide a Cavalli o Terzine, naturalmente prendendo sempre grosse batoste
perché, come sappiamo, la Legge del terzo ci da una certa garanzia sui singoli
Pieni e non sulle altre Chances Multiple o Figure delle Semplici.
Se però il giocatore fosse un sensitivo? In questo caso non ci sarebbe più simmetria con
il banco e la tassa non avrebbe più alcuna importanza. In pratica, presagendo
sempre il numero che uscirà, la vincita sarebbe certa e senza troppi
allargamenti con le puntate. A parte la “visual ballistic” (che non è
sensitività ma osservazione e previsione) nessuno ha questo potere e quindi
bisogna “traslatare” questa inesistente capacità a un meccanismo che in
sostanza la eguagli, anche se con una maggiore imprecisione, ma che comunque
non impegni grosse risorse e che sia sostenibile per la durata di un ciclo
logico di 36 spin. E’ chiaro che in qualsiasi gioco le “munizioni” devono
bastare per arrivare alla fine della partita (limite entro il quale la vincita
deve sicuramente scadere) e quindi il valore del pezzo deve essere adeguato al
limite delle possibili esposizioni che possono capitare; anche in quelle
partite dove la vincita ritarda e le aperture si allargano. La sicurezza di una
vincita finale ci darebbe quella tranquillità necessaria a non perdere la testa
e a non sfiduciarsi del gioco anzitempo. Se le vincite non scadono regolarmente
prima, scadranno ravvicinate dopo e questa è una certezza mai tradita da
qualsiasi permanenza.
E’ ciò che ho ottenuto con il nuovo
gioco sui pieni: una vincita certa (anche
se sono di più) all’interno di un ciclo logico e un moderato allargamento delle
puntate a tappeto. Come ho fatto? Ho semplicemente cambiato gli obiettivi del mio attacco inventandomi
una configurazione nuova, sempre presente e praticamente invincibile.
Certo si può dire che alla
roulette ti può sempre uscire il numero o i numeri non puntati. Questo è vero
ed è possibile anche con questo mio nuovo gioco. In teoria puoi puntare per trentasette
volte tutti i numeri della ruota tranne uno e c’è sempre una possibilità che
per trentasette volte ti esca proprio quel numero escluso. Ciò è possibile ma,
di fatto, non avverrà mai. La similitudine di questo esempio con il mio gioco è
che la perdita di una singola partita equivarrebbe grossomodo a un filotto di cinquanta
rossi o neri; a trenta volte la stessa terzina; a una ripetizione per dieci
volte consecutive dello stesso numero o altri eventi possibili, ma
assolutamente improbabili e che nella nostra vita non vedremo mai.
Ora sto completando la stesura
del libro che conterrà questo gioco e poi sarà proposto a un editore per la sua
pubblicazione. Non richiedetelo quindi a me perché questa volta, e per la prima
volta, mi affiderò a una distribuzione professionale e non casalinga come
finora è accaduto con i miei lavori.
Mi spiace solamente che tale
scoperta mi sia venuta in mente solo ora a sessantotto anni e che la mia
bramosia per il gioco della roulette si sia talmente affievolita da non avere
più la voglia di percorrere 120 chilometri di strada per andare al Casinò.
Forse sarà pigrizia, ma alla mia età si è portati a giudicare le cose
dall’alto, nella generalità del loro valore e non si hanno più quegli
incontenibili e scellerati impulsi di buttarsi a capofitto in avventure che
impegnino una nostra attività fisica. Sarà la vecchiaia che avanza? Tuttavia mi
è rimasta l’attrazione per le sfide su cose che altri ritengono insolubili. Non
mi è mai piaciuto aggregarmi al “branco”, preferendo sempre strade diverse,
fuori dal “coro”. Che io sia un presuntuoso? Può darsi, ma ho sempre pensato
che è il dubbio e non la certezza che ti consente di scegliere la giusta strada
e le mie proposte di gioco rispecchiano questo metodo di vita. Nel mucchio ci
sono state proposte buone e meno buone; vincenti e non sempre vincenti, ma che
comunque sono il frutto della mia inventiva e che ho voluto condividere con chi
ne era interessato. Comunque, se matematica e statistica non risolvono il
problema roulette, cerchiamo altri parametri; vediamo il gioco con altre
prospettive; attacchiamo con altri
obiettivi.
Ho chiuso l’avventura sul CERBERUS NORMALE ed ESTREMO. I test hanno sancito la parità dei risultati sul solo
gioco e la perdita costante dovuta alla tassa dello zero. A lungo andare il 50%
degli esiti di ogni spin non possono dare che questo risultato,
indipendentemente dal momento probabilistico. Vincerai per 10 o più volte
consecutive perché le probabilità del momento sono a tuo favore, ma alla fine
arriverà lo scarto negativo di queste probabilità e se usi una massa pari ti
porterà via parecchio tempo per un recupero che ritorna al pareggio, pagando
però la tassa; se invece usi una
montante, ti porterà via la cassa perché una martingala dura solamente per 9
puntate e una qualsiasi altra montante diversa potrebbe non rientrare più a
causa di vincite fra loro distanziate. Ciò può accadere subito o dopo centinaia
di spin. L’unico modo che vedo per uscirne, è uno “stop winn” e uno “stop game”
differenziando il pezzo base. Se oggi perdi 10 pezzi, domani puoi recuperarli
vincendone 5 del valore doppio e così via. Tutto sta nell’accontentarsi di
pochi pezzi di vincita e bisogna che le perdite siano stoppate e recuperate
successivamente con un numero inferiore di pezzi di valore superiore. Questa è
la mia attuale visione di questo gioco sulle Chances Semplici.
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Se uno va al Casinò una volta nella vita, può essere
fortunato. Se ci va con una certa regolarità, per lui la fortuna non esiste.
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