31/12/10

ROULETTE TRIDIMENSIONALE


Secondo la teoria delle Stringhe, il nostro universo dovrebbe essere costituito da 11 dimensioni. Le prime 3, lo sappiamo, sono lunghezza, altezza, larghezza. La quarta è il tempo. Le altre 7 dovrebbero essere avvolgimenti della materia su se stessa e cioè delle piegature della materia nel tempo.

E’ una teoria e, anche se deve essere dimostrata nella sua complessità, una parte di essa è certa: le prime 3 dimensioni sono acquisite e perfettamente percepibili da noi tutti. Nessuno può mettere in dubbio le entità lunghezza, altezza, larghezza. Per quanto riguarda il tempo, lasciamo stare perché, trattandosi di una quantità di moto, non capisco come possa avere esistenza autonoma e, in definitiva, intrinseca. Se qualcosa esiste, deve essere materiale e cioè mediata da una particella, altrimenti non può esistere (esserci in natura).

Anche la roulette è a tre dimensioni ma, oltre ad esserlo nella realtà strutturale, lo è anche nella realtà degli effetti che essa produce.

E’ un concetto che i matematici conoscono benissimo e che io, non matematico, cercherò di spiegare a modo mio alle molte persone che, a quanto leggo in giro, non ne sono a conoscenza e che pensano il gioco sia una questione di fortuna o sfortuna; o che pensano che le loro aspettative si debbano realizzare senza che vi sia la necessità di una particolare ragione.

Più che la roulette, a essere tridimensionale è il risultato dell’insieme dei numeri casuali che essa produce e vediamo il perché.

1°) EFFETTO UNIDIMENSIONALE:
A) Se prendiamo un foglio di carta e ci imprimiamo un punto con la penna, abbiamo creato una cosa “unidimensionale”. Ciò che sta dentro quel punto non può andare da nessuna parte. Deve stare fermo in quel punto perché non ci sono altre vie possibili.
B) Se entriamo in un Casinò, giochiamo un colpo alla roulette e poi ce ne andiamo senza mai più tornarci, abbiamo ottenuto un effetto "unidimensionale". Che il risultato sia stato vincente o perdente non importa; non abbiamo la possibilità di percorrere altre strade.

2°) EFFETTO BIDIMENSIONALE:
A) Se prendiamo un foglio di carta e ci muoviamo con la penna lungo la sua superficie, abbiamo creato una cosa “bidimensionale”. Abbiamo ottenuto lunghezza e larghezza. Possiamo disegnare ciò che vogliamo: quadrati, triangoli, linee ecc., ma sempre dentro quella superficie piatta.
B) Se entriamo in un Casinò e facciamo una sola partita alla roulette e, vinto o perso, non ci torniamo più, abbiamo ottenuto un effetto “bidimensionale” e quindi avremo avuto la possibilità di costruire un gioco dove ogni numero determina un suo esito per una sola volta. Il risultato del nostro operare è dato solo da quella serie di numeri che è uscita durante quel gioco. L’obiettivo è stato o no raggiunto da quell’unica serie di numeri casuali e di risultati che sono serviti alla costruzione e determinazione del nostro comportamento.

3°) EFFETTO TRIDIMENSIONALE:
A) Se ci accorgiamo che quel foglio di carta in realtà è un lato di una scatola e che possiamo muoverci al suo interno in tutte le direzioni, abbiamo creato uno spazio “tridimensionale”. Possiamo dare una profondità ai nostri disegni e costruire quindi cubi, parallelepipedi, piramidi, ecc. Abbiamo ottenuto lunghezza, larghezza e altezza.
B) Se al Casinò ci andiamo spesso e ogni volta facciamo una partita diversa, entriamo nel campo “tridimensionale” degli effetti di una “permanenza casuale personale” e i risultati di ogni nostra azione dipenderanno anche dalla posizione di tutte le altre azioni fatte in precedenza. Ogni volta che inizieremo un gioco, faremo una prima puntata, seguita da una seconda e poi da una terza e così via. Alla fine della giornata del “faticoso lavoro”, per ogni partita, avremo compiuto molti primi colpi, molti secondi colpi, molti terzi colpi ecc. e la somma di ognuno di essi avrà avuto un suo particolare esito, per la sua posizione nell’ordine delle puntate. Così è lo stesso per tutte le altre giornate di lavoro. Tutti i primi colpi si sommano tra loro come i secondi colpi, come i terzi e quindi ognuno di essi ha una sua storia che può essere interpretata indipendentemente dalla storia degli altri colpi.

Siamo entrati nella “terza dimensione della roulette” e cioè un reticolo dove tutto è collegato e ciò influisce, non solo nella singola giornata di gioco, ma anche nella somma dei primi colpi di ogni giornata, dei secondi, dei terzi ecc.

A cosa porta la consapevolezza di ciò? A niente. E’ soltanto una masturbazione mentale che però ci fa capire qualcosa di più dell’intricato mondo delle casualità.

Se abbiamo un gioco che in uno, o due, o tre cicli chiusi ci dà una vincita costante, a che serve questa consapevolezza? I risultati parziali di ogni colpo avrebbero un senso se giocassimo a masse pari dove non vi è distinzione tra un primo e un decimo colpo. L’utilizzo di una montante non può soggiacere alla “terza dimensione”; sempre che il gioco garantisca la “vincita costante” e la giornata chiuda con un incasso. In questo caso i risultati di tutti i primi, secondi, terzi, quarti ecc. colpi, anche se esistenti nell’evanescente mondo del casuale, e da noi non percepiti, non ci potrebbero causare alcun nocumento.

Un nocumento, invece, me lo sta creando il nuovo gioco sui cavalli. Dopo decine di risultati ottimi, arriva sempre la partita maledetta la cui permanenza s’incastra negativamente con lo schema. Nulla di catastrofico se non per il fatto che si impongono puntate che arrivano a 10-12 pezzi e questo non rientra nei miei traguardi. Sto tentando l’ennesima variante e, prima o poi, riuscirò a pubblicare questo gioco che dà anche molte soddisfazioni.

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Nino.zantiflore@tiscali.it

18/12/10

PERIODO DI STUDIO

Sono impantanato nello studio del sistema che dovrebbe migliorare l'ultimo sulle terzine. Quello del terzo sovrapposto in due cicli da 1,5.
Se non ne vado in fondo non procedo con gli altri che sono in attesa di essere scritti.
Oggi, finalmente, mi si è accesa una lampadina che mi permetterà di evitare quella partita che mi faceva arrivare ai 200 pezzi e più di esposizione. Sono dovuto ricorrere a una metodologia pubblicata nel libro L'EVOLUZIONE FINALE e quindi adotterò il "COMPLESSIVO" al nuovo gioco.
Questo tipo di attacco è stato un approccio che già in partenza non mi piaceva, ma che dovevo comunque portare a termine perchè non mi piace lasciare una strada aperta, senza un risultato definitivo.
Ora ricomincio la stesura di questa nuova variante, sperando di non trovare anche qui la solita voragine che si presenta invariabilmente in qualsiasi gioco "statico".
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16/12/10

EQUALIZZATORE


Leggendo qua e là nei vari Forum, trovo molto spesso proposte di sistemi a “copertura” del tableau. Giocare a “copertura” vuol dire coprire un’area che può comprendere una combinazione di due o più Chances Multiple o Semplici, e giocarla in continuazione intervenendo con una progressione appositamente scelta per contrastare i periodi in cui tale area non esce. L’area può cambiare, ma la quantità della copertura rimane la stessa.

Un altro tipo di attacco consiste nel giocare determinati numeri che cambiano secondo l’ultimo uscito, arrivando a coprirne 27 o, per chi non ha voglia di puntarne così tanti, solo 12. Qui non mi fermo a commentare perché il gioco si commenta da solo.

Di solito l’area coperta va dalla metà ai due terzi del tappeto e, in queste condizioni, di solito, le vincite non tardano a scadere. Se poi arrivano le serie di perdite, gli scoperti sono per forza spalmati in più partite, contando sul fatto che, data la “copertura”, tra un incasso e l’altro, non debbano esserci molti colpi persi. Del resto si capisce benissimo che il recupero non può avvenire con una riduzione logica perché non basterebbero i soldi della Banca D’Italia.

In pratica, l’azione del giocatore, più che sulla scelta dell’attacco, si concentra sulla manovra finanziaria e cerca di trarre un vantaggio dall’aumento della montante che dovrebbe sopportare l’inevitabile raggiungimento dell’equilibrio statistico di tutti i settori del tappeto.

Altri studiano più costruttivamente la quantità media in cui una Chance Multipla si presenta in un ciclo di 12, 24 o 36 colpi. Il fatto è che ogni quantità raggiunge un risultato medio che possiamo definire “stabile” in un numero di cicli che siano formati da 36 colpi di roulette.
Al primo ciclo (12 colpi) la Legge del terzo è fortemente instabile; al secondo (24 colpi) è probabilmente stabile; al terzo (36 colpi) è tendenzialmente stabile.
Questo ci porta a visualizzare le varie quantità delle Chances Multiple come se fossero gli elementi di un equalizzatore. Avete presente le colonnine delle varie bande sonore di un equalizzatore? Si alzano e si abbassano per arrivare poi alla combinazione perfetta che ottiene il suono perfetto. La stessa cosa avviene per le quantità delle Chances (terzine, cavalli, pieni) lungo il percorso per raggiungere la maturazione dei 36 colpi, che stabiliscono il limite minimo per una corretta realizzazione della Legge del terzo, sia che si parli di sestine, terzine, cavalli o pieni. La configurazione finale tende al risultato statistico ma la strada per arrivarci può contenere anomalie che non osservano un regolare andamento con l’avanzamento della permanenza.

Bernoulli ci dice che aumentando la quantità delle boules, tutte le Chances tendono all’equilibrio, mentre la Legge del terzo di dice che nel singolo ciclo tutte le Chances tendono ad apparire per i due terzi. Entrambe sono tendenze che nei brevi periodi possono non rispettare quanto previsto. Nel lungo periodo, invece, tendono ad avvicinarsi alla media teorica.

Se prendiamo un numero di boules che tende all’infinito, tutte le combinazioni di Chances risulteranno presenti in egual numero. Se prendiamo un numero di cicli che tende all’infinito, tutte le Chances in essi contenute rispecchieranno percentualmente i due terzi sia che si tratti di pieni sia che si tratti di Chances Multiple.

A questo punto, vista la discrepanza fra il pensiero di alcuni ricercatori e la realtà oggettiva, vorrei esporre la mia opinione sui punti essenziali necessari per costruire un qualsiasi sistema che utilizzi la Legge del terzo.

1°) Esame della configurazione standard in un ciclo di 36 colpi, sia si tratti di pieni, o qualsiasi altra Chances multipla. In questo caso i cicli naturali delle multiple subiranno una “moltiplicazione di eventi” che aumenta il loro numero fino a 36 colpi di roulette.
2°) Individuazione di un disegno che in un ciclo completo di pieni (36 colpi) si formi sempre, anche se giochiamo sestine, terzine o cavalli. In pratica l’attacco deve essere “giustificato” da un comportamento tendenziale, che se poi non si realizza sarà dipeso da uno scarto anomalo ed eccezionale.
3°) Valutazione se la strada da percorrere per arrivare alla maturazione del disegno individuato sia percorribile con i mezzi disponibili.
4°) Utilizzo di una montante che nei periodi intermedi sia in grado di sopportare gli scostamenti, dalla tendenza statistica, della Legge del terzo (variazioni delle bande dell’equalizzatore).

Per finire voglio pubblicare la testimonianza di una persona che come me ha capito quali sono i migliori approcci per un attacco costruttivo alla roulette.

Egr. sig. Zantiflore,
da molto tempo seguo il suo lavoro, riguardo alle metodologie applicate alla roulette, con grande stima e ammirazione (ho acquistato la sua ultima opera della quale ho molto apprezzato la zona calda sulle sestine, a patto si disponga di un buon capitale e di molta pazienza).

I doppi nei settori sulle terzine, sistema micidiale anche se molto difficile da applicare realisticamente, senza commettere errori; meglio quindi giocarlo seguendo la permanenza personale.

Dal suo sito ho trovato sperimentando con grande successo 2 metodologie veramente straordinarie delle quali posso confermare hanno raggiunto il guadagno costante e sono: la 3 diversa con cambio di passo sulle terzine: un vero portento; scoperti molto contenuti, mai violenti e chiusure delle partite certe.

Mutualità del terzo al 50% obbligato sulle chance semplici; sistema formidabile praticamente infallibile con il quale sto vincendo da 15 giorni consecutivi dai 15 a 20 pezzi a seduta, senza rischiare le coronarie. Oltre il 95% delle partite si concludono entro i 4 colpi e le restanti, le quali raggiungono i ballottaggi della D'Alembert, rientrano in positivo in pochi colpi. Max puntata 16 un’unica volta. D'altronde la matematica non è un’opinione: la ruota per portarci a giocare in terza linea ha poche possibilità contro le migliaia a nostro favore. Rispetto al gioco composto questo sistema ha delle potenzialità nettamente superiori.

Con il composto difatti ho vinto a lungo, ma con i ballottaggi stentavo molte volte a rientrare e 2 volte ho superato i 100 pezzi effettivi di scoperto a causa del tallone d’Achille di questa metodologia: la figura RRN o NNR ripetuta per 4 o 5 volte. In tal evenienza il sistema non ha difesa; poi comunque si rientra ma solo dopo interminabili colpi alla D'Alembert e aver raggiunto passivi importanti.
Ora le chiedo, ritornando al 50% obbligato, di esprimere un suo parere sul mio modo di procedere al trattamento dello "0". Siccome ho poche possibilità di giocare alla roulette francese, quasi sempre applico il sistema all'americana la quale con lo 0 si inghiotte la puntata per cui io mi comporto così: dopo la comparsa della casella verde io non punto (così si evita l'eventualità nefasta del doppio 0) e aspetto il tiro successivo. Nel caso di una ripetizione di puntata perdente, sia fosse vincente o perdente, continuo il gioco fino a una vincita sui doppioni, o un’altra ripetizione di puntata perdente, a patto mi riporti in attivo. Nel caso di un doppione sulle figure, se risultasse perso, continuo normalmente al livello superiore della montante. Nel caso risultasse vincente registro il passivo, risalgo di 5 colpi ed inizio una nuova partita. Questo è quello che faccio io, spero che vada bene.

Volevo chiedere un’ultima cosa riguardo alla montante di recupero: non ha mai pensato o sperimentato di adottare la contro D'Alembert per contenere lo scoperto?
Chiedo scusa per il dilugamento e nel ringraziarla le porgo i miei più distinti saluti.

Per il momento sto finendo la stesura di un sistema sui cavalli che completa un discorso iniziato con le terzine. Non è sempre vincente; come sempre, fra tante partite vincenti ai primi colpi, se ne trova qualcuna che richiede un impegno che arriva fino ai 200 pezzi (comunque di molto inferiore ai 1600 dei Gamblingbrothers). Sto cercando di migliorarlo, ma sarà un’ardua impresa, proprio perché il ciclo che ci garantisce il risultato è lungo 36 colpi.

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Nino.zantiflore@tiscali.it

11/12/10

PIEDI PER TERRA

Per tutta la vita mi sono arrovellato nella ricerca di un sistema che riuscisse a vincere utilizzando un capitale che non superasse i 100 pezzi. Se trovavo un gioco in cui l’esposizione superava tale limite, semplicemente lo abbandonavo; naturalmente dopo aver cercato di migliorarne i risultati. Se ciò non era possibile, passavo ad altro.

Oggi (in questi ultimi tempi) m’imbatto nei fratelli Gambling che, a quanto sembra, stanno (o stavano) vincendo a man bassa con una cassa di 2000 pezzi e possibili scoperti che sono arrivati fino a 1600 nelle prove e a 850 nel gioco reale.

A quanto ho capito, giocano con una copertura del tavolo che va dal 55 al 75% e quindi, trattandosi di terzine, dovrebbero coprirne da 7 a 9. Ciò significa che un colpo perso con 7 terzine deve essere recuperato con 1,40 circa colpi vincenti. E un colpo perso con 9 terzine deve essere recuperato con 3 colpi vincenti.

A tutto ciò applicano una montante in perdita e “mai una progressione”. Poiché non capisco la differenza tra progressione e montante in perdita, desumo che gli aumenti siano fatti per partita e, come hanno affermato, che abbiano un limite di puntata oltre la quale si spalma l’esposizione in più partite di recupero.

Considerando la maggioranza dei numeri coperti rispetto a quelli non coperti, possiamo capire che gli incassi non risentono, in genere, di eccessivi ritardi e, infatti, dicono che lo scarto massimo della combinazione è stato, nelle prove, di 11 colpi. In pratica, per il recupero delle esposizioni, fanno affidamento sulla quantità degli incassi rispetto alle perdite, in ragione della maggioranza dei numeri coperti rispetto a quelli non coperti.

La montante si ispira al principio della Garcia che, se non sbaglio, recupera l’esposizione negli ultimi 3 di un filotto di 7 colpi.

Il criterio con cui scelgono il gruppo di terzine da attaccare non lo sappiamo, ma presumo assomigli molto a uno studio fatto da Igor Mancuso, il quale ha calcolato la quantità media delle varie uscite delle terzine durante i 12-24-36 colpi di roulette.

A questo punto, esposta la premessa, io mi chiedo: Quante persone sono disposte a entrare in un Casinò con 2000 pezzi di capitale e a subire 850 (se non 1600) pezzi di esposizione, da recuperare magari in una settimana di gioco?

Quante persone, conclusa una giornata con 500 pezzi di perdita, ritornano il giorno dopo per continuare il gioco che ha prodotto quell’esposizione?

Quante persone, conclusa la seconda giornata con un’ulteriore perdita, ritornano il terzo giorno per continuare lo stesso gioco?

Sinceramente io non sarei capace e, forse sbagliando, cercherei un nuovo gioco che non mi mettesse nelle condizioni di dover poi recuperare l’esposizione in più giorni. Ma forse questo è il difetto di chi, avendo più giochi nella testa, non si ferma cocciutamente su un solo sistema, anche se quel sistema è risultato vincente sia nelle prove, sia nel gioco pratico. In sostanza è la quantità dell’impegno economico e l’attesa dei recuperi che distingue un giocatore dall’altro. C’è chi è disposto a rischiare molto (anche se con certezze giustificate) e c’è chi, emotivamente, non può sostenere lo stress che ne deriva. O non ha un tale capitale da mettere a repentaglio.

Per finire, il gioco dei fratelli Gambling non è per tutti, anche se tutti conoscessero esattamente il gioco. Mettiamo i piedi per terra e se vogliamo volare, facciamolo solo con la fantasia.

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nino.zantiflore@tiscali.it