21/07/11

L'IMPORTANZA DEL "DISCRETO"


Tutti noi sappiamo che la realtà che ci circonda non è quella che si vede.

Nella realtà classica ogni cosa è continua: una retta è formata da infiniti punti intermedi; uno scivolo è costituito da infiniti punti di pendenza intermedi; uno spostamento è intervallato da infinite posizioni intermedie.

La realtà però non è questa e lo dice la “meccanica quantistica” che, andando a scrutare nei costituenti della materia, rileva come tutto sia costituito di quantità “discrete” e non continue. Questa è la “teoria dei quanti” e cioè dei pacchetti di energia, o di quantità di moto. Noi non ce ne accorgiamo perché siamo enormemente più grandi del livello in cui si percepisce il quanto, ma la realtà è che tutti noi, universo compreso, ci muoviamo a pacchetti di moto “discreti” e cioè quantitativamente definiti. Non ci sono vie di mezzo o porzioni più piccole di un “quanto”.

Per “discreto”, quindi, s’intende che la mutazione energetica, o quantità di moto, avviene per pacchetti “quantitativamente definiti”.

Ecco che nella realtà del “molto piccolo” una retta è formata da un definito numero di punti quantici; uno scivolo è in realtà una scala a pioli, dove le posizioni intermedie sono ben definite e il passaggio dall’una all’altra avviene a scatti (da un piolo si passa subito al superiore o inferiore); uno spostamento di un qualsiasi oggetto è costituito da definiti momenti intermedi.

Tutto ciò è spiegato dalla recente “meccanica quantistica” che, nell’estremamente piccolo, ha soppiantato quella classica.

La roulette è uno strumento fisico e, come tale, è anch’esso soggetto alle leggi quantistiche, non solo nei suoi costituenti fisici, ma, sotto certi aspetti, anche nel suo prodotto conseguente: la “permanenza”. Sappiamo che ogni numero della permanenza non è altro che l’indicazione della casella visitata dalla pallina e che la rappresentazione ciclica deriva dalla quantità e qualità delle caselle visitate. La quantità stabilisce le caselle visitate almeno una volta, mentre la qualità rappresenta il modo in cui si distribuiscono quelle caselle, sempre nel ciclo prestabilito (o logico), che di solito coincide con la quantità delle caselle disponibili, o con la quantità dei componenti di una Chance.

Per dare un senso a ciò che succede in una permanenza, bisogna quindi suddividerla nei suoi cicli logici. Vedremo allora gli effetti della Legge del terzo e, anche se non possiamo stabilire a priori quali numeri apparterranno alla quantità e come sarà disposta la qualità, potremo scegliere i punti finali delle loro maturazioni mediante le configurazioni che essi stessi sono portati a formare. Ciò comporta che più la configurazione è matematica, più la sua realizzazione diventa economicamente impegnativa, mentre tutto ciò che non è strettamente matematico è soggetto allo scarto e quindi, nel singolo ciclo, è aleatorio.

Un attacco continuo, senza delimitazioni di quantità, non ha né capo né coda. Qualsiasi evoluzione è possibile e, come il principio di Bernoulli ci insegna, la tendenza tende a realizzarsi con l’aumentare delle prove. Ciò significa che se giochiamo per una tendenza nel continuo della permanenza, possiamo trovare l’esatto contrario durante un suo temporaneo segmento e non si sa quanto questo potrà durare, perché la certezza della tendenza si manifesta in un numero di prove che tende all’infinito.

Penso che il ragionamento sia valido anche sui risultati complessivi di una singola ricerca. Se cerchiamo tutti i risultati possibili all’interno di una ricerca, saremo soggetti a tutti i fallimenti possibili cui tale ricerca è soggetta a causa dello scarto. Nei periodi di “vacche grasse” saremo molto contenti perché gli esiti positivi saranno ottenuti dalla regolarità della tendenza. Nei periodi di “vacche magre” tutti quegli esiti negativi, dovuti allo scarto, ci saranno costati più di quanto ottenuto in precedenza.

Detta così, sembra che il gioco continuo e il gioco sulla selezione del colpo, all’interno di un ciclo chiuso, abbiano le stesse possibilità di disfatta.

Personalmente penso che il gioco sulla selezione del colpo in un ciclo chiuso sia molto più vantaggioso perché si sa che ciò che si cerca alla fine si realizzerà, ma il ciclo chiuso ha anche una chance in più: la ricerca al suo interno può essere “discreta”.

Il termine, rubato alla “meccanica quantistica”, significa che si possono non ricercare tutte le configurazioni possibili in un ciclo chiuso, ma soltanto alcune che, anche se non si realizzano, possono costarci poco. Ecco che lo scarto si può presentare anche per lungo tempo, ma non costituirà per noi un costo preoccupante perché non avremo perso tutte quelle puntate che avremmo fatto con una ricerca totale su quel ciclo logico. Se poi, come nel sistema delle figure di 2 posizionali sulle Semplici, abbiamo la certezza che il disegno ricercato si deve presentare in uno sviluppo “regolare” entro il terzo ciclo logico, abbiamo risolto il problema di una forte esposizione. Sempre che lo sviluppo di un ciclo logico sia “regolare” e cioè che si presenti nella sua tendenza, data dalla media teorica. Il che rappresenta già qualcosa di positivo.

Alla roulette, però, può sempre uscire il colore diverso da quello puntato. Ciò significa che, nel nostro gioco specifico, in teoria, possiamo perdere per due cicli completi tutti i colpi giocati, fino a uno sviluppo che allarga le posizioni giocabili a tre. Poi che possiamo perdere tutti i colpi giocati all’interno di un ciclo “allargato”, che ha 24 probabilità di presentarsi su 256 possibili. Poi che possiamo perdere per 4 volte consecutive il doppiaggio della figura più vecchia delle quattro, in un ciclo allargato (una probabilità su 256). Vi sembra che questa eventualità sia facile? Anche se ci sono tutte le situazioni intermedie, penso che il gioco cui mi riferisco e che è stato pubblicato prima di questo, abbia una buona tenuta e che sia veramente difficile superare certi limiti espositivi.

L’unico punto incerto è l’utilizzo della D’Alembert a passo doppio.

Oggi ho pubblicato la seconda parte del sistema sulle figure di 2 posizionali delle Semplici. Si tratta di un doppio attacco (verticale e orizzontale) avente lo scopo di accontentare gli impazienti per il tempo d’attesa e gli scontenti per l’esiguità degli incassi.

Come sempre, però, questo fa aumentare il rischio di maggiori esposizioni perché la ricerca del risultato non è più “discreta” e, come ho accennato in precedenza, è soggetta agli esiti di tutti i tentativi possibili all’interno del ciclo logico. Troppi tentativi possono portare a troppi colpi perdenti.

La conclusione finale da la preferenza al gioco precedente, con la pura e semplice ricerca del doppione della figura posizionale.


CAPITOLO: CHANCES SEMPLICI IN FIGURE DI 2.

TITOLO: CACCIA AL DOPPIONE (2a PARTE).

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15/07/11

MATURAZIONE


Il gioco delle figure di 2 posizionali sulle Semplici è appena nato e, come tutte le cose appena nate, subisce dei cambiamenti e delle maturazioni che ne migliorano la resa e la sicurezza.

Dopo aver scritto la seconda parte di questo gioco, mi sono reso conto dei punti deboli della prima parte e, pertanto, ho provveduto a modificare il PDF già pubblicato.

Questa modifica tende a limitare l’incontro, inevitabile, di 3-4 cicli “allargati” e cerca di superare questa “empasse” con un accorgimento che ne limita gli effetti negativi.

Ho quindi sostituito il PDF e consiglio coloro che si sono soffermati su questo gioco, di rileggersi il tutto. Troveranno una maggior sicurezza e una minore probabilità di superare i termini della Martingala.

La seconda parte sarà pubblicata fra una o due settimane, ma in ogni caso stabilirà che questa prima parte è quella che presenta le migliori garanzie contro lo sconfinamento sulla D’Alembert.

CAPITOLO: CHANCES SEMPLICI.
TITOLO: FIGURE DI 2 POSIZIONALI (1A Parte).

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01/07/11

PAZIENZA O FRENESIA?


“La pazienza è la virtù dei forti.”
“Siediti sulla riva del fiume, e vedrai passare il cadavere del tuo nemico.”
“Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.”
“La pazienza è amara, ma il suo frutto è dolce.”
“La speranza cessa di essere felicità quando è accompagnata dall’impazienza.”

Questi sono alcuni dei numerosi proverbi circolanti nel mondo. Tutti esaltano un comportamento che possiamo definire virtuoso: la pazienza.

Tutti sappiamo che nella vita non bisogna fare cose affrettate e che, per avere successo in qualsiasi intento, bisogna usare la pazienza.

Domanda.
E allora, perché non la usiamo davanti a un tavolo di roulette? Perché vediamo tutti quelli che circondano il tavolo affannarsi a puntare a caso numeri su numeri, cercando di puntarli tutti prima che il croupier lanci la pallina? Hanno paura che, dimenticandosi qualche numero, esca proprio uno di quelli?

Perché quando siamo davanti al tavolo da gioco, siamo impazienti di puntare? Perché non abbiamo la pazienza di osservare e analizzare lo sviluppo di una permanenza?

La risposta.
Perché in quasi tutti i giocatori impéra l’ignoranza sui risultati e sui comportamenti di un segmento di permanenza pari a un ciclo chiuso. La grande maggioranza dei giocatori non conosce la Legge del terzo, o la legge sulla distribuzione delle figure, o la differenza fra allargamenti e calori, o la tendenza all’equilibrio sui grandi numeri.

Sapete cosa fa il giocatore "casuale medio"? Domenica 19 giugno sono stato a Ca’ Vendramin con un amico che di roulette non ne sa nulla. Eppure è un frequentatore abbastanza abituale di Casinò e, come molti altri, ha i suoi numeri preferiti che, se non escono, lo mandano in bianco. Dopo aver perso più di 1.500 € ai tavoli, e dopo aver concluso il mio sistema con l’utile prefissato, siamo andati giù al piano terra, dove c’è una roulette meccanica e si possono fare puntate da 1 €. Ho osservato come giocava. Oltre ai suoi soliti numeri simpatici, quando i numeri appartenenti più o meno a una sestina non uscivano da qualche tempo, lui attaccava quel settore, puntando pieni e cavalli e rafforzando i numeri centrali. Gli ho fatto notare che il ritardo di quella sestina poteva protrarsi per un tempo ben maggiore e che quindi tutti quei pezzi erano buttati. Anche se la sestina fosse uscita, lui era sempre soggetto a un ritardo che prima o poi sarebbe durato oltre le sue capacità economiche.

Mentre giocava, gli ho invece fatto notare che i numeri delle ultime 4 sestine erano sempre presenti e solo ogni tanto si frapponevano i numeri delle 2 sestine più ritardatarie. A questo punto gli ho suggerito di puntare poco sui numeri dell’ultima sestina uscita, di più sui numeri della penultima e terzultima sestina e poco sui numeri della quartultima sestina. Gli ho detto di fare le puntate come più gli piaceva nei numeri della penultima e terzultima sestina, ma di coprire l’ultima e la quartultima con pochi pezzi che servivano da parziale recupero di tutti gli altri. Dopo mezzora di questo gioco, il mio amico aveva recuperato 1000 € e, arrivata l’ora, siamo andati a mangiare il pesce vicino a Piazza S. Marco.

Questo fatto serve solo a richiamare l’attenzione sul comportamento del giocatore casuale. Senz’altro ha dei numeri preferiti e senz’altro non ha mai osservato l’andamento standard di una roulette. Se avesse saputo che la Legge del terzo produce tendenzialmente 4 sestine diverse e due doppioni, avrebbe fatto due più due e avrebbe capito che doveva concentrare le puntate nelle ultime 4 sestine diversificando, ben inteso, le masse. Se si gioca sulla fortuna, perché non aiutarla individuando le zone più probabili?

La pazienza è anche questo: osservare un comportamento e approfittare dei suoi risultati. Anche se si tratta di un gioco continuo e abbastanza casuale, si tratta pur sempre di una “selezione del colpo”. Anche se non si tratta di “pazienza”, si tratta di una scelta ragionata su un evento che è tendenziale su una qualsiasi permanenza.

A parte questo piccolo consiglio ai giocatori casuali, la “selezione del colpo” implica una certa dose di “pazienza”, necessaria a dare alla roulette il tempo di formare le configurazioni tendenziali. Certo sulla tendenza ci possono essere deviazioni dovute allo scarto ma, se riusciamo a superare questo scarto, avremo un incasso costante e l’erosione dello zero non ci preoccuperà minimamente.

Tempo fa ho ricevuto una mail nella quale il mittente diceva: “ma che cosa sono tutte queste figure, figurine, figurette?... La sfido a venire a S. Remo e a vincere il 10% del capitale impiegato... ecc...”. Da qui si capisce che la roulette, oltre a non essere per tutti, sviluppa situazioni che non tutti conoscono. Il fatto poi di voler apprendere o no ciò che altri hanno scoperto, dipende soltanto dalla loro formazione mentale e, il più delle volte, dalla sopravalutazione delle loro capacità. Il titolo di un mio vecchio post diceva: “ogni sshcarrafone èbbello ammamma suia”.

Sono tornato allo studio delle Semplici e ho finito la stesura dell’ultimo lavoro, scoperto precisamente il 23 giugno e quindi fresco fresco come il pane di giornata. Ne avevo in mente un altro, ma ho preferito pubblicare questo perché mi sembra ottimo.

Se siete dei tipi che hanno pazienza, che vogliono guadagnare e non giocare, che conoscono la potenza deviante della roulette, che desiderano superare gli scarti con il minimo sforzo economico, che hanno conosciuto momentanee sicurezze e repentine delusioni, allora leggetevi e sperimentate il nuovo gioco che ho pubblicato nel sito e che è gratuito per tutti.

Credo di non aver superato le 300 partite di prova e quindi non è stato da me testato, come qualcuno vorrebbe facessi prima di pubblicare un sistema. Voi sapete che io cerco soluzioni e quando trovo qualcosa che funziona, passo ad altro. Se qualche bravo informatico potesse testarlo con un programma, potremmo scoprirne la resistenza sul lungo percorso.

Come al solito mi aspetto di ricevere le vostre impressioni per e-mail personale.

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